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Senigallia, appello di Italia Nostra per salvare le casette dei pescatori

Le casette dei pescatori al porto della Rovere di Senigallia, foto di Carlo Leone, dicembre 2021
Le casette dei pescatori al porto della Rovere di Senigallia, foto di Carlo Leone, dicembre 2021
Le casette dei pescatori al porto della Rovere di Senigallia, foto di Carlo Leone, dicembre 2021

SENIGALLIA – Nuovo appello di Italia Nostra per preservare le casette dei pescatori al porto Della Rovere. L’associazione  locale che si occupa della tutela del patrimonio storico, artistico e naturale senigalliese, era intervenuta lo scorso inverno, alla notizia dell’acquisto dell’area per circa 900 mila euro. Dietro c’è infatti un progetto edilizio che parla di demolizione e costruzione ex novo (ma con un piano in più) delle otto cosiddette casette dei pescatori che di fatto sono «la memoria del porto antico». E proprio per questo torna a chiederne una tutela maggiore, semmai seguita da una ristrutturazione di ciò che già c’è.

La conferma dell’esistenza del «consistente intervento immobiliare sulle case dell’ex darsena» è arrivata durante un incontro dei rappresentanti del Comune con quelli di Italia Nostra. Progetto che rientra però in una «trasformazione urbanistica molto più ampia e assai delicata per il futuro a lungo/ lunghissimo termine» di Senigallia. La darsena Bixio è infatti costeggiata da edifici abitativi a schiera alti due piani, in più blocchi contigui, costruiti tra fine ‘800 e inizi ‘900, «in parte abbinati alla realizzazione del primo insediamento industriale della “Fabbrica dei cementi” (poi Italcementi), destinati probabilmente alla residenza di una parte delle maestranze. Di altezze poco diverse e di non identica fattura architettonica, costituiscono da oltre un secolo l’immagine forte e peculiare del porto antico, tanto da essere state apprezzate ed inserite in un servizio sulla nostra città nel n.422/2021 della nota rivista Bell’Italia».

Una presenza da non trascurare  proprio perché, secondo Italia Nostra, «conservano allo spazio circostante il suo sapore di antico approdo dal mare e costituiscono l’ultima testimonianza del porto storico». Nasce da qui, dunque, la proposta di valorizzare in altra maniera l’area, senza ricorrere alle consuete demolizioni e nuove costruzioni.

A tal proposito, Italia Nostra parla di abuso del termine “riqualificazione” che «nasconde in realtà un’operazione immobiliare che prevede la sopraelevazione a tre piani dell’intero complesso edilizio, eliminando così per sempre i caratteri peculiari, che sono per altro assai rari in quella configurazione nelle parti antiche dei porti delle Marche. Quindi si tratta, a nostro avviso, di un patrimonio storico-urbanistico non soltanto locale».

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