Nuovo ponte Garibaldi: «Troppo impattante, è una porcheria. Fermatelo» – INTERVISTA
Si torna a parlare di ponte Garibaldi nell’ultima puntata di “Venti minuti da Leone” in onda mercoledì 2 e giovedì 3 ottobre alle ore 13:10 e alle ore 20 su Radio Duomo Senigallia (95.2 MHz FM). Un’ulteriore replica sarà in onda domenica 6 ottobre a partire dalle 16:50 (la seconda di tre interviste consecutive), mentre sarà sempre disponibile l’audio anche in questo articolo, assieme a un estratto testuale. Un argomento di carattere urbanistico, storico, architettonico, estetico; ma soprattutto politico, date le numerose critiche mosse al progetto che avevamo presentato su VoceMisena.it già lo scorso marzo. La conformazione del nuovo ponte ufficialmente è stata presentata a fine luglio da Massimo Olivetti, sindaco di Senigallia; Francesco Acquaroli e Stefano Babini, rispettivamente commissario e vice commissario all’emergenza alluvione 2022; e Stefano Aguzzi, assessore regionale alla protezione civile. Le contestazioni sono sfociate in una petizione on line (è ancora possibile sottoscriverla qui) con migliaia di firme raccolte. Da qui la nostra volontà di capire le motivazioni che hanno mosso gli organizzatori a lanciarla, dopo aver pubblicato nei mesi scorsi quelle delle istituzioni. Protagonista di questa puntata è Marco Lion, ex deputato dei Verdi e oggi presidente della sezione senigalliese di Italia Nostra.
Che cosa contestate di questo progetto di Ponte Garibaldi?
Come Italia Nostra Senigallia, Gruppo Società e Ambiente, Associazione Confluenze, Archeoclub d’Italia sezione di Senigallia e Amici della Foce del Fiume Cesano, siamo rimasti molto sconcertati da questo progetto e dalla modalità con cui è stato licenziato. Nel senso che improvvisamente, dopo mesi di promesse, viene presentato un progetto per un nuovo ponte che proprio scardina l’immagine del centro storico della nostra città e di fronte a questo come cittadini e come amanti della nostra città, come amanti della storia della nostra città, della sua architettura, del suo centro storico ci siamo sentiti obbligati a far sentire la nostra voce, quindi abbiamo lanciato questa petizione online che nel giro di poco tempo ha raccolto un numero impressionante di firme, oggi siamo a circa 8.200.
Voi come rete di associazioni sostenete che questo progetto di ponte Garibaldi impatterà molto sull’architettura del centro antico di Senigallia: quali punti sono i più contestati, quali saranno le ripercussioni maggiori?
Le ripercussioni più forti sono sull’immagine di Senigallia. Se c’è un elemento identificativo per la città di Senigallia sono i portici Ercolani, come la rotonda, come la rocca e questo progetto va a impattare proprio su questo elemento identificativo, storico che non è lì da ieri, è lì dal 1700, con l’ampliazione della città. E’ un ponte ad arco con delle rampe che supereranno gli attuali argini del fiume di metri e quindi renderà impossibile da via Rossini vedere quello che la città ha sempre visto, i suoi portici Ercolani.
Siete contrari all’idea di rifare il ponte?
Noi non siamo contrari a un ponte, noi vogliamo che ci sia il ponte, ma non certamente questo: questo è una follia che rimarrà per centinaia di anni a dimostrazione dell’incapacità degli amministratori di pensare secondo dei criteri che rispettino la storia e l’architettura della città.
Per quanto riguarda l’altezza del ponte e la sua conformazione, il sindaco Olivetti e il commissario all’emergenza alluvione Acquaroli hanno presentato questo progetto come l’unico possibile pur spostando di poche decine di metri il ponte dalla sua posizione originaria.
Sono 40 metri, mica 4 cm. Loro, la pubblica amministrazione, avevano 3 progetti, li hanno fatti loro, non li abbiamo fatti noi associazioni culturali e ambientaliste. Questo progetto di cui stiamo parlando è il terzo, mentre il primo prevedeva la ricostruzione del ponte nello stesso punto dove è adesso, la ricostruzione del ponte con martinetti, cioè un sistema che alza il ponte di un metro e mezzo, perché questa qui è la misura che viene consentita dalla legge e che permette il deflusso dell’acqua e di eventuali alberi e quant’altro. Quindi il progetto c’era già, non si capisce perché alla fine hanno scelto questo sgorbio: forse perché costa due volte di più.
E chi ne gioverebbe?
Giova alla logica degli appalti e subappalti. Ci sono tanti soldi, allora si spende e si spande, però si deve spendere per le cose concrete e serie, non si devono buttare via i soldi, questo è quello che diciamo noi.
Questa secondo voi non è la soluzione che potrebbe permettere di salvare la città?
Gli stessi progettisti ci dicono che i veri problemi per Senigallia non sono il ponte Garibaldi o ex Garibaldi, ma gli altri 3 ponti che ci sono dopo, il ponte sul corso II Giugno, il ponte della nazionale e il ponte della ferrovia che sono a più bassi di 2 metri rispetto al ponte Garibaldi, più bassi di 2 metri, c’è scritto a chiare lettere. Il ponte II Giugno abbiamo verificato che è un disastro, che ha fatto danni, e quando fu costruito noi abbiamo fatto una lettera aperta alla città e al sindaco dicendo di evitare di fare quel ponte così che non avrebbe risolto i problemi, ma al solito non ci si è dato ascolto, abbiamo visto i risultati nel 2022, perché è stato chiaro che quel ponte è fatto da argine. Ora sul ponte II Giugno il commissario e il vicecommissario dicono “pensiamo di fare un concorso d’idee per ripensare questo ponte”: perché questo concorso d’idee non si fa anche sul ponte Garibaldi?
Per quanto riguarda i costi, secondo voi stiamo parlando di cifre quindi esagerate o non consone?
Certo, realizzare un ponte con quelle rampe, con quelle altezze eccetera, costa sicuramente molto di più di un ponte che invece diciamo è a raso o quasi rispetto agli attuali argini, è logico che costa di più.
Altre osservazioni?
Chiudiamo una strada, via Rossini, e impazzirà il traffico che dovrà passare necessariamente verso lo stadio: come faranno a risolvere il problema del traffico quando c’è la partita la domenica o gli altri giorni? Poi lì sicuramente salterà la metà dei parcheggi che attualmente esistono. C’era forse una volta un piano del traffico a Senigallia, adesso l’hanno mandato al macero: anche questo non è un problema da poco.
Sull’altezza del ponte, oltre all’aspetto estetico?
Le rampe che vengono costruite avranno una pendenza all’incirca tra il 7 e il 10%, uguale alla pendenza del ponte Zavatti, allora con quella pendenza gli anziani e i portatori d’handicap non saranno in grado di superare il ponte; inoltre hanno fatto una parte ciclabile del ponte che passa davanti a dove scendono le macchine; delle follie a ripetizione, non capisco certi progetti come vengano organizzati. Ma più che altro si guardano i progetti che vengono presentati? Si fa un esame di quello che c’è davanti, oppure si accetta tutto pedissequamente? Noi non lo accettiamo perché pensiamo alla città, ci teniamo: questa città è di tutti, non di 4 dirigenti o di 4 amministratori che poi tra qualche anno se ne andranno e lasceranno in eredità questa porcheria per le future generazioni.
Una domanda sul comportamento, sull’atteggiamento che ha assunto il comune di Senigallia: una delle critiche che è stata mossa è quella di aver fondamentalmente delegato la regione a pensare a tutto, secondo lei è così?
Innanzitutto bisognerebbe capire come si fa ad abbattere un ponte senza una perizia che asserisse che quel ponte non era più agibile, non esiste una perizia firmata da qualsiasi tecnico, non esiste niente, però si è abbattuto quel ponte perché c’era il rischio che crollava. Non facevano passare nessuno anche a piedi, poi per magia quando si è trattato di buttarlo giù sono comparse delle macchine che pesavano 9 tonnellate. Quello era un certificato che quel ponte non era affatto pericolante, però si è scelto di abbatterlo, questa diciamo così si chiama furbizia, facciamo abbattere il ponte e poi ce lo facciamo ricostruire dalla regione, quindi non è che il comune ha subito pedissequamente, il comune si è affidato totalmente alla regione che ha chiesto all’ANAS un progetto e l’ANAS l’ha richiesto a una società di ingegneria che forse non ha mai visto Senigallia e che ha fatto questo progetto sulla carta. I progetti si fanno con criterio, capendo come è fatta la città e cosa significa quella parte della città per i cittadini e non calando dall’alto un progetto senza alcuna discussione. Esiste nello statuto comunale la possibilità di fare il cosiddetto “consiglio grande” ma si è assolutamente lasciato andare; si può anche fare un referendum, noi sfidiamo il comune, faccia un referendum tra i cittadini se piace questo ponte o preferiscono un altro progetto, non lo fanno.
La petizione che avete lanciato come rete di associazioni ha superato le 8 mila firme ma è stata presentata all’amministrazione comunale, regionale?
E’ ancora in itinere, non l’abbiamo chiusa. Quando la chiuderemo, consegneremo le firme al comune, alla regione e alla sopritendenza: vorremmo arrivare a 10 mila firme. Si va su Change.org: “No al prgetto del nuovo ponte Garibaldi”.
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