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Morro d’Alba, con l’Art Bonus il restauro dell’Incoronazione della Vergine di Claudio Ridolfi

Incoronazione della Vergine, l'olio su tela di Claudio Ridolfi conservato a Morro d'Alba
Incoronazione della Vergine, Claudio Ridolfi, olio su tela, XVII secolo, Residenza Municipale di Morro d’Alba

Il Comune di Morro d’Alba sta partecipando al Concorso Art Bonus – l’iniziativa rivolta a tutti i cittadini del nostro Paese che, votando online, potranno eleggere il progetto Art Bonus dell’anno – con l’intervento di restauro della tela “Incoronazione della Vergine tra i Santi Francesco, Michele Arcangelo, Domenico, Giuseppe e Bonaventura”, un’importante opera del celebre pittore Claudio Ridolfi realizzata nella prima metà del XVII secolo e conservata oggi presso la Sala Consiliare della Residenza Municipale di Morro d’Alba.

L’olio su tela, che supera i 2 metri di altezza, venne fatta eseguire al Ridolfi, allievo dello stimato pittore urbinate Federico Barocci, per l’altare maggiore della Chiesa di San Francesco fatta edificare nel 1627 da Gabriele Ventura all’interno delle mura castellane di Morro d’Alba.

La pala d’altare raffigura l’Incoronazione della Vergine con il patrono San Francesco, Michele Arcangelo, e i santi maggiormente legati alla tradizione locale e alla famiglia Ventura, San Domenico, San Giuseppe e San Bonaventura.
L’opera ci mostra, nella parte alta della composizione, l’atto dell’incoronazione celeste che segue l’Assunzione in cielo di Maria in anima e corpo. La scena, la quale si sviluppa su un trono di nubi che divide il dipinto in due parti, collegate tra loro dallo sguardo di San Michele, vede al centro la figura della Madonna circondata dalla Trinità, sopra il capo della Vergine è posta la colomba, simbolo dello Spirito Santo, mentre ai lati Dio Padre e il Cristo sono raffigurati nell’atto di poggiare la corona sulla testa di Maria Regina. Alle spalle di Gesù, un angelo reca in mano il giglio candido, che nella cultura cristiana è sinonimo di purezza e di innocenza ed infatti lo ritroviamo anche in mano all’Arcangelo Gabriele in molte raffigurazioni dell’Annunciazione.
Nella parte bassa del dipinto sono invece raffigurati vari Santi, ben identificabili grazie agli attributi iconografici che singolarmente li caratterizzano: a sinistra, in primo piano, troviamo San Francesco, patrono della città e titolare della chiesa, rappresentato nella sua tipica posizione in estasi, con il saio col cappuccio, il cordone con tre nodi (che alludono ai tre voti della Regola: povertà, obbedienza e castità) e le stimmate; accanto a lui, al centro dell’opera San Michele Arcangelo, raffigurato come un guerriero alato con la lunga lancia nella mano destra mentre tiene con la sinistra la bilancia per pesare le anime (una rappresentazione meno in uso ma che ritroviamo anche in altre occasioni come per esempio in un mosaico del duomo di Torcello del XII o XIII secolo); accanto, sempre in primo piano, troviamo San Giuseppe, raffigurato come un vecchio canuto con la barba e il bastone che impugna con la mano sinistra mentre con la destra stringe una verga fiorita; dietro a lui, San Domenico è rappresentato in veste bianca, mentre sembra essere assente il tradizionale mantello nero dell’ordine dei Domenicani; tornando a sinistra, in secondo piano, è presente San Bonaventura, raffigurato mentre stringe fra le mani, come tutti i Dottori della Chiesa, un libro, porta in testa il cappello cardinalizio, simbolo di umiltà, e indossa l’abito francescano originale di colore grigio.

Grazie a quanto riportato nel catalogo “Claudio Ridolfi – Un pittore veneto nelle Marche del ‘600” a cura di Marina Massa e Costanza Costanzi e nel volume “Il Patrimonio storico artistico di Morro d’Alba” a cura di Carlo Vernelli ci è oggi possibile conoscere qualcosa di più di questa importante opera del Ridolfi, a partire dai suoi spostamenti.
La pala – che nel 1769 venne donata al Comune di Morro d’Alba dall’erede del patrimonio della famiglia Ventura, Giuseppe Stelluti di Arcevia, assieme alla Chiesa di San Francesco – fu spostata nella Chiesa di San Gaudenzio quando, nel 1773, l’edificio che la ospitava venne abbattuto per consentire l’apertura di una nuova porta cittadina.
Successivamente, negli anni ’20 del Novecento, poiché il parroco di allora volle sostituirla con un’opera del Galimberti, la tela del Ridolfi fu trasferita nella Sala Consiliare della Residenza Municipale, in cui è documentata nel 1947, prima di essere arrotolata e messa in soffitta dove fu riscoperta alla fine degli anni ’70 e restaurata dalla Soprintendenza stessa.

Oggi il dipinto necessità di un nuovo e approfondito restauro, che potrà essere possibile grazie al Concorso Art Bonus indetto dal Ministero della Cultura. È possibile votare il progetto a questo link: https://artbonus.gov.it/dipinto-olio-su-tela-incoronazione-della-vergine-comune-di-morro-dalba.html

Marco Pettinari

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