Un piano per le grandi e urgenti opere di messa in sicurezza del territorio dopo l’alluvione
I materiali dragati dal letto del fiume Misa a Senigallia, risultati non inquinati, potranno essere utilizzati per il ripascimento della costa. Lo ha affermato la Regione Marche dopo l’avvio dei lavori sui sedimenti da asportare dall’alveo fluviale, nel tratto compreso tra ponte Garibaldi e ponte “Angeli dell’8 dicembre 2018”. I circa 3000 metri cubi verranno prima depositati nel parcheggio a fianco dell’autostrada A14, già sfruttato come deposito dopo le alluvioni del 15 settembre 2022 e del 3 maggio 2014.
Nel frattempo la Regione Marche e la struttura commissariale per l’alluvione 2022 hanno aperto una trattativa con il Dipartimento di Protezione civile nazionale e il MEF: il frutto è l’ordinanza 1011 del 23 giugno 2023 con la quale si apre una nuova fase operativa per la ricostruzione: l’atto permette di intervenire direttamente, affidando la progettazione e appaltando le opere strutturali complesse, fino a quel momento non regolamentate dalle procedure dell’emergenza e, conseguentemente, non realizzabili. Tra queste le vasche di laminazione o gli interventi sulle intere aste fluviali.
«È un passaggio importante» ha affermato il presidente regionale Acquaroli. Le nuove procedure prevedono che sia il Commissario delegato ad adottare un piano delle opere strutturali urgenti, dopo l’intesa con l’Autorità di Distretto dell’Appennino centrale. Piano che è già in fase di elaborazione da qualche mese con il supporto anche delle università di Camerino e Ancona.
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