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Villa Bonaparte Torlonia, prosegue la demolizione

Prosegue la demolizione di villa Bonaparte Torlonia a Senigallia
Prosegue la demolizione di villa Bonaparte Torlonia a Senigallia

Prosegue la demolizione di villa Bonaparte Torlonia, l’antica residenza senigalliese situata in via Raffaello Sanzio risalente al primo ventennio dell’Ottocento. Dopo l’avvio, nel retro, dei lavori tra le proteste cittadino accompagnate persino del sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi che aveva minacciato un intervento governativo e un sopralluogo, le ruspe hanno demolito anche una delle due porzioni laterali, mostrando quindi alla città intera la ferrea volontà di proseguire nell’intervento di demolizione e ricostruzione ex novo dell’edificio.

A poco sono serviti dunque gli appelli alla salvaguardia della villa, perlomeno della parte centrale che costituiva il nucleo originario della storica dimora dei Bonaparte. Un cognome altisonante, ben spiegato però nella ricerca storica che due giovani studenti di Senigallia hanno realizzato per cercare di fermare il progetto edilizio.

Come evidenziato da Riccardo Marletta e Elena Bonazza, la storica villa Torlonia durante l’ultimo periodo prima dell’abbandono è stata la sede di un convento, quello delle Suore della Carità. Le ultime custodi avevano preso il posto della famiglia di Leopoldo Torlonia (sindaco di Roma nonché sindaco onorario di Senigallia e Pesaro, il cui fratello era il consuocero del re di Spagna). Ma più indietro nel tempo, l’edificio fu legato alla famiglia di Luciano Bonaparte: lui e la moglie Alexandrine de Bleschamp ebbero un rapporto privilegiato con Senigallia. Quest’ultima vi abitò fino alla fine dei suoi giorni, nel 1855, dopo essere divenuta la zia del nuovo imperatore di Francia, Napoleone III. Luciano Bonaparte, fratello dell’imperatore Napoleone, fu attivo già durante i moti rivoluzionari francesi del 1789, al seguito di Robespierre, entrò a far parte del Consiglio dei Cinquecento e, dopo il colpo di stato nel 1799, facilitò l’impresa politica del fratello. Poi divenne ambasciatore in Spagna. Morì nel 1840 nel viterbese, dopo aver vissuto una vita all’insegna dell’impegno politico e degli interessi nel campo dell’archeologia e della scienza.

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