Senigallia, appello di Italia Nostra per salvare le casette dei pescatori
SENIGALLIA – Nuovo appello di Italia Nostra per preservare le casette dei pescatori al porto Della Rovere. L’associazione locale che si occupa della tutela del patrimonio storico, artistico e naturale senigalliese, era intervenuta lo scorso inverno, alla notizia dell’acquisto dell’area per circa 900 mila euro. Dietro c’è infatti un progetto edilizio che parla di demolizione e costruzione ex novo (ma con un piano in più) delle otto cosiddette casette dei pescatori che di fatto sono «la memoria del porto antico». E proprio per questo torna a chiederne una tutela maggiore, semmai seguita da una ristrutturazione di ciò che già c’è.
La conferma dell’esistenza del «consistente intervento immobiliare sulle case dell’ex darsena» è arrivata durante un incontro dei rappresentanti del Comune con quelli di Italia Nostra. Progetto che rientra però in una «trasformazione urbanistica molto più ampia e assai delicata per il futuro a lungo/ lunghissimo termine» di Senigallia. La darsena Bixio è infatti costeggiata da edifici abitativi a schiera alti due piani, in più blocchi contigui, costruiti tra fine ‘800 e inizi ‘900, «in parte abbinati alla realizzazione del primo insediamento industriale della “Fabbrica dei cementi” (poi Italcementi), destinati probabilmente alla residenza di una parte delle maestranze. Di altezze poco diverse e di non identica fattura architettonica, costituiscono da oltre un secolo l’immagine forte e peculiare del porto antico, tanto da essere state apprezzate ed inserite in un servizio sulla nostra città nel n.422/2021 della nota rivista Bell’Italia».
Una presenza da non trascurare proprio perché, secondo Italia Nostra, «conservano allo spazio circostante il suo sapore di antico approdo dal mare e costituiscono l’ultima testimonianza del porto storico». Nasce da qui, dunque, la proposta di valorizzare in altra maniera l’area, senza ricorrere alle consuete demolizioni e nuove costruzioni.
A tal proposito, Italia Nostra parla di abuso del termine “riqualificazione” che «nasconde in realtà un’operazione immobiliare che prevede la sopraelevazione a tre piani dell’intero complesso edilizio, eliminando così per sempre i caratteri peculiari, che sono per altro assai rari in quella configurazione nelle parti antiche dei porti delle Marche. Quindi si tratta, a nostro avviso, di un patrimonio storico-urbanistico non soltanto locale».