La spiaggia all’asta: parola ai bagnini
Preoccupazione, rabbia, delusione e incertezza regnano tra gli operatori balneari di Senigallia. L’unico dato sicuro è che le concessioni andranno all’asta, con evidenza pubblica, entro la fine del 2023. Ed è una brusca accelerazione per quanto riguarda la riforma di uno dei settori trainanti dell’economia italiana, che conta 30 mila aziende. Il turismo e i servizi connessi al mondo balneare sono anche la più importante realtà nell’ambito cittadino, con almeno 250 imprese legate al demanio marittimo. Praticamente interessa tutto quello che è oltre il muretto parasabbia.
«Due anni fa lo Stato, tramite il Comune, aveva rilasciato la concessione per operare fino al 2033 – dichiara Gianluca Verzolini, titolare dei bagni Billy n. 54, sul lungomare Alighieri – oggi vengono rimescolate le carte, accelerando la questione delle aste pubbliche a fine 2023. L’anno scorso sono state acquistate varie concessioni come non accadeva da anni e sono stati fatti investimenti proprio perché c’era tempo per ammortizzare. Io, nel mio piccolo stabilimento d’una novantina di ombrelloni, ho recentemente investito 50 mila euro: probabilmente non l’avrei fatto se avessi saputo prima che non avrei avuto tempo per rientrare dall’investimento; e ci sono colleghi che hanno investito molto di più».
«Purtroppo la questione delle aste era già in programma, ce lo attendevamo. Di certo c’è che questa bozza non sembra favorire gli stabilimenti balneari italiani – spiega Francesco Clementi, titolare dei bagni Gabbiano 41 sul lungomare Mameli. Speravamo effettivamente in una maggior tutela…
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