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Senigallia, la Maratona Bach ha preso il via con il concerto di Ilenia Stella

Questione di link, diremmo oggi. Quei legami che connettono, nel tempo, Bach a Vivaldi e Brahms a Bach e quest’ultimo a Alessandro Marcello e Busoni a Bach. Un legame ininterrotto – appunto, dei link! – che scombina le categorie temporali per farci sentire la sorprendente continuità, pur nella diversità, della creazione musicale. Nel concerto introduttivo della Maratona Bach 2023 la pianista Ilenia Stella ci ha accompagnati in questo percorso di citazioni, rimandi, trascrizioni e ritorni stimolato da una riflessione di Alessandro Manzoni – Non sempre ciò che viene dopo è progresso” – su come si sedimentano le esperienze e le creazioni artistiche, come attingono al passato, come si rielaborano, come continuano a vivere nella vita, nelle opere e, in questo caso, nel suono dei posteri.

Ilenia Stella ci ha portati con grande eleganza accanto a Bach che, pur non muovendosi dalla sua terra, ci fa assaporare un Concerto secondo il gusto italiano che porta nello spazio di una tastiera un’intera orchestra. Si fanno compagnia, senza troppi intralci e con grande familiarità, il rigore teutonico e la luminosità italiana, la freschezza del nostro fraseggio e le geniali impalcature musicali del titolare della Maratona. Le fatiche delle convivenze europee dei nostri giorni potrebbero imparare molto da questo spartito. E ciò che è venuto dopo, negando spesso e tragicamente il progredire, avrebbe potuto avere esiti diversi.

Il testimone passa a Brahms, pur rimanendo in compagnia del genio di cui sopra, con la sua trascrizione della celeberrima Ciaccona per sola mano sinistra. È strana quella postura della pianista, inedita per molti di noi, che vede la mano destra semplice spettatrice di qualcosa di straordinario da cui stavolta è esclusa. Il braccio disoccupato è abbandonato di fianco allo sgabello, ma la musica vive, più viva che mai. Si stenta a credere che un solo arto sia capace di così tanta sonorità. Stella è concentratissima, ci trascina in questo vortice di note, quasi infinito, che alterna virtuosismo a cantabilità, irruenza a poesia. Note e ancora note, cinque dita che fanno il lavoro di dieci. Una rincorsa in solitaria struggente, epica. È la potenza della musica che sembra superare le leggi della fisica, che impone al suo interprete un immane sforzo, che grida forte il primato della Bellezza anche di fronte a possibili impedimenti. Ogni fatica è ripagata, ogni ostacolo può essere fonte di ulteriori conquiste, il potenziale umano, di ogni essere umano, è straordinariamente più grande di ogni difficoltà.

Adesso l’altra mano, quella rimasta a guardare, ritorna in scena. L’interprete, omaggiata da tanti applausi, può prendere fiato per immergersi ed accompagnarci ancora nell’intensità di capolavori senza tempo. Ora tocca al Corale op. 122, n. 10 di Bramhs, così come trascritto da Ferruccio Busoni. Si accomiata da questo mondo, Brahms, ci lascia il suo testamento musicale, ce ne accorgiamo anche noi, comuni mortali dell’ascolto. Ci consegna in eredità il suo meraviglioso sentire, la sua profonda connessione con l’animo umano a cui ci ha abituati nelle sue innumerevoli composizioni. Stavolta c’è qualcosa di diverso, lo sentiamo, ma non c’è nulla di disperante, anzi. E’ riconciliato con la fine, grato per i suoi giorni così densi di esperienze, sentimenti, talento. Sembra invitarci ad assaporare intensamente il nostro quotidiano, sempre e comunque; di nutrirlo di ciò che rimane e non muore, a dispetto della morte. E viene spontaneo chiederci, mentre lo ascoltiamo, cosa conta davvero per noi.

La staffetta sta per chiudersi, il traguardo coincide con la partenza. Torniamo da Bach, alle prese con il concerto di Alessandro Marcello per oboe e orchestra ed il suo celeberrimo adagio che fa bene al cuore. Si torna al via, perché la vita è proprio questo: un costante ritorno a casa, dall’eternità verso l’eternità. A noi la responsabilità di prendere parte, per quanto possiamo e sappiamo fare, a questo infinito processo. “Fare passi avanti ispirandoci a tutto ciò che è stato grande prima di noi, partecipando a questa grandezza con un nostro peculiare contributo”. Ha ragione il Maestro Stella, questa è una sfida che riguarda proprio tutti. E che i grandi di ogni tempo ci insegnano a comprendere meglio con la loro arte immortale.

Laura Mandolini

L’intero programma della Maratona Bach 2023 è disponibile qui: https://www.facebook.com/scuoladimusicasenigallia

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