L’Opera Pia chiede risposte
Stavolta la parola ‘allarme’ ci sta tutta. La Fondazione Opera Pia ‘Mastai – Ferretti’ rischia grosso se la Regione Marche non elargirà, come previsto nell’autorizzarla, il finanziamento alla nuova Residenza sanitaria assistenziale per persone con demenza, inaugurata lo scorso aprile in un’ala della struttura senigalliese. Il presidente Mario Vichi tuona e anche attraverso il nostro settimanale manifesta la grandissima preoccupazione di operatori, residenti e familiari. Ciò che colpisce è la fatica che in questi frangenti come in altri, sono costretti ad affrontare quanti lavorano instancabilmente per garantire assistenza e servizi di qualità alle persone più fragili. Lo abbiamo incontrato per farci raccontare questo ennesimo capitolo di un rapporto non facile con i vertici regionali.
Sono circolate notizie allarmanti sulla decisione della Regione di non provvedere finanziamenti per la Rsa dell’Opera Pia: corrisponde a verità?
Si, purtroppo le notizie circolate sono vere. Il paradosso è che la decisione di realizzare il modulo Rsa Demenze/Alzheimer, annunciato dalla regione nell’estate 2016, autorizzato per la fase realizzativa agli inizi del 2018 e completato a novembre dello stesso anno, dopo i dovuto controlli e verifiche, tutti superati alla prima visita, ha subito uno stop dopo l’inaugurazione dell’aprile di quest’anno. Questo dopo assicurazioni della copertura finanziaria, in una logica di naturale conseguenzialità come era avvenuto finora, per moduli come una Rsa molto costosi.
La struttura residenziali per persone con demenza è quanto di più necessario, un bisogno tra i più evidenti
La mia e nostra considerazione è molto semplice: “Tu, Regione, autorizzi un impegno così gravoso e poi ti accorgi che non hai le coperture finanziarie”. Eppure questo è avvenuto. Quando a fine maggio ’19 abbiamo chiesto di regolarizzare e convenzionare la nostra Rsa, Asur ci ha risposto che non aveva le coperture finanziarie. Eppure con delibera del 6 agosto 2018 la Giunta aveva approvato una serie di provvedimenti a sostegno dell’assistenza anziani in cui era previsto chiaramente l’impegno per la nostra Fondazione.
Quanto abbiamo fatto quindi non è stata una decisione azzardata ma regolarmente autorizzata, perché ritenuta non solo necessaria ma urgente. Tutti sanno purtroppo che le demenze e l’Alzheimer sono le malattie del nostro tempo. Degli oltre 240 Ospiti presenti nella nostra Struttura, il 50% è colpito da demenze e Alzheimer. Il nostro Centro diurno Alzheimer, operativo addirittura dal 2003, ha una lunga lista di attesa ed è considerato una eccellenza dagli stessi Organi sanitari regionali. Ma qualcuno dell’apparato pubblico è sordo!
Quali sono i servizi maggiormente necessari, quali le risorse e quali invece le fatiche?
Come ho detto prima, a fronte dell’aumento enorme della malattia demenze e Alzheimer,
servono servizi specialistici. La nostra Fondazione va detto che è stata, se non la prima, fra i pionieri nelle Marche assieme al Grimani Buttari di Osimo e pochissimi altri, a partire dagli inizi del 2000. Devo qui citare fra i promotori il dr. Volpini che ha sempre sostenuto questo servizio, la dottoressa Del Pesce, dott. Massi, Caffè Alzheimer e tante famiglie colpite dal male che hanno sostenuto che nascesse qualcosa ad hoc. La residenzialità è il servizio fondamentale per le malattie che colpiscono gli anziani, nella fase terminale della loro vita. Le famiglie fin che possono tengono gli anziani a casa ma nel momento che la situazione si aggrava le famiglie non sono in grado di provvedere all’assistenza che serve per cui le strutture come le nostre sono essenziali. Le Marche sono la regione fra le più longeve d’Italia, ma qui le politiche per l’assistenza agli anziani sono state sempre miopi. Siamo la regione d’Italia che ha il più basso livello di integrazione e sostegno socioeconomico! I redditi delle famiglie sono diminuiti, c’è disoccupazione e contemporaneamente c’è aumento di anziani che hanno bisogno di assistenza residenziale. Strutture come la nostra sono essenziali e hanno liste di attesa nel rapporto quattro a uno (da noi nel 2018, 250 domande ricevute e 60 ingressi fatti). Dov’è la politica regionale? Ma mentre regioni come Lombardia, Veneto ed Emilia solo per citarne alcune, sono all’avanguardia noi siamo il fanalino di coda.
Chi sono gli interlocutori, nei diversi livelli, con i quali interagite?
I nostri interlocutori chiaramente sono il Distretto Asur, l’Area Vasta 2, il Comune e l’Ambito per alcune competenze, ma l’interlocutore principale la il Servizio salute della Regione e assieme a questo Asur regionale. Oggi assistiamo che tra le due realtà regionali non c’è dialogo, questo anche perché il Presidente Ceriscioli ha fatto la scelta di non nominare l’Assessore regionale alla sanità, quando l’80% del bilancio regionale è Sanità. E le strutture come la nostra che negli anni non hanno avuto il convenzionamento per tutti gli anziani non autosufficienti sono gravemente in perdita. Noi abbiamo 200 anziani non autosufficienti ma solo 130 ricevono il contributo dalla sanità regionale. Da qui il nostro grido d’allarme, non riusciamo più a coprire le perdite. Se la regione non chiude la partita che ci riguarda dovremo pensare di ridimensionare il numero di posti letto. Toglierne cioè circa 80, con conseguenze per le famiglie, i dipendenti nostri e della Cooperativa e tutto il territorio di Senigallia. Da questa settimana qualche segnale positivo sta arrivando,
ma se non si chiude entro fine novembre, si farà il piano scritto sopra. Con sofferenza massima ma non possiamo mettere la Fondazione a rischio fallimento. Voglio sperare in questi segnali e comunque essere fiducioso, ma vigile e pronto al peggio.
Esiste una programmazione, a medio e lungo termine, che permette di decidere con più tranquillità come operare ?
La nostra Fondazione in questi ultimi anni ha investito molto sulla qualità del servizio assistenza, aumentando il personale specializzato, prima che ci venisse finanziato! Il futuro sta nel completare alcuni interventi per migliorare ancora l’assistenza e gli ambienti di intrattenimento collettivo. Il primo servizio nuovo, proprio in sintonia su quanto stiamo facendo per l’Alzheimer, sarà l’apertura in primavera del “giardino sensoriale”, già annunciato, in collaborazione le Facoltà di medicina e ingegneria di Ancona, il Distretto Asur, l’Ambito 8 e la cooperativa Polo9. Questo grazie ad un finanziamento della Fondazione Cariverona. Quindi noi stiamo andando avanti, tra tante sofferenze ma anche con tenacia; i nostri ospiti e tanti familiari sono il sostegno forte e il nostro motore!