Poco personale e continue trasferte: protestano i poliziotti del XIV Reparto mobile di Senigallia
Protesta con sit e volantinaggio nella mattinata di oggi, 9 novembre, davanti il XIV Reparto mobile di Senigallia. Il Siulp (Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia) Ancona, con una delegazione di quadri sindacali a cui si sono aggiunti alcuni colleghi fuori servizio ed in quiescenza ed un delegato della Cisl di Senigallia, hanno manifestato davanti all’ingresso della sede senigalliese per rivendicare il rispetto dei diritti, della sicurezza dei colleghi impegnati nell’ordine pubblico e dei cittadini ma, soprattutto, per tutelare il benessere personale e familiare dei lavoratori.
La manifestazione nasce dopo molteplici segnalazioni e denunce di croniche difficoltà stante la gestione critica e la carenza del personale. Nel XIV Reparto mobile lavorano 164 poliziotti «mentre dovrebbero essercene 205 come previsto dal decreto ministeriale», sostengono dal Siulp, sottolineando come dopo i pensionamenti difficilmente arrivano nuovi assunti.
«Intanto – prosegue il segretario provinciale del Siulp Alessandro Bufarini – aumenta anche l’età media e i ritmi di lavoro diventano meno sostenibili. Il Reparto di Senigallia è uno dei principali in Italia che svolge servizi esterni di ordine pubblico lungo la costa adriatica, coprendo un’area che va, generalmente, da Bologna a Pescara, arrivando fino in Lazio, a Roma. Oggi i ritmi d’impiego che devono sostenere i colleghi con servizi di questo tipo sono serrati»: nascono da qui il malcontento e le continue rivendicazioni che hanno portato a manifestare pubblicamente il disagio dei poliziotti in servizio a Senigallia perché «il sindacato è rimasto inascoltato».
Tra le richieste ci sono un «impiego più misurato alle esigenze del XIV Reparto Mobile o, nel medio periodo, un incremento di personale per raggiungere l’organico previsto. Il connubio tra una mancata funzione dirigenziale, la criticità nella sicurezza delle squadre ed il mancato recupero psicofisico tra un servizio e l’altro non può più essere tollerato, come pure i ritardi nei pagamenti degli straordinari».
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