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Prevenzione del tumore al seno, Principi (Andos Senigallia): «Mammografia ed ecografia salvano la vita» – L’INTERVISTA

Scritto da Carlo Leone il . Pubblicato in , .
L'ospedale di Senigallia
L’ospedale di Senigallia

Parlare di tumore non è mai semplice, parlare di tumore al seno è forse ancora più complesso perché va a intaccare anche la dimensione della femminilità, quindi con molteplici risvolti psicologici. Per questo abbiamo voluto affrontare l’argomento con chi da anni se ne occupa con competenze e con delicatezza, rivolgendo la propria azione di volontariato alle pazienti oncologiche. L’ospite di oggi del programma “Venti minuti da Leone”, che Radio Duomo Senigallia/In Blu ha avviato lo scorso marzo, è Fulvia Principi, presidente del comitato di Senigallia dell’Andos, l’associazione nazionale donne operate al seno. L’intervista sarà in onda oggi – mercoledì 12 giugno – alle ore 13:10 e alle 20; domani – giovedì 13 giugno – agli stessi orari e infine domenica 16 a partire dalle 17:00, sempre su Radio Duomo Senigallia/In Blu (95.2FM). Per ascoltarla qui basterà cliccare sul tasto play del lettore multimediale; chi vorrà potrà anche proseguire con la lettura.

Intanto partiamo dai primi passi dell’associazione: quando è nata?
Qui nel senigalliese è nata nel 1992, ma siamo 52 comitati in tutta Italia che sono partiti dal 1976. Operiamo con protocolli condivisi, l’Andos è una realtà nazionale e le attività vanno avanti tutto l’anno.

Chi fa parte del comitato direttivo e dove operate?
Siamo in sette componenti su 120 socie e 25 volontarie: svolgono un compito molto importante perché ognuna ha un ruolo all’interno dell’associazione per essere più efficaci. Abbiamo una sede sopra la Coop in via degli Oleandri e la sala rosa all’interno dell’ospedale di Senigallia.

Parliamo delle attività che vengono svolte dall’Andos.
Beh da tempo si è capito che la malattia colpisce la donna nella sua personalità, nella sua identità femminile e quindi richiede un supporto specifico. Quindi curiamo sia l’aspetto fisico, che psicologico e sociale. L’andos è nata per trattare il linfedema, quel gonfiore del braccio che si verifica nella fase post operatoria quando si tolgono i linfonodi. Una delle attività fondamentali è quindi il linfodrenaggio con operatrici specializzate. Facciamo visite mediche, ci sono i fisioterapisti che effettuano sedute di posturologia e facciamo anche biomovimento in acqua. L’attività fisica è alla base del recupero da parte delle donne operate al seno. Poi ci sono altre attività durante tutto l’anno come la musica nel bosco che ha permesso di avviare il progetto per la cura dell’anima, della psiche, importante quanto quella del corpo, e percorsi di arteterapia nonché visite insieme nella città per godere del bello che c’è intorno a noi.

E la sala rosa cos’è?
E’ uno spazio all’interno dell’ospedale di Senigallia (al sesto piano del vecchio monoblocco, palazzina D1, reparto di oncologia, NDR) con infermiere specializzate per attività di supporto in cui viene portato avanti un percorso complementare al ciclo di cure. Si fa accoglienza, si ascolta e con un’estetista oncologica si trattano i problemi che nascono dopo un intervento con chemio e radioterapia. 

Altre attività?
Abbiamo anche una psicologa per incontri singoli o di gruppo, e una nutrizionista perché sappiamo il valore di mangiare bene. Le nostre attività sono sempre in espansione perché abbiamo fatto anche spettacoli teatrali con associazioni che ci supportano come la Sciabica di Marzocca, e la presentazione di libri. Ma cerchiamo di stare insieme perché dopo una diagnosi di cancro spesso c’è una fase di silenzio.

Cioè? Che fasi si devono attraversare a partire dalla conoscenza di una diagnosi?
La prima è la fase dello choc quando si ha la diagnosi; poi c’è lo spavento e il silenzio in cui si cerca quasi di negare la diagnosi. Molto spesso la donna vive la malattia anche nella dimensione familiare, per cui nasce una forte preoccupazione per i propri cari e per chi le sta vicino. Ma vorrei portare una nota positiva perché se è vero che il tumore al seno ha un’incidenza molto alta, circa il 12% di tutti i tumori con 50mila diagnosi ogni anno, è anche vero che c’è un tasso di sopravvivenza molto alto oggi perché si è passati a una terapia personalizzata e non più cure estreme uguali per tutte. 

Ma è vero che colpisce anche gli uomini?
Sì, c’è anche uno 0,5% di persone colpite dal tumore al seno che sono di sesso maschile.

Andiamo avanti con le fasi…
Poi arriva la consapevolezza. Si accetta la propria condizione e le donne tirano fuori quella forza che spesso nemmeno loro sanno di avere. E poi c’è quella della cura consapevolizzata: a volte si ricevono informazioni sulla malattia o sulla cura ma non su come gestire la malattia. Ecco l’importanza del movimento fisico e dell’approccio psicologico. Noi ci aggiungiamo ogni martedì delle passeggiate insieme: prevenzione, alimentazione ed esercizio fisico sono armi assolutamente vincenti.

E poi fate soprattutto informazione sulla prevenzione…
Sì, sapendo che la prevenzione è l’arma vincente perché gli screening hanno portato in cinque anni, dal 2015 al 2020, a una forte riduzione della mortalità del 6% in tutta Italia. Mammografia ed ecografia salvano la vita.

Quali segnali del nostro corpo possiamo cercare di intercettare per renderci conto eventualmente dell’insorgenza di una malattia?
Ci sono fattori non modificabili, come la predisposizione genetica, che interessano però solo il 6% delle persone. Per il resto si dovrebbe aderire ai programmi di screening: ovviamente la risposta la dà sempre il medico. E’ importante conoscere anche la propria storia familiare ma soprattutto rivolgersi al proprio medico, alla radiologa e alla senologa. Osservarsi, conoscere il proprio corpo e l’autopalpazione possono essere strumenti in più, ma non possono sostituire gli esami scientifici. 

Il comitato di Senigallia dell’Andos è contattabile al numero: 347.1313584 o via mail a info@andosenigallia.it. Le attività proposte sono gratuite e l’associazione si sostiene con il 5×1000 oltre che con l’iscrizione delle socie che sono attualmente circa 120 e che ricevono anche informazioni sui diritti che la legge riconosce alle persone colpite dal tumore al seno.

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