Sanità: aumenta il caldo ma anche annunci, stanziamenti e misure d’urgenza
Mentre è in preparazione la discussione in consiglio delle Marche il piano sociosanitario regionale 2023-25, che verrà affrontato prima della pausa ferragostana, dalla Regione arrivano importanti annunci circa la risoluzione di annosi e nuovi problemi che riguardano i servizi sanitari pubblici e la situazione degli ospedali di tutto il territorio. Su tutti lo smaltimento delle prestazioni non erogate e la riduzione quindi delle liste di attesa.
A tal proposito ammonta a oltre 9 milioni di euro il finanziamento regionale per il recupero delle prestazioni ambulatoriali, ricoveri ospedalieri e attività afferenti allo screening, come inviti e prestazioni, erogati dagli enti del servizio sanitario regionale che non è stato possibile effettuare durante la pandemia da covid 19. «Nonostante quanto fatto nel 2022, comunica l’assessore alla sanità Filippo Saltamartini, rimane un numero di prestazioni, sia in regime di ricovero che ambulatoriale, ancora da recuperare». E questo numero è molto alto. Secondo la Cgil regionale questa quota arriva fino al 70-80% di prestazioni non erogate, ben al di sotto della media nazionale e del centro Italia. Per quanto riguarda gli screening invece la regione ha inviato l’82% degli inviti, ma l’adesione è stata molto bassa, solo del 20%.
Assessore criticato dai sindacati del comparto pubblico per alcune dichiarazioni sugli operatori che sarebbero tra le cause delle inefficienze del sistema sanitario regionale. Secondo Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl Marche le frasi sono «inaccettabili: Se non c’è disponibilità di determinate prestazioni la responsabilità primaria è di chi ha il governo della sanità regionale ormai da tre anni». Tra l’altro la soluzione di bypassare il CUP sarebbe la «toppa peggio del buco»: «metterebbe i cittadini nella condizione di avere maggiori disponibilità delle prestazioni richieste?»
Sempre dalla Regione però tirano dritto senza un reale coinvolgimento delle sigle e delle associazioni sindacali, come lamentano dalle realtà che raccolgono operatori e utenti. Un altro annuncio è quello di destinare oltre 48 milioni di euro del fondo sociale europeo ai tirocini di inclusione sociale e al potenziamento degli ambiti territoriali sociali. Risorse indirizzate alle persone e alle famiglie che presentano casi di fragilità di diverso tipo. Per i tirocini di inclusione sociale, la giunta regionale ha stanziato 19,1 milioni di euro e definito i criteri di riparto dei finanziamenti agli ATS. Le risorse sono programmate per 30 mesi, dal 1 luglio 2023 al 31 dicembre 2025 e finanziano le indennità mensili (400 euro al mese) della durata massima pari a 24 mesi. Per il potenziamento degli Ats sono invece 29 i milioni di euro per il personale degli ATS per lo svolgimento di 9 funzioni da potenziare (accesso, presa in carico, tutoraggio, assistenza socio-educativa, sostegno alle funzioni genitoriali, centri estivi, trasporto sociale, assistenza domiciliare, gestione amministrativa specifica per le funzioni sociali). Il finanziamento è pari a 21 euro all’ora + 40% forfetario per costi generali.
Infine, per alleggerire la pressione sugli ospedali – come avviene ogni anno ma sempre lo si affronta in emergenza senza “programmazione” – sono state avviate le procedure per la riattivazione delle Uscar, le Unità di continuità assistenziali impiegate durante il Covid, in modo da favorire l’assistenza domiciliare ed evitare accessi impropri nei pronto soccorso”. Uscar che saranno impiegate per fronteggiare le ondate di calore andando a casa di chi chiede assistenza, in particolare i soggetti fragili. Ma anche questa è una soluzione d’urgenza, attivata in piena fase emergenziale, senza alcuna strategia.
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