Meloni e il sopralluogo dei ritardi
La visita lampo a Senigallia della presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni, che nel tardo pomeriggio di venerdì 27 ottobre ha incontrato il sindaco Massimo Olivetti, è servita per fare il punto della situazione sui lavori di messa in sicurezza del fiume Misa a più di un anno dall’alluvione del 15 settembre 2022.
Lavori che sono stati avviati per quanto riguarda la riprofilatura delle sponde arginali di Misa e Nevola ma anche per la rimozione di cumuli di detriti e sedimenti che nel corso degli anni si sono accumulati nel letto dei fiumi riducendone la portata.
Se questi interventi sono necessari (ma non sono certo manutenzione straordinaria in quanto rientrano tra i lavori da fare almeno ogni anno, se non dopo ogni piena), sono invece ancora fermi al palo o quasi quelli di manutenzione straordinaria, come il rifacimento dei ponti danneggiati dai fiumi che hanno scaricato a valle milioni di metri cubi di acqua, fango, alberi, tronchi, rami, rifiuti di ogni genere.
Ancora nulla di fatto per ponte Garibaldi, oggetto del sopralluogo effettuato dalla premier Meloni: dopo mesi di ritardo dovrebbe essere abbattuto lunedì 30 (a meno che non si riveli l’ennesimo annuncio-scherzetto, di Halloween?, non gradito); senza contare che non esiste ancora un progetto per la sua ricostruzione. Nulla di fatto per il ponte della Chiusa, tra Cannella e Vallone, chiuso al traffico da oltre 13 mesi. Tutto fermo anche per il ponte del Coppetto a Ostra, dove però almeno è stato realizzato il progetto della nuova infrastruttura a campata unica. Ferma anche la ricostruzione di numerosi ponti nell’entroterra, forse meno importanti per la collettività senigalliese più numerosa come popolazione, ma certamente fondamentali per le persone residenti in quelle zone.
Che dire poi delle vasche di espansione? L’unica in fase di realizzazione procede talmente a rilento che potrebbe (il condizionale è d’obbligo) essere terminata a inizio 2024, ma che poi dovrà essere ampliata. Almeno i fondi sarebbero già stati stanziati. Solo pronte a livello progettuale le altre due vasche a Pancaldo di Ostra Vetere (Misa) e tra Corinaldo e Trecastelli (Nevola), mentre di una quarta che dovrebbe proteggere la zona zipa a Casine di Ostra non v’è traccia nemmeno tra i progetti.
Tenendo bene a mente che il rischio “zero” non esiste, a conti fatti, non c’è alcuna garanzia di sicurezza per Senigallia e le vallate Misa Nevola che non riaccada quanto avvenuto un anno fa. Come sia stato possibile quindi che l’esito del sopralluogo sia stato definito soddisfacente rimane un mistero, così come perché sull’entroterra non vi sia la stessa attenzione che c’è per la spiaggia di velluto. Come al solito, due pesi e due misure. Ma l’acqua viene sempre da monte a valle. Il fiume se ne ricorda, qualche politico no.
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