Senigallia e l’avanzo di bilancio: un tesoretto per nuovi lavori ed eventi culturali – INTERVISTA AUDIO
Il conto consuntivo 2023 del Comune di Senigallia si chiude con un avanzo di bilancio importante, circa 10 milioni di euro. Il numero è stato annunciato durante il consiglio comunale di martedì 30 aprile 2024 dal sindaco Massimo Olivetti, in qualità di assessore ad interim al bilancio dopo le dimissioni di Ilaria Bizzarri. Un avanzo che però non ha ancora una destinazione precisa nel futuro utilizzo e allora abbiamo chiesto informazioni direttamente al primo cittadino che ha risposto volentieri alle domande per questo nuovo appuntamento con “Venti minuti da Leone”. L’intervista sarà in onda oggi, mercoledì 8 maggio, e domani, giovedì 9, su Radio Duomo Senigallia (95.2 FM), ma sarà disponibile anche in audio e in versione testuale qui su Vocemisena.it. Basterà cliccare il tasto play del lettore multimediale o proseguire con la lettura.
Come è stato ottenuto questo risultato?
L’avanzo in generale non è un buon segno perché potrebbe significare che non ho speso ciò che prevedevo o, in caso di disavanzo, che ne ho spesi di più. L’anomalia del bilancio 2023 così come il consuntivo 2022 è determinata dal recupero fiscale, non coattivo. Si tratta di un controllo più specifico, soprattutto sull’Imu, che ha portato a un dialogo con privati cittadini e imprese. Da qui abbiamo potute recuperare quasi 2,8 milioni di euro, ma non si tratta solo di entrate ma hanno fatto calare anche il fondo crediti di dubbia esigibilità, quindi ci ritroviamo con un importo di quasi il doppio da utilizzare.
Quali altre azioni hanno portato a queste cifre?
Abbiamo ridotto le cause amministrative, alcune delle quali andavano avanti da quasi venti anni o per questioni di lana caprina, che ci costringevano ad accantonare vari soldi. Da 2,6 milioni siamo scesi a 600 mila euro. Di fatto abbiamo recuperato soldi per un terzo bilancio.
E come verranno utilizzati questi soldi?
Trattandosi di soldi che abbiamo “una tantum”, non possiamo fare certe operazioni come assumere personale o avviare convenzioni che durino per anni. Possiamo solo investirli o utilizzarli nell’ambito di questo esercizio finanziario, come per far fronte a spese sociali o realizzare eventi culturali.
Per esempio?
Per esempio nella scuola dell’infanzia alla Cesanella, dove è stato rinvenuto parecchio amianto, abbiamo dovuto stanziare 600 mila euro in più per la bonifica e forse ne dovremo utilizzare altri 2-300 mila. Ecco perché è una benedizione avere questi soldi in più, altrimenti avremmo dovuto accendere un mutuo per far fronte all’imprevisto.
L’edilizia scolastica è uno dei settori al centro dell’operato dell’amministrazione pubblica…
Sì, alle Saline c’è l’intervento per la nuova Marchetti e l’Arcobaleno; alla Cesanella questo intervento che si è momentaneamente fermato ma anche quello alla primaria che contiamo invece di terminare in tempo per settembre. Poi interverremo alla scuola di Cesano con questi fondi aggiuntivi, all’silo di Marzocca e all’Aldo Moro dove dovremo fare con questi soldi qui un ampliamento delle aree, senza contare poi Montignano.
E per il settore cultura, per gli eventi?
Stiamo attirando i media per dare visibilità alla città: Rds fa un evento suo; Radio Monte Carlo accompagnerà il festival del jazz; Radio 105 è partner di XMasters; la serie tv con Marco Bocci su Mediaset, Alessandro Borghese con i 4 ristoranti e più avanti Sky con il calcio mercato servono appunto ad accendere i riflettori su Senigallia. Cerchiamo quindi anche eventi che attirino persone. Ci muoviamo anche per il rilancio della parte storica attraverso percorsi archeologici tra Senigallia, Castelleone, Arcevia e Ostra Vetere, o l’arte sacra di cui la valle è piena o i palazzi storici.
Nel bilancio una voce è quella dei contributi relativi all’alluvione 2022 che non sono ancora stati richiesti dai cittadini interessati. Come lo spiega?
E’ stata una sorpresa per cui abbiamo contattato i cittadini che inizialmente avevano fatto richiesta dei famosi 5mila e 20mila euro attraverso il modulo B1 e C1. C’è chi non ha fatto i lavori, chi prevedeva un certo danno che in realtà era minore, ci sono insomma situazioni da chiarire. Qualcuno nemmeno ci credeva che sarebbero arrivati soldi subito a seguito dell’alluvione. Come per le auto alluvionate, per la prima volta c’era un contributo ma molti per sfiducia non hanno nemmeno fatto domanda.
Quanti cittadini sono ancora fuori casa dopo l’alluvione?
Circa 40 persone, una ventina di famiglie. A parte 3 o 4 che si trovano in zone particolari, vicino il fiume o che non erano servite da acqua potabile comunale, la maggior parte si trovava in casa di un solo piano in zone Pai. Qui non si possono alzare le abitazioni ma noi abbiamo chiesto variazioni normative per un secondo piano lasciando il primo trasparente, con colonne ma senza pareti. Altre persone erano in affitto ma i proprietari non hanno ancora fatto o terminato i lavori. E questo è un problema sociale ma anche di natura educativa: chi prima metteva la casa in affitto, non vedo perché non debba usare la contribuzione per mettere a posto l’appartamento e far rientrare le persone.
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