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Villa Torlonia, si complica l’iter per il suo salvataggio

Villa Torlonia a Senigallia, agosto 2023
Villa Torlonia a Senigallia, agosto 2023
Villa Torlonia a Senigallia, agosto 2023

Si complica il percorso per salvare l’ex villa Torlonia. Dopo la proposta progettuale e la petizione sulla residenza marina di Luciano Bonaparte, fratello dell’imperatore Napoleone di Francia, si avvicina l’avvio dei lavori di demolizione dello storico edificio di via Sanzio, a Senigallia. Non sono bastati l’incontro con il sindaco Massimo Olivetti, la richiesta di modificare il progetto iniziale e nemmeno il parere dello noto critico nonché sottosegretario di Stato alla cultura Vittorio Sgarbi. E allora ci pensa uno dei proponenti dell’idea di salvaguardare la storica villa a tentare il tutto per tutto: Ettore Baldetti, ex professore ed ex assessore alla cultura, ha presentato un esposto urgente presso il comando dei Carabinieri di Senigallia.

Lo scopo è quello di dare uno stop all’iter demolitorio di quella che fu una residenza marina di importantissimi nomi dell’8-900, dopo che vi è nei giorni scorsi stato apposto il supporto per il cartellone del progetto che segna l’inizio dell’appalto. Insomma, qualcosa si muove nonostante gli appelli e si gioca quindi l’ultima carta. Il professor Baldetti sostiene si debba intervenire con la massima urgenza nel tentativo di fermare l’ultimo scempio edificatorio: scempio nei confronti della memoria storica, ovviamente, non relativamente alle nuove costruzioni.

L’esposto parte dal dato di fatto che l’edificio non appartenne solo ai Bonaparte – Luciano e alla facoltosa moglie Alexandrine de Bleschamp che morì a Senigallia il 12 luglio 1855 – ma fu acquistato dal duca Leopoldo Torlonia, deputato e senatore, sindaco di Roma nonché sindaco onorario di Senigallia e Pesaro, il cui fratello Marino fu consuocero del re di Spagna. Altri nomi importanti si susseguono quindi nella lista dei proprietari o fruitori, motivo in più secondo i proponenti per preservarne la memoria. 

Ma c’è un altro aspetto alla base dell’esposto: nel 2018 la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio Marche dichiarò “l’insussistenza dell’interesse storico-architettonico del bene” per via di lavori successivi al terremoto del 1930 che “ne compromisero radicalmente la struttura architettonica originale”. Secondo Baldetti che in merito ha effettuato altre ricerche è da contestare questa considerazione: dalle foto d’inizio ‘900 della parte anteriore e posteriore della villa, confrontate con gli interventi di restauro conservativo post sisma non emergerebbero stravolgimenti tali da negare il vincolo storico-architettonico. 

Da qui la nuova iniziativa dunque a intervenire urgentemente per evitare che sia troppo tardi e che la demolizione inizi per fare posto ad appartamenti a uso turistico da cui poi non si può tornare indietro.

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