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Viaggio tra le sponde del fiume Misa e tra i perché dell’alluvione del 2014

L'alluvione del 3 maggio 2014 a Senigallia: la visuale dall'alto della zona di ponte Zavatti, via Giordano Bruno e del campus scolastico. Fonte: Vigili del fuoco
L'alluvione del 3 maggio 2014 a Senigallia: la visuale dall'alto della zona di ponte Zavatti, via Giordano Bruno e del campus scolastico. Fonte: Vigili del fuoco
L’alluvione del 3 maggio 2014 a Senigallia: la visuale dall’alto della zona di ponte Zavatti, via Giordano Bruno e del campus scolastico. Fonte: Vigili del fuoco

La ricerca infinita della verità. Sembra il titolo di un film ma è quanto accade a Senigallia dove ancora oggi si sta cercando di far luce sulle cause dell’alluvione del maggio 2014. Una strada percorsa parallelamente alla via giudiziaria: il processo che vede imputati – tra gli altri gli ex sindaci Angeloni e Mangialardi – prenderà avvio il 9 giugno ma solo per uno dei capi d’imputazione inizialmente formulati, l’inondazione colposa, mentre gli altri sono caduti in prescrizione e una legge ha modificato nel frattempo il reato di abuso d’ufficio, ipotizzato per il tracciato cicloturistico Percorrimisa. La vicenda giudiziaria ha un suo percorso, ma lascia tracce nel vissuto dei cittadini.

Anche i lavori, affidati provvisoriamente e poi subito fermati, per la realizzazione delle vasche di espansione a Bettolelle, non riescono a garantire quella percezione di sicurezza che la città vorrebbe sentire. Tanto che dalle varie associazioni emerge ogni tanto qualche notizia su questo lavoro di ricostruzione dei fatti del 2014. Ci ha pensato il coordinamento dei vari comitati di alluvionati, ci ha pensato l’associazione Confluenze: nell’autunno 2021 ha svolto dei lavori di manutenzione del fiume nell’ambito di un’associazione temporanea di imprese (Ats) con capofila la cooperativa Undicesimaora e le ditte Turchi e Guidi. Da quei lavori sono nati anche nuovi spunti per la ricostruzione delle cause dell’esondazione di otto anni fa. Secondo Luciano Montesi…

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