«Il futuro dell’ospedale di Senigallia? Poche certezze e tanti dubbi»
Da anni ormai si susseguono segnalazioni e denunce sui disservizi in ambito sanitario, sul caos per le lunghe liste d’attesa, sulla carenza di personale o sull’obsolescenza di strutture e macchinari. E da anni si assiste a uno scaricabarile sulle responsabilità che hanno portato a questo risultato. Per capire con esattezza però cosa sta succedendo all’ospedale di Senigallia “Principe di Piemonte”, abbiamo intervistato il coordinatore del Tribunale del Malato “C.Urbani”, Umberto Solazzi. Ecco cosa ci ha raccontato.
Che futuro si prospetta per l’ospedale di Senigallia?
Ce lo chiedono tanti cittadini che ogni settimana si rivolgono a noi per denunciare le carenze in ambito sanitario. Noi purtroppo non abbiamo la sfera di cristallo. Abbiamo molti dubbi, questi sì, ma poche certezze.
Facciamo il punto sul “Principe di Piemonte”.
Un nome altisonante ma a questo punto direi al quanto decaduto. Con il decreto Balduzzi (D.m. 70/2015) sono state apportate modifiche organizzative e di funzione come presidio unico dell’Area vasta 2, dal 2018 composto su tre stabilimenti di Jesi, Fabriano e Senigallia, oltre alla lungodegenza nell’ospedale di comunità di Cingoli. Gli atti dispositivi delle determine Asur 350/2015, 481/2016, 361/2017 e 742/2019 (quest’ultima sospesa con la det. 163/2020, ma non annullata) hanno portato a scelte organizzative che hanno penalizzato il nostro ospedale.
Come è stata penalizzata Senigallia?
La logistica dei tre stabilimenti, distanti tra loro, con la forzata condivisione di un unico direttore con sede Fabriano, esempio lampante di politica campanilista in pieno stile Spacca, ha portato ad Ancona la sede centrale della direzione medica e amministrativa; a Fabriano la parte economica delle politiche del personale, mentre quella giuridica è a Jesi così come le sedi del patrimonio, attività tecniche, provveditorato (acquisti e logistica), area infermieristica ostetrica e sistemi informativi. Anche l’ingegneria clinica…
Il testo completo nell’edizione digitale di giovedì 30 settembre, disponibile a questo link.
a cura di Carlo Leone