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L’Unitalsi compie 120 anni: da Lourdes, la testimonianza del presidente nazionale Palese

“120 anni: non sono un traguardo ma solo una tappa che ci spinge ad andare avanti nella nostra missione e nel nostro servizio per la Chiesa italiana al fianco delle persone più vulnerabili come i malati, i sofferenti, gli anziani, i disabili. È il tempo di raccogliere quanto è stato fatto fino ad oggi per trovare ulteriore slancio e guardare così al futuro con speranza e impegno”. Da Lourdes, dove è in corso (dal 25 al 30 settembre) il pellegrinaggio nazionale 2023, In questi giorni l’Unitalsi compie il suo Pellegrinaggio nazionale a Lourdes, guidato dal neo assistente nazionale Rocco Pennacchio, vescovo di Fermo, a parlare è Rocco Palese, presidente dell’Unitalsi, (Unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes e santuari internazionali). Centoventi anni e non sentirli, verrebbe da dire ascoltando le sue parole di saluto pronunciate nella chiesa Santa Bernadette di Lourdes durante la messa di apertura del pellegrinaggio: “Quanti volontari, sorelle d’assistenza, barellieri, medici, in 120 anni hanno dato cuore, speranza, ali e gambe alla nostra Unitalsi. Ricorderemo in questi giorni che il Signore opera cose grandi attraverso le persone umili che cariche di fede offrono il loro servizio gratuito per poter dire sempre, siamo servi inutili”.

Stagione di rinascita. A Lourdes sono arrivati in più di 4mila tra ammalati, persone con disabilità, sacerdoti e volontari, con 4 treni, 11 aerei e 5 pullman. Nemmeno gli scioperi delle ferrovie francesi li hanno fermati. Palese parla con giusto orgoglio di “stagione di rinascita e di ripresa della nostra vita associativa. In questi 120 anni abbiamo visto profondi cambiamenti nella nostra società. Prima i nostri malati, i nostri anziani erano accuditi in famiglia, erano parte integrante del nucleo familiare. Ora l’attenzione verso di loro sembra essere scemata. La bellezza e la forza interiore di queste persone è stata soppiantata da quella esteriore in voga nelle nostre società. Da parte nostra chiediamo ai nostri volontari di continuare a non guardare alle apparenze ma al cuore delle persone, e poco importa se queste sono malate, sdraiate su un letto o in carrozzina”.

“Chi porta addosso la sofferenza ha una grande voglia di vivere che spesso sembra mancare a chi, invece, è considerato sano”. Per questi motivi, sottolinea Palese, “vogliamo impegnarci, soprattutto con i nostri volontari più giovani, che sono sempre di più, a servire questi sofferenti. La nostra attenzione deve crescere lì dove non arriva la struttura pubblica chiamata a fornire aiuto e assistenza. Il ‘dopo Covid’ lo si vede bene: chi era sofferente allora oggi soffre ancora di più. Ci affidiamo soprattutto ai nostri giovani perché gridino a gran voce che la persona disabile e malata non deve essere abbandonata”.

Esperienza di carità. Dalla Grotta delle apparizioni di Massabielle, Palese racconta: “Stiamo vivendo il nostro pellegrinaggio nazionale, esperienza di carità, sforzandoci di far vivere ai partecipanti una forte esperienza di fede e di condivisione. Il 28 settembre abbiamo celebrato la Messa nella Grotta con un Atto di affidamento della nostra associazione alla Madonna. Una volta rientrati in Italia – rivela il presidente – inizieremo una ‘peregrinatio Mariae’, portando, fino al periodo pasquale, in tutte le regioni italiane un’immagine della Vergine che ricorda quella portata nella processione aux flambeaux nella spianata del santuario. Partiremo dalla sezione Romana-Laziale. Seminiamo così qualcosa di importante per il futuro”. Significativa, a riguardo, sarà l’udienza concessa da papa Francesco in Vaticano il prossimo 14 dicembre. Alla fine di questo 2023 si calcola in oltre 18mila i pellegrini venuti a Lourdes con l’Unitalsi.

Pellegrinaggio “cuore dell’Unitalsi”. Lourdes con la grotta di Massabielle, in particolare, sono la genesi della storia di carità e di servizio che anima la missione dell’Associazione sin dal 1903. Oltre 115 anni fa, spiegano dall’Unitalsi, il giovane nobile Giovanni Battista Tomassi, affetto da artrite deformante irreversibile, decise di dare vita all’Unitalsi dopo aver preso parte ad un pellegrinaggio a Lourdes e capito, pur non avendo ottenuto alcuna guarigione, l’importanza del messaggio mariano di conforto e speranza per chi soffre. L’intento del giovane Tomassi, infatti, era quello di togliersi la vita nella città mariana qualora non avesse ricevuto alcuna guarigione. Il vero miracolo “fu quello della fede, della speranza, dell’amore, del conforto e della serenità. Gli stessi sentimenti che ancora oggi accompagnano l’animo di chi partecipa ad un pellegrinaggio a Lourdes”.

Daniele Rocchi

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