Pianello di Ostra: cronaca di minuti in cui tutto è cambiato
Ha piovuto tutto il pomeriggio, tanto che gli allenamenti di calcio categoria pulcini, la squadra di mio figlio, sono stati annullati. Intorno alle 20 ho letto sul web che ad Arcevia c’erano state frane e smottamenti per la pioggia abbondante e avevano già deciso di chiudere le scuole il giorno dopo. Alle 21 circa, mio marito è uscito per andare al circolo di Pianello e organizzare la gara di ruzzola fissata per la domenica. Io stavo accompagnando i miei figli a dormire, poi ho sentito un gran rumore di auto, cosa strana per un giovedì sera a quell’ora. Mi affaccio, vedo tantissime auto che salivano per parcheggiare e persone che tornavano correndo in basso verso l’incrocio tra via S.Gregorio e l’Arceviese .Avevo già visto quella scena 8 anni prima, nel 2014, quando il fosso era straripato. Mentre i ricordi si attivano,mi accorgo anche di sentire un gran rumore di acqua, come una cascata e non capisco cosa stia succedendo. E’ allora che mi raggiunge la voce di mio marito sotto casa che ha rimesso l’auto in garage e mi dice di avvisare i miei genitori e mia sorella, che vivono a Senigallia. E’ agitato, mi grida che Pianello vecchio è allagato. Cerco di contattare i miei familiari a Senigallia, ma le linee sono interrotte. Va via la corrente. Dentro casa si accendono le luci di emergenza. Mia figlia non riesce a dormire, la rassicuro di non preoccuparsi e che avevo letto che il giorno dopo le scuole sarebbero state chiuse. Mio marito mi manda un video: difficile comprendere, riconoscere i luoghi anche se ben conosciuti. Lui era lì a pochi metri dall’incrocio ed è rimasto lì, vicino alla casa in cui vive da sola la suocera di mia sorella, se mai avesse avuto bisogno. L’Arceviese era diventata un fiume e la corrente faceva scorrere le auto posteggiate sui lati della strada. Non riuscivo a rendermi conto e la mia preoccupazione aumentava anche per Senigallia. Sento allarmi di auto, sirene in lontananza che transitano e altre che si fermano. Verso le 22.10 mio marito mi dice che l’acqua inizia a calare, ma verso le 23 mi informa che ci sono persone intrappolate nei garage della palazzina in cui abita un nostro caro amico. E un’altra persona è bloccata in casa, vicino al bar. Mi dice i nomi di queste persone. Non voglio credere che stia accadendo. Voglio sperare. A mezzanotte e mezza il fiume esonda anche a Senigallia. Arrivano i soccorsi a Pianello: hanno avuto molte difficoltà a raggiungerci. Mio marito torna a casa verso le 2 di notte, è sconvolto. Mi racconta. Arrivato al circolo alle 21 si era seduto a bere un amaro e a chiacchierare con Peppe (Tisba), quando lui riceve una telefonata e senza dire niente si alza ed esce. Mio marito gli va dietro e, quando entrambi sono fuori, vedono che l’Arceviese si sta allagando. Mio marito aveva parcheggiato nel piazzale del circolo, va a prendere l’auto ed esce dal vialetto. Arrivato al passo d’uscita e vedendo l’acqua che arrivava, ha imboccato l’Arceviese per tornare a casa, mettere l’auto in garage, dirmi di chiamare Senigallia e poi tornare verso l’incrocio quando ha visto che era già tutto completamente allagato. Non più di 10 minuti che hanno cambiato tutto. Repentinamente. La notte, in cui non si è dormito, ad attendere il giorno. Un giorno inimmaginabile. In cui tutto era diverso rispetto al giorno prima. Persone che ci hanno lasciato. Dolore. Straziante. Ingiusto. E sconcerto, disperazione, smarrimento: luoghi familiari ricoperti dal fango e amici, una comunità intera che ha perso i ricordi di una vita e non solo. Il trambusto, macchine e mezzi di soccorso. E solo una luce: tante persone al lavoro che cercavano di rendersi utili.
Federica Papi