Lavoro straniero: migranti mal pagati in provincia di Ancona, quattro su dieci a rischio povertà
Allarme della Cgil di Ancona sulla situazione dei migranti nella provincia dorica che svolgono lavori poveri e mal pagati. Troppe disparità con gli italiani: il 41,2% degli stranieri è sotto la soglia di povertà. Da qui l’appello ai governanti perché possano dar vita a politiche attive mirate per il lavoro e a iniziative per riequilibrare le differenze retributive.
I dati Inps sui lavoratori migranti nella provincia di Ancona, aggiornati al 2021, sono stati rielaborati dall’Ires Cgil Marche e presentati recentemente in un convegno ad Ancona. Secondo la ricerca, i lavoratori migranti sono stati 29.461 nel 2021, con un aumento del 3,9% rispetto al 2020: rappresentano il 14,5% del totale dei lavoratori. Sono per lo più operai, l’87,2%, mentre solo il 7,2% è impiegato. Da sottolineare che il settore domestico, che fino a qualche anno fa segnava il boom, registra ora il maggior crollo di lavoratori migranti: dal 2012, sono ben 1242 in meno. Il tutto pur restando tra gli ambiti con la più elevata presenza di migranti.
La retribuzione media lorda annua è di 13.675 euro e cioè ben 6280 euro circa in meno (-29%) rispetto a quella degli italiani. Il 41,2% percepisce uno stipendio medio lordo annuo inferiore a 10mila euro e quindi sotto la soglia di povertà.
«Questo contesto non esaltante va affrontato costruendo sinergie tra istituzioni, parti sociali e associazioni così da creare una rete – dichiara Tiziana Mosca, segretaria provinciale Cgil Ancona – e favorire interventi che consentano di definire una maggiore integrazione per migliorare le condizioni di vita generali. Il tutto partendo da esperienze e buone pratiche già esistenti». Infine, secondo la Cgil, «è anche necessario aumentare il numero dei centri di accoglienza ad oggi insufficienti».
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