Se il fatto compiuto è ancora da compiere (aggiornamenti su villa Bonaparte Torlonia)
Quello che mostra la fotografia, scattata giovedì 21 settembre, è un traliccio di tubi nuovi con un tabellone sopra il quale non c’è scritto niente. Tale e quale era da un po’ di tempo a questa parte. All’apparenza non si è mossa una paglia, nonostante la città sia stata interessata da molti pronunciamenti sopra i quali si è levato quello di Vittorio Sgarbi: la villa non è da demolire.
Ma ancora la città deve sapere di quale progetto edilizio stiamo parlando, chi sono i proprietari e chi i costruttori, e dov’è il permesso di costruzione, e non lo imparerà certo da quel tabellone ancora cieco. L’unico modo per avere queste informazioni sarebbe l’accesso agli atti; per ottenere i quali però serve una procedura che richiede tempo.
Le persone che si sono attivate sono particolarmente colpite dalla impalpabilità delle risposte. Avevano chiesto al sindaco che si facesse mediatore tra le esigenze costruttive e quelle di conservazione dell’edificio storico, in modo che con opportuni accorgimenti anche reciprocamente vantaggiosi si potessero contemperare le due cose. Ma come si fa ad essere collaborativi se non viene mostrato il progetto? Il sindaco risponde che ormai è tardi rispetto ai tempi del procedimento, anche perché si ha notizia che alcuni appartamenti ancora da costruire sono stati acquistati. Allora come mai il tabellone è ancora vuoto? La netta impressione è che il crescente pronunciamento a favore del mantenimento di ciò che gli interessati intendono fare abbia accelerato le procedure di vendita in modo da mettere la petizione di fronte al fatto compiuto: è tutto venduto, non si può tornare indietro e nessuno può farci più niente, nemmeno Sgarbi.
Al rifiuto, dunque, si aggiungerebbe l’opacità dell’operazione. Carenza grave. Tanto più che una sistemazione del progetto che includesse il restauro della parte storica potrebbe riflettersi in modo molto favorevole sugli interessi dei promotori: una povera ma ricca di storia abitazione sarebbe comunque casa di principi; l’opera di restauro finanziata come meritoria e fruibilità valorizzata e non certo compromessa dall’aggiustamento.
di Leonardo Badioli
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