Regole per l’amministrazione condivisa e patti di collaborazione: che sviluppi per Senigallia? – L’INTERVISTA
Una delegazione da Senigallia ha partecipato, con il vescovo Manenti in testa, alla settimana sociale dei cattolici in Italia, che si è tenuta a Trieste ai primi di luglio. Una delegazione composta da alcuni membri della diocesi di Senigallia, e in particolare dal responsabile dell’ufficio per la pastorale sociale e del lavoro, Giovanni Spinozzi. Lo abbiamo intervistato non solo sull’evento di Trieste ma anche sui progetti che la pastorale porta avanti, rivolti alla comunità, alla partecipazione dei giovani, ai beni comuni. L’intervista è in onda mercoledì 17 luglio alle 13:10 e alle 20, giovedì 18 agli stessi orari e domenica 21 a partire dalle 16:50 (la seconda di tre interviste consecutive). Dove? Ma sempre su Radio Duomo Senigallia-InBlu, sui 95.2 FM, ovvio! Per chi non avesse a disposizione una radio, l’audio integrale è anche in questo articolo: basterà cliccare sul tasto play del lettore multimediale mentre chi vorrà potrà leggersi i momenti salienti nel testo qui sotto.
Di cosa si occupa la pastorale?
Abbiamo attività istituzionali, come l’incontro del vescovo con gli amministratori dei 16 comuni della diocesi; l’incontro con le parti economiche, sociali e imprenditoriali del territorio; e la giornata del creato, un momento di preghiera interreligiosa; poi abbiamo altre attività meno istituzionali come il corso per i 17enni per l’educazione alla cittadinanza attiva e al bene comune; il progetto “Il parco che vogliamo” sull’area verde della Cesanella; il progetto Fratello Sole sulle comunità energetiche, la cui prima realtà si costituisce nella parrocchia di Montemarciano.
Siete andati a Trieste per la settimana sociale dei cattolici in Italia: cos’è, a chi si rivolge e che riflessioni sono scaturite dall’appuntamento?
Esistono dal 1900 questi appuntamenti. Dopo la seconda guerra mondiale il contributo dei cattolici ha gettato le basi per la Costituzione italiana; quest’anno il tema era partecipazione e democrazia, non solo come strumento per l’affermazione del potere, non solo la votazione, ma il fine di valorizzare le persone perché ognuno dia il proprio contributo per il bene del paese.
Ci sono tante proposte per il bene del paese, inclusione, democrazia, politica, Europa, ambiente, energia: troppi temi?
Tutti concreti però e si parte da un fatto: c’è una crisi che è la partecipazione democratica. Alle ultime europee è andato a votare meno del 50% degli elettori italiani. Si parte quindi dalle cose concrete: le democrazie mature stanno vivendo una crisi e le persone sono sfiduciate perché almeno una volta democrazia significava anche miglioramento delle proprie condizioni di vita e sociali.
Come coinvolgere le persone?
Riesci a farle partecipare solo se realmente possono dire la loro e se c’è qualcuno che le ascolta sul serio, non vengono più alle riunioni per questioni ideologiche. Peggio è se le decisioni sono state già prese, un errore che commettiamo un po’ tutti in vari ambiti: allora le persone si sentono prese in giro e non partecipano più.
Quale percorso per ridare anima alla democrazia?
Il regolamento per l’amministrazione condivisa. Circa 200 città in Italia hanno cercato di attivare l’energia dei cittadini per l’amministrazione dei beni comuni, attraverso la gestione di un’area dismessa o di una vecchia fabbrica. Le persone si possono prendere cura dei beni intorno a loro, non al posto dei dipendenti comunali ma in maniera sussidiaria. Partendo dal basso e dal piccolo si riesce a riattivare la partecipazione.
E a Senigallia che percorsi si possono attivare?
“Il parco che vogliamo” va proprio in questa direzione. La progettazione relativa ai sedici ettari di verde alla Cesanella ha coinvolto mille studenti e decine di cittadini: il processo è stato finanziato da Cariverona per arrivare poi a un regolamento di amministrazione condivisa. A settembre e ottobre vedremo i primi passi concreti, come la realizzazione di un anfiteatro in legno e un giardino per la biodiversità con nuove e antiche piante. Ma tutte le idee sul resto del parco sono raccolte in un meta progetto che verrà presentato all’amministrazione comunale.
E il regolamento c’è già?
Ce l’abbiamo già, grazie all’associazione Labsus del già professore ordinario di diritto amministrativo all’Università di Trento Gregorio Arena, anche se dobbiamo lavorarci per adattarlo alla nostra realtà locale. Possiamo arrivare abbastanza veloci al risultato.
Cosa sono i patti di collaborazione?
Per quel parco o quel giardino ci sono quelle persone che se ne occupano, siglando un patto col Comune che sta dentro i limiti del regolamento per l’amministrazione condivisa. Una specie di protocollo operativo.
Quando potrebbero essere attivati?
Credo che nei primi mesi del nuovo anno potremo far partire regolamento e patto per la gestione del parco della Cesanella.
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