Senigallia in crisi per il maltempo, il sindaco: «Rivedere il sistema fognario e aprire i fossi a mare» – L’INTERVISTA
La giornata del 19 ottobre per molti è stata una giornata campale. L’ennesima. Un’ondata di maltempo ha nuovamente messo in ginocchio il sistema fognario di Senigallia e con esso anche la viabilità. Acqua e fango hanno rischiato di entrare nelle case e nei garage, ma in qualche punto ciò si è verificato. Nell’ultima puntata di “Venti minuti da Leone” vogliamo ripercorrere un po’ quanto avvenuto, capirne le ragioni, con l’obiettivo, se possibile, di individuare delle soluzioni, anche con il sindaco Olivetti. L’intervista è in onda lunedì 21 e martedì 22 ottobre alle ore 13:10 e alle ore 20, oltre a una replica anche domenica, nel consueto spazio delle tre interviste settimanali consecutive a partire dalle ore 16:50, sempre su Radio Duomo Senigallia/In blu (95.2 FM). Audio integrale ed estratto testuale sono disponibili anche in questo articolo.
Innanzitutto era stata diramata l’ennesima allerta meteo, di colore giallo, per la giornata di sabato 19 ottobre: si prevedevano precipitazioni diffuse, con maggiori accumuli lungo la fascia costiera e nel settore interno settentrionale; localmente, i fenomeni avrebbero potuto essere anche di carattere intenso. Quindi pioggia intensa, ma non così abbondante da creare un rischio alluvione. Questa la previsione. Fin dalla serata precedente, c’erano state precipitazioni, poi divenute importanti già dalla nottata, con prolungati scrosci che hanno subito messo in difficoltà il sistema fognario cittadino. Nelle prime ore del mattino i disagi erano già evidenti a tutti: la percorribilità delle strade era compromessa, gli allagamenti erano in atto. L’apertura del COC, il Centro Operativo Comunale, proprio per monitorare al meglio la situazione è iniziata dalle 8 circa del mattino. Fiume Misa e Cesano erano nella norma, ma i cittadini già segnalavano molteplici tracimazioni dei fossi, allagamenti e disagi nelle zone Cesanella, Cesano, Vallone, Ciarnin, Cavallo, Filetto, Bettolelle, strada del Montirone, addirittura con famiglie isolate. Ogni comunicazione da parte del comune con cui si annunciavano i disagi e le zone interessate, risultava in ritardo e veniva subissata di critiche e commenti. Solo a metà mattinata è arrivato un parziale miglioramento che ha permesso di iniziare non tanto l’apertura di tombini e caditoie quando la prima pulizia delle strade, mentre i fossi rientravano nella loro sede, pur lasciando i resti del loro passaggio altrove. Nel corso della giornata poi ci sono stati altri scrosci importanti che hanno fatto ritornare le criticità al livello di prima o quasi, per cui si è dovuto lasciare chiuse diverse strade cittadine e deviare il traffico in più punti. Una particolare situazione c’è stata in via Perugino dove appunto la pressione sul sistema fognario ha creato la spaccatura dell’asfalto, una cosa praticamente mai vista in zona. Poi si è andati verso il miglioramento e i disagi sono diminuiti pian piano. Ma rimangono due cose. Innanzitutto la paura, un timore generalizzato ogni volta che piove; e poi la consapevolezza che se anche ci si desse da fare di più come cittadini, tenendo pulite caditoie e tombini, almeno quelli davanti casa, l’efficacia sarebbe davvero limitata. Sarebbe comunque bene farlo, ma difficilmente potrebbe risolvere il problema. Il comune comunque non sembra in grado di arrivare ovunque.
Chiediamo quindi al sindaco di Senigallia Massimo Olivetti che cosa è successo sabato 19 ottobre?
Questi scrosci così forti fanno sì che i nostri sistemi – che sono stati concepiti ovviamente in periodi in cui l’acqua veniva giù molto meno forte – vanno completamente in tilt. Questo per esempio si è visto in alcune zone in modo palese, tipo la Cesanella, dove non ci sono né corsi d’acqua né fossi e c’è avuto appunto questo emergere, questo affiorare delle fogne, che in alcuni punti addirittura hanno avuto delle pressioni particolarmente forti che hanno rotto l’asfalto. L’asfalto è stato rotto da tubature sotterranee che sono andate in pressione. Abbiamo invece registrato che in altre zone, soprattutto quella relativa al piano regolatore, dove si sta cominciando a dividere le acque nere dalle acque bianche, dove si hanno appunto le tubature molto più grosse, questo tipo di problematica non c’è. Quindi quello che è il ragionamento è che oramai non solo Senigallia, ma credo un po’ tutte le città dovranno ripensare a quello che è il sistema fognario dello scolo delle acque.
Quindi secondo voi la soluzione è ripensare il sistema fognario di tutta la città?
È questo uno dei problemi più grossi che la città potrebbe avere. Quello che è accaduto anche in altre aree dove ovviamente c’è stato un affioramento dell’acqua dal sistema fognario. Tenete conto che noi abbiamo oggi il canale che è stato messo sotto su quella zona, su queste tubature nuove è 4 volte più grande di quelli che c’erano in origine e che quindi praticamente potrebbero permettere un maggiore scolo delle acque sotterranee. Questo ovviamente potrebbe anche permettere di rappresentare una piccola scolmatura anche per quanto dovesse avvenire in caso di allagamenti sul sistema superiore. Evidentemente però che si tratta di un’operazione di impatto notevole. Siamo già in contatto con varie strutture per poter far presente ormai da alcuni mesi anche alle sovrastrutture, al governo, di poter mettere in piedi un piano anche di collaborazione con gli enti territoriali che sia volto a questo.
E per quanto riguarda i fossi?
Dobbiamo togliere quelle che sono le chiusure a mare di alcuni fossi. Quello del Sant’Angelo oramai annunceremo a brevissimo il progetto dell’apertura finale che permetterà così un maggiore scolo delle acque e la stessa cosa probabilmente avverrà – non subito ma tra qualche tempo – per quanto riguarda il fosso del Trocco.
Sono due interventi limitati ma la rete dei fossi che poi scarica a mare è molto più ampia. Per gli altri cosa si può fare?
Per quanto riguarda il fosso Sant’Angelo intanto il problema è lì ma anche nella parte più a monte dove attraverso una restrizione che è avvenuta nella zona sotto l’autostrada, ma anche nella districazione che c’è dopo, abbiamo sempre un problema di allagamenti che dovremmo andare a cercare di risolvere. Per quanto riguarda gli altri è una pulizia che deve essere fatta in modo costante. Noi quest’anno abbiamo speso circa 140 mila euro su una manutenzione costante quotidiana. Ma il sistema dovrà essere rivisto in qualche modo anche per quanto riguarda alcuni approfondimenti. Anche quei fossi che hanno delle sezioni ridotte, su quelli dovremmo andare a ragionare. Poi si chiederà una maggiore attenzione anche agli agricoltori ma anche alle imprese soprattutto agricole affinché possano adottare nel sistema della lavorazione dei campi un modo di poter far scolare le acque in modo molto più regolare ocontrollato rispetto a quello che vediamo oggi.
Ci dovremmo abituare a queste ondate di maltempo?
Più che abituare dovremmo cominciare a ragionare nel cambiare le strutture di recepimento delle acque tenendo conto che questi eventi sono sempre più frequenti se una volta capitavano ogni 4-5 anni oggi stiamo vedendo come un po’ in tutta Italia in generale si stanno verificando con una maggiore intensificazione quindi di conseguenza per evitare in futuro che si possano avere problematiche si deve operare certamente su un sistema fognario, su un sistema di regimazione delle acque diverso rispetto a quello che si è fatto fino a qualche tempo fa: è un lavoro veramente mastodontico, di certo cambierà molto alcune abitudini alcune abitudini che avevamo
Gli enti locali che possibilità hanno?
I comuni non riusciranno perché aumentano tantissimo i costi. E’ chiaro che qui ci sarà bisogno di aiuti perché nessuna struttura pubblica riuscirà a farlo, dall’altra parte diciamo che poi noi soffriamo anche come città di avere delle zone che sono state urbanizzate in alcuni posti e rappresentano delle problematiche non indifferenti.
Per quanto riguarda la questione delle delocalizzazioni, che risposte avete avuto dal governo dal ministero con cui avete interloquito?
Credo che riusciremo a risolvere alcune situazioni che hanno patito evidentemente l’alluvione del 2022 attraverso appunto una diversa gestione anche delle delocalizzazioni stesse, è evidente che abbiamo alcune strutture normative che secondo noi devono essere modificate e speriamo che avverrà. A Senigallia abbiamo quest’abitudine, case di un piano quindi col solo piano terra che si trovano in zone esondabili, se queste persone volessero ovviamente rimanere in quella casa è necessario poter dar loro la possibilità di modificare la casa con dei contributi e alzarle su piloni. Attualmente la delocalizzazione riguarda solo coloro che sono stati coinvolti nell’ultima tragica alluvione del 2022.
Un’ultima questione per quanto riguarda le previsioni meteo sono numerose le allerte che vengono diramate dalla protezione civile, chiaramente non compete al comune ma quanto sono affidabili questi sistemi?
Abbiamo una serie di normative dettate dalla protezione civile che ci permettono di poter alzare le allerte da giallo ad arancione eccetera le previsioni del tempo tutto dipende anche dall’evolversi anche nell’ultimo periodo: tante volte noi siamo stati in allerta arancione, vedendo che poi la stessa cellula deviasse il suo corso anche negli ultimi 5 minuti per cui ti aspetti che arrivi a chissà cosa, poi in realtà non lo è, oppure che una cellula d’acqua si auto-rigeneri non in condizioni terrificanti come è avvenuta nel settembre del 2022 ma ad esempio quest’ultima qui è arrivata una quantità d’acqua veramente inaspettata, molto elevata, soprattutto nella zona di Senigallia e Marotta che non era stata minimamente prevista. Certamente io sono sempre per un regime più di cautela, per cui anche quando arriva un’allerta arancione si chiude le scuole, so che per esempio ci sono moltissime critiche, soprattutto da chi porta i bambini a scuola, preferisco quelle piuttosto che un’allerta che come l’ultima sembrava gialla, poi in realtà è vero che si è modificata nell’ultimo periodo, negli ultimi istanti e quindi ha piovuto molto più di quello che ci sarebbe aspettato ora da un punto di vista tecnico non so se tutto questo sarà possibile, certo che i sistemi sono oggi abbastanza avanzati e che in certe situazioni questa ripetitività degli allarmi potrebbe anche non sembrare fondata, ma per variazioni che avvengono all’ultimo minuto. La cosa positiva per il momento è che con queste situazioni c’è una grossa attenzione, quindi al Senno c’è una grossa attenzione di tutto il sistema, anche universitario, anche a livello di enti che studiano e di studiosi, probabilmente i sistemi verranno sempre più affinati, quindi questa è la speranza.
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