Marco Petrucci e Francesco Ferrandi firmano due canzoni nel nuovo album dei Nomadi
Due firme senigalliesi nel nuovo album dei Nomadi, nel segno di una collaborazione storica. Gli autori Marco Petrucci e Francesco Ferrandi hanno scritto due canzoni di “Solo essere umani”, l’ennesima tappa di un viaggio accanto al celebre gruppo che dura ormai da 27 anni. Ce ne parlano ai microfoni di Radio Duomo – Inblu i due artisti.
Marco Petrucci
È un grande piacere tornare a scrivere per i Nomadi. Lo è sempre, anche dopo 27 anni di collaborazione, come nel mio caso. Ormai sono tanti anni che firmo brani per Beppe Carletti, per i Nomadi, però ogni volta c’è qualcosa di diverso, di speciale: l’attesa e il fatto che le canzoni che fino a qualche momento erano dentro un cassetto, o nella migliore delle ipotesi in uno studio, poi saranno patrimonio di tutti, non sono più le tue. Questa è la magia che si rinnova ogni volta. E poi verranno cantate nei concerti, perché speriamo di tornare a fare anche i concerti. In più queste due canzoni che abbiamo scritto io e Francesco per il nuovo album dei Nomadi, che sono “Il segno del fuoriclasse” e “Dalla parte del cuore” sono due brani particolari ai quali teniamo molto. Noi avevamo presentato, come sempre, un ventaglio di opportunità, diversi brani, e la scelta è ricaduta forse sui due ai quali eravamo più legati. “Il segno del fuoriclasse” tratteggia la figura di Augusto Daolio, ma parte da un fatto privato, dalla scomparsa di un caro amico che era Massimiliano Caruso. Da lì abbiamo capito che avremmo potuto scrivere, cogliendo tante immagini di una persona meravigliosa com’era Massimiliano, per amplificare il messaggio di bellezza, talento e semplicità e farlo proprio di una figura grande come è stata, anzi come è, Augusto Daolio, il cantante storico dei Nomadi. C’è stato proprio questo lavoro di ricerca, di affinamento e alla fine quello che ne è uscito spero che piaccia, e che tanta gente possa ammirarne la persona. È un brano al quale i Nomadi tengono molto, Beppe in particolare. Augusto Daolio era il cofondatore insieme a lui dei Nomadi. La cosa ci riempie di orgoglio e di responsabilità, perché una canzone su di lui non l’avevano mai scritta in tanti anni. Arriva adesso e ci auguriamo cha abbia tutte le carte in regola. “Dalla parte del cuore” invece è un pezzo pieno di positività, e io credo che in un momento come questo più che mai ce ne sia bisogno davvero e di cambiare forse la prospettiva dalla quale si vedono le cose. Forse tornare davvero “dalla parte del cuore”.
Francesco Ferrandi
Mi associo anch’io alle parole di Marco. Tornare a scrivere per i Nomadi dopo quattro anni dall’ultimo album, dove c’erano quattro nostri brani, è sempre una grande emozione. Poi le canzoni nascono all’interno di quattro mura domestiche, dalla penna di Marco e dai tasti bianchi e neri del mio pianoforte, e la bellezza di questo mestiere è proprio il fatto che, da una cosa intima, privata, diventano un po’ la voce e l’eco di ogni persona. Il bello delle canzoni è proprio questo: che ognuno le prende, le interpreta e le traduce a modo suo. Quindi volano, non sono più tue ma sono della gente, e ciò è molto probabilmente l’aspetto più appagante per chi, come noi, compone e fa l’autore, sicuramente l’elemento più significante del nostro mestiere. Speriamo di tornare tutti insieme di nuovo a suonare perché la musica e l’arte ne hanno bisogno. Abbiamo l’esigenza di tornare a far volare i cuori e a riempire di bit le nostre pulsazioni. Mi auguro che questo possa accadere al più presto. Ringrazio ancora una volta i Nomadi che ci hanno permesso di nuovo, dopo questa lunga collaborazione di 27 anni da parte di Marco – la mia è un po’ più recente, ma ormai siamo vicini al decennale anche per me – di lavorare insieme tramite questa rinnovata fiducia, e spero che le canzoni possano arrivare nei vostri cuori e nelle vostre menti. Vi abbraccio!
a cura di Barbara Fioravanti