Movimento per la vita Senigallia: «E’ sempre degna di essere vissuta, anche nella sofferenza»
Sostegno alla vita, alle donne incinte, aiuto concreto alle persone in difficoltà, ma anche aborto, eutanasia, suicidio assistito. Questi gli importanti e particolarmente impegnativi temi affrontati nell’ultima puntata di “Venti minuti da Leone”, assieme a Carla Fabini, presidente del Movimento per la Vita di Senigallia. L’intervista sarà in onda martedì 3 dicembre alle ore 13:10 e alle ore 20 e domenica 8 dicembre alle 16:50 su Radio Duomo Senigallia (95.2 FM). E’ inoltre disponibile integralmente anche in questo articolo, basta cliccare sul tasto ‘riproduci’ del lettore multimediale, dov’è presente anche un breve testo con i tratti salienti dell’intervista.
Partiamo da una panoramica delle vostre attività e della vostra realtà.
Il Movimento per la Vita è il centro di aiuto alla vita, sono nati all’incirca nel 1980. Sono due associazioni distinte ma collaborative, due facce della stessa medaglia, in quanto il Movimento per la Vita è soprattutto un’attività di formazione e promozione culturale. Il centro di aiuto alla vita invece è proprio un’attività di intervento, laddove una donna incinta e in difficoltà per questa maternità, perché inattesa, perché a rischio, si trova indecisa tra proseguire la gravidanza e l’aborto e quindi i volontari del CAV si affiancano alla donna, alla mamma, per aiutarla a fare una scelta diversa dall’aborto e quindi per proseguire la gravidanza. La mission principale è aiuto alle mamme incinte, però aiutiamo anche mamme che hanno bambini già nati o che hanno bambini piccoli con varie necessità. Al CAV ci sono circa attualmente 10-12 volontarie, siamo aperti due volte a settimana. In questo momento la sede in via Anita Garibaldi a Senigallia è chiusa, ci stiamo trasferendo in un’altra sede, sempre insieme al consultorio. Ancora la sede non è operativa. Speriamo di essere operativi perlomeno dalla metà di dicembre.
Quante persone si rivolgevano a voi? Che tipologia di persone si rivolge a voi? C’è anche una diversificazione a livello culturale, a livello territoriale, a livello religioso?
La persona a cui il CAV si rivolge è la mamma incinta che si trova di fronte a una gravidanza a rischio per tanti motivi nel senso rischio che non sa se è nelle condizioni possibilità di portare avanti la gravidanza. Non un rischio per la salute, non sapendo perché si trovano sole di fronte a questa gravidanza perché magari sono sole nel senso che sono state lasciate dal ragazzo o perché il marito non vuole il figlio o perché hanno una situazione di lavoro precaria o perché non hanno una situazione abitativa definitiva e quindi per noi quando incontriamo queste mamme queste sono casa, lavoro, ovviamente casa lavoro e un minimo di vita dignitosa che li pone di fronte al dubbio se riescono a portare avanti la gravidanza.
Garantendo l’anonimato, chi si rivolge a voi, cosa vi chiede e attraverso quali fonti potete sostenervi?
C’è capitato che abbiamo aiutato per il primo figlio, poi per il secondo e anche per il terzo ma dipende dalla situazione. Grazie a contributi volontari, offerte e donazioni e con un sostegno della Caritas, cerchiamo sempre di dare una risposta concreta di vicinanza a queste persone che giustamente hanno bisogno di essere accolte seguite ma che hanno bisogno di segni concreti tant’è vero che diamo anche cose concrete proprio abitini, carrozzine, attrezzature. Poi c’è a livello nazionale il progetto Gemma che è un sostegno economico alle mamme che sono diciamo a rischio di aborto nel senso che hanno già un certificato per abortire ed è un sostegno economico dal terzo mese di gravidanza fino all’anno del bambino, quindi per 18 mesi ed è un aiuto importante perché è un segno di concretezza. Per il resto il cav fa raccolta di fondi durante la giornata per la vita a febbraio e a maggio per la festa da mamma con l’offerta di piantine.
Voi non riconoscete alcun diritto all’aborto quindi: qual è la vostra posizione a riguardo?
Quello che ci preme a noi del CAV, a noi del centro di vita è quella di dare alla donna la scelta di non abortire nel senso che da noi quando vengono donne sole, senza casa, senza lavoro, senza prospettive, con tutti contro che dicono “Ma se hai questi problemi abortisci no?” però lei non vorrebbe perché questo figlio lo sente, lo percepisce… noi siamo a fianco alle donne per dire: “Se tu non vuoi abortire noi ci siamo, noi capiamo questo tuo desiderio e faremo il possibile per poterti aiutare”. Noi vogliamo dare veramente alla donna libertà totale perché se io ho prospettive zero l’aborto può diventare l’unica scelta invece noi vorremmo darle un’alternativa a questa cosa drammatica che è l’aborto.
Qual è la vostra posizione invece riguardo ai temi dell’eutanasia, fine vita, suicidio assistito?
Questo è un argomento ancora più delicato forse rispetto a quello dell’aborto. Il momento per la vita nello statuto è stato chiarito che il momento per la vita opera come centro di assistenza, di promozione, di cura della vita dal concepimento alla morte naturale, nessun tipo di intervento da terzi o esterno. Oggi è molto difficile perché sicuramente la vita è diventata più difficile, l’età media si è allungata tantissimo però non significa sempre anche una ottima salute, non sempre viene abbinata alla qualità. E’ chiaro che una persona che ha difficoltà di salute fa veramente fatica. A uno verrebbe da dire: “Forse è meglio non portare avanti la vita se questa vita non è adeguata o dignitosa”. Quello che posso dire a livello un po’ di movimento che condivido che anche il mio pensiero è che per me un essere umano è sempre dignitoso anche nel momento peggiore della propria vita, anche nel momento della sofferenza e io lo so perché con i miei genitori ci sono passata quindi so di cosa sto parlando. Sono cose delicate, sono cose dolorose però spero mi auguro fortemente che ci sia veramente l’intenzione e l’intervento da parte di tutti perché ogni essere umano possa vivere al meglio fino all’ultimo e che ci sia investimento in questo piuttosto che nell’anticipare la morte. Una vita è sempre degna di essere vissuta.
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