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Ultimi giorni a Senigallia per la mostra sugli orologi da tavolo e da torre legati a papa Pio IX

Lorenza Zampa è l'operatrice museale e la guida della mostra “Il tempo dei papi” allestita a Palazzo Mastai – Casa Museo Pio IX a Senigallia

Continua ancora per pochi giorni la mostraIl tempo dei Papi. Antichi orologi della collezione di palazzo Mastai e l’orologio di Pio IX dal Torrino del Quirinale”. L’esposizione, inaugurata lo scorso giugno a palazzo Mastai, casa museo Pio IX, rimarrà aperta fino al prossimo 6 gennaio 2025 e si lega al ritorno di quattro preziosi orologi antichi appartenuti a papa Pio IX nel periodo del suo lungo pontificato. Ne parliamo con l’operatrice museale Lorenza Zampa, già intervistata in occasione dell’apertura della mostra. L’audio servizio sarà disponibile grazie al lettore multimediale in questo articolo ma sarà in onda su Radio Duomo Senigallia (95.2 FM) lunedì 30 e martedì 31 dicembre alle ore 13:10 e alle ore 20, mentre domenica 5 gennaio a partire dalle ore 16:50.

Com’è andata in questi sei mesi? È tempo di bilanci…
Posso esprimere a nome di tutta la diocesi la piena soddisfazione per il risultato e per il successo che questa piccola mostra ha riscontrato, sia tra i senigalliesi che tra i turisti. La mostra già di per sé ha costituito l’evento, nel senso che è stata veramente di richiamo anche per chi già conosceva il museo. Abbiamo visto che c’è un grande interesse per la materia, con persone da ogni parte d’Italia. Già la serata inaugurale è stata molto partecipata, quindi abbiamo iniziato veramente nel migliore dei modi e in questi mesi le presenze qui al museo sono continuamente aumentate.

C’è un profilo del turista “medio” venuto qui a palazzo Mastai?
A parte i tanti turisti d’estate, abbiamo avuto anche visitatori argentini o irlandesi nel periodo settembre-ottobre, tanti appassionati di orologeria, recentemente abbiamo ospitato alcune associazioni del territorio, oltre a istituti scolastici che sono quelli che hanno dimostrato maggiore interesse per questa nostra iniziativa culturale così prolungata nel tempo. Poi l’Archeoclub di Senigallia, l’associazione Andos, tante realtà con cui abbiamo fatto visite guidate molto interessanti e approfondimenti. Abbiamo visto che anche tra i giovani c’è stato un grande interesse, anche i bambini, le famiglie, quindi è stata veramente una grande partecipazione. 

Che cosa possiamo vedere in mostra? 
Il percorso della mostra è abbastanza articolato perché appena si entra e si accede alle due rampe di scale che permettono di arrivare al piano nobile si vedono subito degli esempi di meccanismi di orologi da torre, quindi si viene introdotti un po’ alla volta in questo percorso e c’è addirittura un orologio a foliot che è uno dei meccanismi più elementari in uso dal Medioevo. Ad arricchire ulteriormente il percorso di visita nel museo e all’interno della mostra c’è il pezzo forte che troneggia al centro del salone d’onore, è il meccanismo dell’orologio del torrino del palazzo del Quirinale che all’epoca di Pio IX era la residenza ufficiale dei papi. Si tratta di un orologio a pendolo abbastanza monumentale con un sistema di ruote dentate, pesi, contrappesi, quindi è interessante anche per chi se ne intende di meccanica poter visionare questo meccanismo che fu voluto da Pio IX nel 1858 e rimase in uso fino al 1961. E poi, attorno a questo meccanismo, ci sono quattro pregevoli esempi di orologi da tavolo o parigine, orologi realizzati in vari materiali, ottone dorato, bronzo dorato, legno intagliato, sono tutti orologi che Pio IX ha collezionato nel corso del suo lungo pontificato e sono anche orologi che testimoniano il suo raffinato ed eclettico gusto artistico.

Hanno ancora un valore?
Indubbiamente sì, tutto ciò che è legato a papa Pio IX ha valore. Questi sono tutti orologi tornati recentemente da un restauro molto consistente, ma comunque sono sempre stati qui a palazzo Mastai. Sappiamo che sono stati collezionati dal papa. Inoltre Pio IX ha attuato una rivoluzione importante tra le altre, quella di modificare la computazione del tempo, introducendo la misurazione delle ore che è in uso ancora oggi, l’ora cosiddetta astronomica o alla francese con il calcolo delle ore attuali, quindi la giornata suddivisa in 24 ore che si calcolano dalla mezzanotte alla mezzanotte. Prima di questo sistema vigeva il sistema all’italiana cosiddetto, che era più impreciso perché la giornata era suddivisa sempre in 24 ore, però il nuovo giorno cominciava un’ora dopo il tramonto. Tutto questo era chiaramente soggetto alla variazione delle stagioni, poteva andare bene in tempi in cui non c’era l’elettricità, ancora si era principalmente dediti alle attività agricole, però avviandosi invece nel XIX secolo, verso la modernizzazione.

Cosa bisogna fare per visitare l’esposizione a palazzo Mastai?
In generale è consigliata la prenotazione solo per i gruppi numerosi. I contatti sul sito della Diocesi e sulle pagine social. L’ingresso è gratuito. Gli orari e i giorni sono questi: dal lunedì al giovedì l’orario è 9-14. Il venerdì e il sabato invece l’orario è pomeridiano dalle 15 alle 20. Sabato 4, domenica 5 e lunedì 6 gennaio saranno garantite aperture straordinarie. In particolare sabato 4 gennaio il museo sarà aperto la mattina ore 9-12 e il pomeriggio 15-20. Domenica 5 e lunedì 6 gennaio la mattina 9-12 e il pomeriggio 16-19. Ulteriore novità: è disponibile una piccola pubblicazione che sarà disponibile sia qua a palazzo Mastai che in libreria. Una pubblicazione, un piccolo quaderno come ne erano usciti anche con l’esposizione “Omaggio a Perugino. Misericordiae Vultus”, contenente schede curate dalla restauratrice, la professoressa Raffaella Marotti dell’Università di Urbino che assieme ad una sua collaboratrice la professoressa Laura Valentini hanno curato le varie indagini diagnostiche e proprio il restauro di questi preziosissimi manufatti.

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