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Senigallia: dopo la petizione anche una proposta per salvare la storica Villa Torlonia

Villa Torlonia a Senigallia, agosto 2023
Villa Torlonia a Senigallia,  agosto 2023
Villa Torlonia a Senigallia, agosto 2023

Non c’è solo una petizione on line a testimoniare l’attaccamento della città a villa Torlonia; ora arriva anche una proposta di revisione del progetto di riqualificazione che potrebbe mettere d’accordo sia la proprietà alle prese con l’idea di demolire e ricostruire, sia la comunità senigalliese che vorrebbe salvare almeno il nucleo storico dell’edificazione e con essa la memoria di ciò che fu.

Ma andiamo per ordine. Lo scorso febbraio si è venuti a sapere del disegno urbanistico su villa Bonaparte Torlonia: l’antica residenza senigalliese situata in via Raffaello Sanzio (FOTO in alto allo stato attuale, Ndr), risalente al primo ventennio dell’Ottocento, dovrebbe essere abbattuta per volontà di una società immobiliare romana proprietaria dell’edificio che vi vorrebbe costruire un complesso residenziale. A tal proposito sono state ottenute dalla Soprintendenza dei beni culturali e ambientali e dall’amministrazione comunale le autorizzazioni a procedere. La levata di scudi di un gruppo di cittadini ha per il momento permesso una pausa di riflessione se non altro per informare di ciò che la villa ha significato per la città.

Durante l’ultimo periodo prima dell’abbandono è stata la sede di un convento, quello delle Suore della Carità, ultime custodi; precedentemente fu proprietà della famiglia di Leopoldo Torlonia (sindaco di Roma nonché sindaco onorario di Senigallia e Pesaro, il cui fratello era il consuocero del re di Spagna). Ma più indietro nel tempo, l’edificio fu legato alla famiglia di Luciano Bonaparte, come ricordano Riccardo Marletta e Elena Bonazza, due studenti di Senigallia che hanno approfondito l’argomento: «Luciano e la moglie Alexandrine de Bleschamp ebbero un rapporto privilegiato con Senigallia. Quest’ultima vi abitò fino alla fine dei suoi giorni, nel 1855, dopo essere divenuta la zia del nuovo imperatore di Francia, Napoleone III. Luciano Bonaparte, fratello dell’imperatore Napoleone, fu attivo già durante i moti rivoluzionari francesi del 1789, al seguito di Robespierre, entrò a far parte del Consiglio dei Cinquecento e, dopo il colpo di stato nel 1799, facilitò l’impresa politica del fratello. In seguito, dopo la sua esperienza di ambasciatore in Spagna, Luciano Bonaparte ruppe temporaneamente i contatti con Napoleone stesso, in quanto non aveva rispettato gli ideali repubblicani che stavano alla base della sua ascesa al potere. Il minore dei fratelli Bonaparte morirà nel 1840 nel feudo di Canino, nel viterbese, dopo aver vissuto una vita all’insegna dell’impegno politico e degli interessi nel campo dell’archeologia e della scienza».

Dunque un passato rilevante per un’abitazione che ora è al centro di un progetto di profonda trasformazione: la società immobiliare prevede la sua demolizione e la realizzazione al suo posto di un complesso residenziale che un gruppo di cittadini vorrebbe evitare, non tanto per una possibile speculazione edilizia, quanto per salvaguardare quella memoria storica che legò Senigallia alla Francia dei Napoleone. Da qui la petizione sulla piattaforma Change.org indirizzata al sindaco di Senigallia Massimo Olivetti, al vicesindaco Riccardo Pizzi e a tutte le associazioni culturali della città.

Al fianco dei due studenti si sono poi schierate altre personalità cittadine come Ettore Baldetti, Gabriela Osti Solazzi, Leonardo Badioli, Franco Porcelli e Nino Bucci che hanno portato avanti un altro aspetto. Nell’ottica di salvaguardare la residenza napoleonide senigalliese di Villa Torlonia, «vero luogo della memoria europea», i firmatari della petizione hanno avanzato una “proposta di revisione progettuale, la quale, «senza far perdere alla proprietà privata alcuna disponibilità abitativa, fa guadagnare alla società immobiliare dei volumi edilizi e alla collettività un nuovo centro di attrazione storico-turistica». La nuova proposta, inviata al sindaco di Senigallia, mira a salvare dalla distruzione quella porzione centrale di Villa Torlonia, riferibile nella sua componente strutturale originaria al possesso di Luciano Bonaparte corredata dalle artigianali palificazioni per la legatura dei cavalli, da un tavolino marmoreo adornato con scacchiere e da un’antica fontana, presenti nel retrostante cortile alberato.

Secondo Leonardo Badioli, Ettore Baldetti, Nino Bucci, Riccardo Marletta, Gabriela Osti Solazzi e Franco Porcelli è possibile attuare il salvataggio della porzione della villa «a costi pressoché azzerati, fruendo di eventuali contributi pubblici, senza precludere alcuna disponibilità abitativa alla società immobiliare proprietaria». Questa perderebbe alcuni parcheggi ma avrebbe a disposizione «nuovi volumi edilizi da gestire in proprio o mettere eventualmente a disposizione della collettività anche tramite una convenzione per uno spazio museale: potrebbe ospitare, oltre ad ambienti didattico-rievocativi sui napoleonidi nel senigalliese durante i moti risorgimentali e il pontificato di Pio IX, anche un museo civico» in cui far convogliare «preziosi cimeli locali altrimenti per lo più destinati a fuoriuscire da Senigallia, per essere accolti in altri musei o nel mercato antiquariale». I proponenti auspicano un contatto veloce con la proprietà prima che venga iniziato l’iter demolitorio.

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Villa Torlonia a Senigallia, agosto 2023
Villa Torlonia a Senigallia, agosto 2023

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