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Una Madonna di Carlo Maratta a Senigallia: autenticità o lavoro di bottega?

In foto, l’appassionato d’arte Piero Sbaffi e l'opera in questione, una Madonna al sepolcro, probabilmente attribuibile al pittore Carlo Maratta
In foto, l’appassionato d’arte Piero Sbaffi e l'opera in questione, una Madona al seplocro, probabilmente attribuibile al pittore Carlo Maratta
In foto, l’appassionato d’arte Piero Sbaffi e l’opera in questione, una Madonna al sepolcro, probabilmente attribuibile al pittore Carlo Maratta

Recentemente è emersa un’interessante questione nell’ambito dell’arte a Senigallia. Si tratta di un piccolo dipinto su tela raffigurante una Madonna che orienta uno sguardo di toccante dolcezza verso il vuoto sepolcro dove era custodito il corpo del Figlio. L’opera è contenuta, ma non esposta al culto, nel convento dell’Ordine dei Servi di Maria (adiacente alla chiesa di San Martino a Senigallia): è di dimensioni contenute, presenta nel retro una firma non perfettamente leggibile ma probabilmente attribuibile all’illustre pittore Carlo Maratta. E sta destando un acceso dibattito tra gli esperti del settore e gli appassionati d’arte. Ecco perché.

L’opera in questione presenta alcune singolari somiglianze con il dipinto “Visitazione al Sepolcro con la Vergine e tre Marie” della fondazione Sorgente Group di Roma, anche se la versione di Senigallia risulta meno dettagliata e più scarna di particolari. Alcuni esperti sostengono che la qualità artistica del dipinto sia sufficientemente alta da poter essere attribuita direttamente alla mano del Maestro, mentre altri sono più scettici e ipotizzano che possa trattarsi di una copia o di un lavoro eseguito da un altro artista sotto la sua supervisione.

Carlo Maratta, talvolta menzionato anche come Carlo Maratti, è stato uno dei più eminenti artisti del tardo barocco italiano, nato a Camerano il 13 maggio 1625. La sua fama e la sua abilità gli valsero il titolo di principe dell’Accademia di San Luca a Roma, dove visse e lavorò per gran parte della sua vita. Sempre a Roma morì nel 1713. Le sue opere adornano importanti musei in Italia e all’estero e la sua firma su un dipinto suscita sempre grande interesse nel mondo dell’arte.

La Diocesi di Senigallia ha avanzato una richiesta di prestito all’Ordine dei Servi di Maria, detentore dell’opera, per esporla in pinacoteca in occasione dell’anno giubilare 2025. Anno che coincide con il quarto centenario della nascita dell’artista. Questo evento potrebbe fornire l’occasione ideale per approfondire lo studio e la discussione sull’autenticità del dipinto.

L’indagine sul dipinto di Carlo Maratta rappresenta un affascinante enigma che potrebbe essere risolto solo attraverso un’analisi approfondita da parte di più critici d’arte. «L’interesse per quest’opera – afferma l’appassionato d’arte Piero Sbaffi, in FOTO con l’opera in questione – potrebbe portare ulteriori riflessioni sul dipinto, fornendo preziosi elementi di conoscenza del periodo artistico a cui appartiene. Inoltre – conclude – sarebbe auspicabile riuscire ad allestire un’esposizione presso la pinacoteca diocesana, magari proprio in occasione dei 400 anni dalla nascita dell’artista, nella quale il quadro senigalliese possa essere messo in comparazione diretta con il dipinto di proprietà della fondazione romana». 

Oltre alla “Madonna della Risurrezione”, la chiesa di San Martino di Senigallia, affidata in cura ai Servi di Maria, custodisce altri tesori artistici: tra questi vi sono la recentemente restaurata pala d’altare del Guercino (al secolo Giovanni Francesco Barbieri, nato a Cento nel 1591 e morto a Bologna nel 1666) e un olio su tela di Girolamo Donnini da Correggio (Correggio, 1681, morto anch’egli a Bologna, nel 1743), raffigurante “I Sette Santi Fondatori dell’Ordine dei Servi di Maria”. Opere che testimoniano la profonda devozione religiosa e la ricca tradizione artistica della città di cui sarebbe bene avere una conoscenza più approfondita.

Marco Pettinari

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