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«Ponte Garibaldi? Troppo impattante. Su lavori pubblici e urbanistica manca una visione di città» – INTERVISTA

Logo del programma "Venti minuti da Leone" in onda su Radio Duomo Senigallia - In Blu
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La politica della giunta Olivetti in campo urbanistico e dal punto di vista dei lavori pubblici, così come sul fronte ambientale e turistico, senza dimenticare il nuovo progetto del ponte Garibaldi, è l’oggetto dell’intervista che abbiamo realizzato a Stefania Pagani, capogruppo di Vola Senigallia in consiglio comunale. L’intervista è in onda venerdì 2 agosto alle ore 20; sabato 3 alle ore 13:10 e alle ore 20 e infine domenica 4 a partire dalle ore 16:50 (la terza di tre interessanti interviste), sempre su Radio Duomo Senigallia /In Blu, (95.2 FM). L’audio è disponibile anche in questo articolo, comprensivo di un estratto testuale dei punti salienti dell’intervista. Buon ascolto e buona lettura.

Partiamo dal ponte Garibaldi, dato l’annuncio del progetto definitivo di pochi giorni fa…
Faccio una premessa: il dibattito è stato affrontato perlopiù sulla stampa, svuotando il ruolo delle istituzioni. Finalmente, dopo mesi di proclami, ecco un’idea di questo ponte, ma cosa ne verrà fuori per la città? Che impatto? Tra tutte le soluzioni è stata scelta quella più impattante, senza considerare il contesto, penso alla viabilità: perché non sono state valutate altre soluzioni come i martinetti, un discorso molto valido e forse meno impattante. La sicurezza è prioritaria ma accanto, andrebbe preservata l’estetica e la funzionalità.

Regione, struttura commissariale, Comune e Anas hanno in conferenza stampa motivato questa scelta con il rispetto delle normative che prevedono il franco idraulico, scartando quindi altre soluzioni…
Da alcune uscite sulla stampa anche di tecnici, persone più qualificate di me, la soluzione che si può ottenere con le rampe potrebbe non essere l’unica in grado di dare sicurezza alla città. Anche sollevando il ponte con dei martinetti prima che si verifichi la piena potrebbe essere una soluzione che unisce sicurezza con la salvaguardia dell’estetica. Quest’amministrazione si è presentata come quella del dialogo però anche stavolta la città non è stata coinvolta. Tanti proclami, tanti annunci su interventi a breve, ma ancora di fatto nulla.

Questa è l’ultima novità sulla ricostruzione post alluvione: come vanno i lavori finora?
Siamo molto indietro. Tanto è stato fatto a valle, come la pulizia dei fiumi, ben venga perché va fatta manutenzione; ma tanti studi ci dicono che devono essere fatti interventi a monte per evitare che l’acqua arrivi a valle, come le vasche di espansione che hanno salvato anche altre zone nel nord Italia. Sul ponte del Vallone, due frazioni sono separate da mesi con conseguenze sull’economia di cittadini e imprese; ancora procediamo a rilento. 

Questa giunta può giovarsi di una mole di risorse enorme grazie al Pnrr, milioni e milioni. Che si traducono in tante manutenzioni.
Si è innegabile, ben vengano i lavori con il pnrr, significa sicurezza per la città. E’ vero anche però che molti progetti sono stati ripresi dal cassetto e alcuni non sono ancora stati attuati. Non sembra esserci però una strategia dietro. Poi molti progetti sono stati solo annunciati. Mi chiedo: alla fine della legislatura che città avremo davanti?

Stefania Pagani
Stefania Pagani

Siamo in piena estate: c’è stata o non c’è stata una seria programmazione degli eventi estivi? C’è stato coinvolgimento della politica? Le manifestazioni vanno nella direzione giusta?
Dopo la tendenza dello scorso anno, emerge anche quest’anno che la politica turistica della giunta Olivetti sia quella di spendere moltissimo, senza badare a spese, per il turismo, con molti eventi, anche costosi, senza un collegamento tra di loro o senza strategia. Sembra che questa proposta stia dando dei risultati positivi, ben vengano, ma è un successo momentaneo, soprattutto legato al weekend. Qual è la funzione turistica della città? La stiamo trasformando in un divertimentificio senza identità? Questa politica, a mio avviso, è miope e senza futuro. Il Summer Jamboree è un modello da prendere a esempio, un evento nato qui da noi, unico in Italia e che identifica una destinazione turistica: andrebbe, oltre che tutelato, anche moltiplicato.

E che giudizio date sul raduno Harley Davidson?
E’ stato colto un evento che ha portato turismo in un periodo di bassa stagione, forse un po’ troppo impattante a livello ambientale e per il centro storico. Vedremo con i numeri se ha portato un ritorno, ma la vedo dura che i partecipanti poi tornino da noi.

Il modello turistico familiare è in crisi? A che altri target guardare? Quale strategia?
Secondo me la strategia è fondamentale. Anziché prendere di tutto di più, dovremmo guardare a eventi come il Summer Jamboree e far diventare Senigallia riconoscibile per qualcosa. Un altro evento che si svolgeva solo a Senigallia c’era, il CaterRaduno, ma sappiamo com’è andata a finire. Questa amministrazione aveva anche tentato altre strade ma come mai dopo l’entusiasmo iniziale, per esempio, il festival del Fado non ha avuto seguito? Manca una vera strategia. Poi chiaro, una riflessione finale la faremo coi numeri alla mano, così come potremo capire quanti turisti sono giunti dall’America dopo il grande convegno con gli operatori turistici statunitensi.

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