La “Madonna degli apicoltori” di Castelleone di Suasa
Gli scrittori antichi, per rendere i loro racconti più incisivi e vicini alle esperienze delle persone, usavano solitamente delle conoscenze popolari o degli esempi noti, tratti dalla tradizione, dai modi di dire o da quella che poteva essere l’esperienza personale. Anche nelle Sacre Scritture questo modo di agire era utilizzato per facilitare ai lettori la comprensione del testo e spesso veniva adoperato il mondo delle api per trasmettere alcuni insegnamenti ai fedeli. È dunque facile trovare nella Bibbia le api, i favi, il miele o la cera.
Nel caso delle api del Monte Athos, da cui trae spunto la realizzazione della “Madonna degli apicoltori” di Castelleone di Suasa, questi insetti tornano a far parlare di loro non più come metafore di vita ma come veri e propri artisti, intervenuti a rendere unica un’icona conservata all’interno della chiesa in disuso di un Monastero del Monte Athos, in Grecia.
In realtà diversi sembrano essere i dipinti, collocati all’interno di edifici sacri non più utilizzati per la liturgia, nei quali le api hanno modellato i propri alveoli ovunque lasciando però libere le immagini sacre raffigurate.
Molteplici sono le spiegazioni che si celano dietro a questo suggestivo fenomeno, è molto probabile che l’oro che spesso si trova nelle immagini sacre abbia agito come repellente per le api, oppure il fatto che le figure siano dipinte su una superficie decisamente meno ruvida rispetto a quella circostante potrebbe aver reso più complicata la realizzazione degli alveoli in quella parte dell’opera.
Ciò non toglie che il risultato è estremamente singolare e di grande fascino, tanto che Mons. Umberto Mattioli ha deciso di far riprodurre su pietra maiolicata, inserendo l’elemento dell’alveare, la Madonna con Bambino già venerata nella chiesetta seicentesca di Santa Maria di Massa di Castelleone di Suasa, conosciuta anche come Madonna del Vallato, per via del “vallato”, ovvero del canale che le passava accanto e che serviva per azionare il molino posto lungo il fiume.
L’opera, realizzata dall’azienda Ceramiche Sambuco Mario di Deruta ed esposta da domenica 18 aprile all’interno della Chiesa di San Francesco di Paola a Castelleone di Suasa, è la riproduzione, incorniciata da un alveare al posto del sipario aperto presente nell’originale, della “Madonna del Vallato” del pittore ostrense Piergiovanni Antici, realizzata a fine ‘900. Maria, seduta al centro della scena su un sarcofago di pietra, è raffigurata con il tradizionale manto blu, rappresentante la volta celeste, e l’abito rosso, simbolo della sua natura divina, mentre tiene in braccio Gesù Bambino benedicente. Alle spalle della Vergine compare il fiume Cesano, il corso d’acqua che scorre ancora oggi proprio in prossimità della chiesa, mentre in alto nel dipinto compare l’antico profilo di Castelleone di Suasa, chiamato in età medievale “Conocla” per la forma conica del colle su cui poggia il paese.
Marco Pettinari