Movimento 5 Stelle: per il coordinatore provinciale Romagnoli Nova è un «passo in avanti»
Quale futuro si staglia all’orizzonte per il Movimento 5 Stelle che ha di fatto defenestrato il fondatore Beppe Grillo con il voto degli iscritti (ripetuto e incrementato nei voti)? Quale percorso dopo l’assemblea costituente che si è recentemente conclusa a Roma? E quali ripercussioni strategiche anche nelle Marche dove finora si è registrata una proficua collaborazione con il Partito Democratico? Di tutto questo abbiamo parlato con Sergio Romagnoli, che oltre a essere stato un senatore pentastellato, è attualmente coordinatore provinciale del Movimento 5 Stelle per la provincia di Ancona. L’intervista è andata in onda già venerdì 27 dicembre e lo sarà nuovamente sabato 28, alle ore 13:10 e alle ore 20, mentre domenica 29 alle ore 16:50 (la terza di tre inteviste), sempre su Radio Duomo Senigallia (95.2 FM). Sarà possibile ascoltarla anche cliccando sul tasto “riproduci” del lettore multimediale presente in questo articolo. Data però la bassa qualità dell’audio in alcuni punti, purtroppo legata a problemi tecnici, abbiamo deciso quindi di accompagnarlo anche con il testo integrale dell’intervista.
Cerchiamo di fare una panoramica di quello che sta succedendo all’interno del Movimento 5 Stelle e una panoramica anche di quelle che sono le prospettive future per il Movimento nell’ambito della politica italiana e del suo posizionamento nello scacchiere nazionale. Partiamo dagli ultimi avvenimenti, quello del referendum, con il voto quasi plebiscitario, insomma, contro il fondatore Grillo e soprattutto con la predisposizione degli elettori verso questa nuova pagina che si apre per il Movimento 5 Stelle.
Lei fa riferimento a Nova, l’evento che si è svolto a Roma: ci tengo particolarmente a dire che non era un sondaggio contro Beppe Grillo, nel modo più assoluto. E’ stata una riunione fatta dalla base di tutti gli attivisti d’Italia, una partecipazione incredibile di tante persone, di tanti attivisti, che hanno creato una costituente per ripartire con nuovo slancio nel Movimento, rivedendo quelle che erano le fondamenta dei 5 Stelle. Tra queste c’erano dei principi, secondo tante persone «fondamentali per il Movimento 5 Stelle, quello che caratterizza da tempo il Movimento 5 Stelle», ma che servivano all’inizio per dare una spallata al sistema. Io ho appoggiato pienamente il Movimento di Grillo perché in quel momento si arriva a dare una spallata, poi è servito Conte per strutturarsi, per cambiare le terminologie, i modi e l’organizzazione. La costituente è andata a decidere di nuovo tutti i parametri. Siamo comunque coerenti con la politica sana, onesta, trasparente, fatta per i cittadini, senza interessi, senza nessun condannato, restituendo i soldi come abbiamo sempre fatto e tutto quanto così, però, per esempio, rivediamo il discorso dei mandati, piuttosto che il garante può decidere di ripetere la votazione, pur riconoscendo il ruolo. Io sono assolutamente affezionato a Grillo e a tutto quello che ha fatto, però ad oggi, nel 2025 non è pensabile che c’è un gruppo che non ha un’organizzazione, né una persona a capo di tutto che gestisce tutte quante le situazioni. Secondo me è stato un grande passo avanti.
Questa costituente ha rivoluzionato un po’ il movimento, almeno in alcuni principi, che erano quelli di partenza, quelli originari, quelli fondanti e intanto la sua posizione quindi è quella di un’approvazione di questo risultato.
Assolutamente sì, nel senso che io riconosco pienamente la scelta che è stata fatta dagli attivisti, dire «no» alla presenza del garante come è stato fino ad oggi, «no» al limite dei mandati che penalizza notevolmente i 5 stelle; io sono d’accordo perché perdere alle elezioni regionali, nazionali, delle persone di valore come Paolo Taverna, come Gianluca Perilli, come tanti miei colleghi attivisti, portavoci come me, è un fattore che penalizza molto noi e favorisce molto gli altri partiti che a volte hanno persone veramente allucinanti nelle loro squadre, però sono conosciute mentre da noi sono assolutamente sconosciute ai più, quindi è una cosa secondo me da cambiare.
Secondo lei quindi c’è stata una sorta di tradimento, una sconfitta degli iscritti della prima ora, molti dei quali si sono allontanati proprio per non riconoscersi più in questo nuovo movimento?
Assolutamente no, secondo me non c’è stato alcun tradimento del movimento o dei principi di base, anzi è stata data più voce agli attivisti che tutti insieme si sono confrontati, hanno parlato e hanno votato su dei punti, e tolto dei poteri anche al presidente attuale, Conte, aumentando i poteri dei probiviri; è stato chiesto anche un coinvolgimento maggiore del territorio, degli attivisti, di conseguenza c’è stata una redistribuzione dei poteri. E’ venuto fuori questo problema, lei ha ragione perché questa la domanda se la sono poste molte persone anche all’interno del M5S. Io ho fatto una domanda a tutti gli attivisti, facciamo delle riunioni molto partecipate, on line, e io ho chiesto quante persone sanno realmente quello che abbiamo fatto. Non mi si venga a dire che il principio fondante sono i due mandati: se una persona ha fatto il consigliere comunale e poi è andato alla regione, poi non può essere più candidabile. A Nova è stato deciso di non considerare i mandati dei consigli comunali, perché è come una sorta di gavetta, un periodo formativo per poi preparare le persone per andare in regione o in europa: è stato votato che se c’è stato un buon lavoro da parte di persone che sono state in Europa, perché non possono tornare in Italia e andare a dare una mano in regione?
Quali sono allora i principi fondanti del movimento?
Sono le leggi molto efficaci per il bene comune, per la dignità umana, per i nostri figli. Noi abbiamo investito tanto sul sistema sanitario durante il periodo del covid, ci sono crisi sanitarie anche da noi a Senigallia, Fabriano, si vede da tutte le parti che il sistema è un disastro allucinante, siamo gli unici che hanno dato dei ristori sotto il covid alle persone e alle aziende che erano ferme, 5-10-20 mila euro soldi dallo Stato perché c’erano difficoltà. Fare delle leggi come istituire il registro dei tumori che prima non esisteva, la legge salvamare di Andrea Costa, la dignità umana, gli animali, la protezione dell’ambiente, queste sono le cose identitarie del movimento 5 stelle, che garantiscono una politica sana.
Una questione sul posizionamento a livello politico nazionale: il Movimento 5 Stelle in questo momento si vuole ritagliare uno spazio nel centro-sinistra, ma di fianco al PD, di fianco ad Alleanza Verdi-Sinistra, oppure in coalizione, insomma il matrimonio col PD non è andato bene, cosa succede adesso?
A livello nazionale sempre da Nova è venuta fuori una dichiarazione “progressista, indipendente”: questa è la definizione che io condivido pienamente. Non parla di fare un’alleanza specifica con il PD, con Avs o altri, non è questo, non è stato votato questo, si è votato di partire su un piano programmatico, trasparente, chiaro, con dei punti ben specifici, e ce ne sono, sanità pubblica, rispetto all’ambiente, lavoro, scuola e quant’altro, e a quel punto dobbiamo anche vedere quali forze progressiste sono disposte a fare quel percorso insieme a noi. Siamo disposti ad allearci con chi vuole portarli avanti ma seriamente, non senza sapere cosa fare e cosa dire, non ci mettiamo insieme per andare alle elezioni e battere le destre, non funziona così. Ci sono dei punti che ci lasciano distanti da una forza come il PD, loro votano il rifinanziamento delle armi, noi no; davanti ai punti programmatici vogliamo sapere se siamo più vicini a AVS, nelle Marche a “Dipende da noi”, piuttosto che altre associazioni, comitati, partiti e quant’altro e il PD ci deve dire se ci sta a percorrere certi punti. Successivamente verrà il discorso del candidato e quale percorso fare.
Invece per quanto riguarda la regione Marche, è nota la collaborazione ormai da anni, soprattutto si è rafforzata nell’ultimo periodo, tra la consigliera regionale Marta Ruggeri, capogruppo in consiglio regionale delle Marche e il gruppo consiliare del PD, del Partito Democratico, come legge questa collaborazione alla luce di queste considerazioni nazionali e quali prospettive future si aprono sempre qua nelle Marche?
Marta Ruggeri è un’amica, ma come portavoce sono arrivato a stimarla ancora di più perché ha fatto un bel lavoro, sta facendo un bel lavoro e credetemi se lo fai seriamente è un impegno veramente grande. La collaborazione con il PD, è vero, è stata molto proficua in alcuni momenti. Penso che proprio da qui possa partire un discorso di condivisione di un piano programmatico che possa portare a una politica nuova: secondo me i cittadini oggi delle Marche devono sapere che se c’è una forza progressista che si unisce su dei punti, per una lotta politica trasparente, sana, fa determinate cose in un certo modo e allora posso pensare anche di appoggiarli politicamente, di votare, ma non dobbiamo partire da loro e dire «ci alleiamo in qualche modo per andare contro queste destre». Io apprezzo tanto Bersani, ma ultimamente quando l’ho sentito in un’intervista con Travaglio dire «Ci dobbiamo alleare perché altrimenti queste destre vinceranno sempre», ma io sono d’accordo con Travaglio, non mi posso alleare per non far vincere le destre: io mi devo alleare per una politica sana, devo parlare di argomenti. Non teniamo mai conto quando si fanno queste valutazioni, che sì le destre le vincono, ma c’è più del 50% delle persone che non va a votare, quelle persone evidentemente perché non trovano un riscontro di una politica sana fatta in un certo modo, io mi preoccupo secondo me, tutti quanti si dovrebbero preoccupare di questo, il Movimento 5 Stelle si preoccupa di fare una politica sana, di avere persone che portano avanti i punti di dignità per tutti quanti.
I temi prima delle alleanze quindi?
Assolutamente sì, è la prima cosa che ha rilasciato in un’intervista la nostra Marta Ruggeri dicendo «Parliamo di temi, poi parleremo d’altro», e lo condivido ovviamente.
Ultima questione, lei è fabrianese, è stato senatore appunto nella penultima legislatura, ora i temi per le Marche su cui è possibile costruire un’eventuale coalizione o comunque sia magari un percorso e poi vedere se c’è una consonanza di voci.
Il primo punto in assoluto, sono tutti importanti, però se dobbiamo fare una classifica, il primo punto in assoluto è la sanità pubblica, e non è la solita frase buttata là che è importante, ma perché è un punto critico per tutta la regione. La sanità pubblica è prioritaria a qualsiasi altra cosa, c’è da ripensare tante cose della sanità pubblica, come strutturarla, tutto quanto. Lei ha sottolineato che sono di Fabriano non è un caso, io faccio politica per tutta la regione, tutta la nazione, sono sempre stato così, ma essendo il Fabriano ho la possibilità di vedere che non puoi ridurre la sanità a meri numeri di legge, dire «ok, se non hai tot popolazione, non puoi avere questi servizi». In Italia, per la conformazione territoriale che abbiamo, non puoi esimerti dal calcolare e valutare le situazioni territoriale. Mi hanno risposto che nel centro ci sono pochi voti, che i voti si prendono sulla costa, quindi si devono dare là i servizi: per me è una cosa assurda, io devo dare dignità e servizi a tutti quanti. Abbiamo fatto un tavolo con le forze progressiste sulla sanità montana per mettere insieme tutti i comuni montani qua intorno e cominciare a ragionare di una sanità montana, che non ha paese, ma è proprio da organizzare a livello regionale. La sanità è in mano alla regione: c’è allora la necessità di tavoli specifici per pensare a una sanità che dà servizio e che dà possibilità a tutti, considerando tutti i territori, non solamente come dei numeri.
Il secondo punto è il lavoro. La crisi lavorativa, a Fabriano abbiamo in particolar modo la cartiera, Beko, e tante situazioni critiche, ma in tutta Italia ci sono problemi lavorativi. E’ importante cominciare a pensare al lavoro non solo come cassa integrazione, cioè mettere le toppe per cercare di fare andare avanti le persone, quella non è dignità. Abbiamo tanta competenza, tanto know how, si tratta di pensare al lavoro come una cosa proattiva, positiva, per poter proporre anche delle nuove forze, nuove leve, ai giovani, dove c’è più sviluppo, università, scuole, i giovani possono contribuire con le nuove tecnologie a creare e pensare un tessuto lavorativo nuovo.
La terza cosa che le dico, è l’ambiente: nelle Marche, come in tutta Italia, non si sa per quale motivo, si dà il via libera a speculare sull’ambiente: inceneritori, biometano, piuttosto che Edison a Jesi, piuttosto che Api a Falconara, il porto ad Ancona con le grandi navi che fanno un inquinamento incredibile, tante situazioni per le quali la gente dice «ma voi siete contro l’evoluzione tecnologica»… assolutamente no, sono a favore anche dell’impianto Edison che volevano fare a Jesi, è importante avere un soil washing che pulisce il terreno dagli agenti inquinanti, bisogna vedere dove lo facciamo, perché riqualificare il terreno va bene, ma non portare un impianto nel centro abitato, al centro di una città, perché significa aumentare l’inquinamento e altre cose, quindi è importante andare avanti con le nuove tecnologie ma consapevolmente nel rispetto dell’attività e della salute delle persone. Faccio un esempio, io ho fatto la legge sull’elettromagnetismo e la gente diceva «ma sei a favore del 5G?» Io sono assolutamente a favore dell’evoluzione tecnologica, ma consapevole, cioè mi porti antenne 5G, 6G, 7G, anche 8G che probabilmente con la metà della potenza renderà un servizio migliore, però queste nuove tecnologie devono avere studi che garantiscano che non fanno male alla salute delle persone. Quindi sviluppo sì, ma con più di un occhio aperto sia sulla questione ambientale che sulla salute.
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