Dopo il sopralluogo del viceministro a Senigallia arriva l’attacco del Pd: e il resto del territorio alluvionato?
Rifare ponte Garibaldi non è l’unica priorità del territorio colpito dall’alluvione. A ribadirlo, se mai ce ne fosse necessità (e purtroppo c’è), è il coordinamento PD della zona Misa Nevola che interviene a seguito del sopralluogo – e soprattutto delle dichiarazioni – del viceministro alle infrastrutture e trasporti Edoardo Rixi a Senigallia lo scorso 24 febbraio. L’esponente (Lega) del governo Meloni non si è infatti spostato sul resto del territorio colpito dall’alluvione di cinque mesi fa, ma ha parlato solo della spiaggia di velluto, ispirato dalla giunta municipale senigalliese che sembra aver agito in maniera solitaria.
Certo, ponte Garibaldi chiuso perché danneggiato è un problema di Senigallia. Le ripercussioni, pensiamo al tessuto imprenditoriale in primis o al settore del turismo, sono molteplici: ma se Senigallia soffre, ne risente anche l’intera vallata.
«Secondo il sindaco di Senigallia Olivetti – spiega il coordinatore Pd valli Misa Nevola Andrea Storoni – la cosa migliore da fare è sfruttare l’occasione di avere il viceministro alle infrastrutture Rixi per farlo impegnare solo sul ponte Garibaldi in centro. Una vera e propria passerella senza senso. Eppure Senigallia avrebbe anche il problema con il ponte a Vallone e nella vallata potremmo contare altri 20 ponti e più chiusi o parzialmente riaperti. Da parte sua il vice ministro della Lega forse non ricordava di essere su un territorio che è stato ampiamente segnato dall’alluvione da Pesaro a Ancona, con la postuma aggiunta di qualche comune del maceratese da parte della Regione. Ma la visione limitata del viceministro è condivisa dall’amministrazione di Senigallia ed è pericolosissima».
«Non può essere sfuggito al primo cittadino di Senigallia che il fiume in città sia blindato dentro due mura e che se non si agisce organicamente da Arcevia in giù i suoi cittadini rischiano oggi e piuttosto spesso in prospettiva» continuano dal coordinamento Pd vallivo illustrando alcuni esempi di ripercussioni come la chiusura delle attività, delle scuole e della viabilità anche con soli 40 mm di acqua come avvenuto di recente, per non parlare del sentimento della paura sempre latente.
«Il sindaco di Senigallia potrebbe svolgere il ruolo di capofila, coinvolgere i sindaci dell’interno. L’unione dei comuni a che serve? Avrebbe potuto chiedere addirittura di essere commissario per il territorio Misa e Nevola, perché no, invece si limita a prendere dal banco più risorse possibili e agli altri giocatori-sindaci conviene capire il bluff il prima possibile e organizzarsi organicamente anche per aiutare i cittadini senigalliesi che non sono proprio ben rappresentati».
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