La tenacia di Giovanni Padovani
Continuano i nostri incontri con i protagonisti dell’attività sportiva locale. Quest’oggi abbiamo incontrato Giovanni Padovani, giovane calciatore dalle belle speranze, qualche problema ha un po’ condizionato il suo percorso, non volendo saperne di arrendersi ci racconta la sua storia e le sue ambizioni.
Intervista a cura di Edoardo Diamantini
Quando e come nasce la tua passione per il calcio?
All’età di 7 anni; all’inizio non mi piaceva nemmeno, poi i miei compagni di classe mi indirizzarono verso questa strada trasmettendomi la loro passione che diventò il mio grande amore, adesso è anche il mio lavoro.
Quale il momento più bello della tua ancora giovane carriera che ricordi con maggior piacere e ti piacerebbe raccontarci?
Indubbiamente il mio miglior momento è stato il passaggio al Napoli e il vestire la maglia della nazionale italiana under 17, ho provato molto piacere nell’essere in un settore giovanile di serie A e in nazionale con i migliori d’Italia, come ad esempio: Romagnoli, Petagna , Cristante, per citarne qualcuno… Tutti militanti in serie A. Questa è la gioia più grande. Poi indubbiamente l’aver raccolto in prima squadra 120 partite tra serie D e serie C mi riempie di orgoglio.
Purtroppo recentemente hai patito un problema di salute che ha condizionato la tua scorsa stagione, superandolo però alla grande! Come hai vissuto quel triste periodo? Cosa suggeriresti ad altre persone che magari vivono lo stesso problema?
Ho avuto un tumore osseo che mi ha mangiato parte del pube facendomi arrivare anche ad avere problemi per camminare, è stata la sfida più importante e determinante fin ora, sono andato in depressione e sono arrivato ad arrivare quasi 100 kg! Mi ha aiutato molto la mia compagna Elisa, determinante in questo percorso, che grazie a questo problema risolto mi ha anche permesso di ‘’riformarmi’’ calcisticamente. Adesso sono a Rieti e va tutto molto bene, gioco in pianta stabile , sono uno dei punti cardine della squadra e faccio gol! Fortunato in questo ad avere un allenatore che fin dall’inizio ha creduto in me e mi ha aiutato molto. A chi capitano queste cose suggerisco di non mollare, essendoci passato, anche se la sofferenza fisica mentale e quello che patisci sotto tutti i punti di vista non si può descrivere.
Quale il giocatore che ti ha sempre ispirato o hai preferito fin dalle prima volte in cui calciavi la palla?
Leonardo Bonucci, per me è il miglior difensore al mondo per impostazione.
Obiettivi ed ambizioni per il futuro?
L’obiettivo resta sempre lo stesso: calcare campi ancora più importanti. Il sogno è la serie A, l’obiettivo principale al momento è fare un campionato di serie D solido, approdare in C e poi dimostrare di avere le carte in regola per arrivare almeno in cadetteria. Ovviamente c’è da lavorare tantissimo e da parlare poco, non ci sono scorciatoie ma solo duro lavoro. Ma con la mia determinazione non vedo limiti!