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Intervista a Fabiola Caprari, coordinatrice regionale di Italia Viva: il Terzo Polo a Senigallia

Fabiola Caprai, la scorsa settimana eravate a Senigallia: cosa è merso dall’incontro senigalliese?
L’incontro è stato promosso congiuntamente da Italia Viva ed Azione, che sono i partiti costituenti del c.d. Terzo Polo. Il processo che porterà entro ottobre alla costituzione del partito unico e che partirà con la scrittura di un Manifesto politico e di valori, è aperto al contributo di associazioni, movimenti e personalità delle aree politiche liberal-democratica, popolare e riformista, ed è organizzato democraticamente, a partire dai territori. In particolare, a Senigallia e nei Comuni limitrofi, già dalla campagna elettorale dello scorso autunno, abbiamo iniziato a lavorare insieme su temi concreti afferenti le reali necessità delle nostre comunità e l’incontro di sabato è stato un “tassello” di questo percorso costruttivo. E’ nostra responsabilità dare una risposta immediata ai cittadini che non si riconoscono nel populismo e nel sovranismo di destra e di sinistra che hanno dimostrato la loro inadeguatezza. Tutti siamo per un ambiente più sano, per il lavoro per tutti, per una migliore distribuzione delle risorse ma poi, sul come declinare concretamente questi obiettivi, ci si divide: c’è chi corre dietro al sondaggio, alla ricerca del consenso facile e chi, come noi del Terzo Polo, alla concretezza del fare e del fare bene che è lo stigma del riformismo.

Quali sono gli obiettivi di breve e medio termine più significativi?
Italia Viva è impegnata fortemente e convintamente nella costruzione del “Terzo Polo” che sarà il luogo di incontro di diverse culture che permeano la nostra società: cattolica, liberale, socialista. Il nostro impegno, anche a Senigallia, è innanzitutto proprio quello di rappresentare tutti coloro che cercano “una casa” comune dei riformisti e moderati. Lo faremo a partire costruzione di una rete territoriale, aperta al contributo di quanti sono interessati a questo nuovo progetto. Sicuramente saremo presenti con future iniziative pubbliche, con l’obiettivo anche di costruire per la città di Senigallia un’alternativa al governo dell’attuale amministrazione comunale.

Quale riscontro ha Italia viva nel nostro territorio?
Posso dire che Italia Viva ha numerosi iscritti e simpatizzanti e che il loro numero è decisamente in crescita. Il periodo pandemico ovviamente ci ha penalizzato nella realizzazione di eventi e incontri pubblici, ma contiamo di recuperare, per offrire ai senigalliesi l’opportunità di conoscerci e di avviare con noi un percorso di impegno per la città.

Chi sono gli interlocutori più vicini, quali quelli più ostici?
E’ chiara la nostra matrice culturale; per brevità cito solidarietà, eguaglianza, bene pubblico e comune, ambiente e sostenibilità come condizione per un diverso sviluppo economico e sociale, ruolo della mano pubblica nel gestire il cambiamento economico, concorrenza nei limiti del possibile, redistribuzione del reddito che significa, ancora prima, a partire sostenere la produzione del reddito stesso (Industria 4.0 è stata in questo una delle riforme più significative del Governo Renzi). Essere sempre progressisti nei valori, riformisti nel metodo affinchè riparta l’ascensore sociale che è il motore dello sviluppo, non per tanti ma per tutti! Su questa piattaforma ideale siamo aperti a collaborare, sapendo che con alcune  forze politiche la “distanza” è tanta: penso ad esempio al Movimento 5stelle e alla sinistra radicale come alla destra a trazione Fratelli d’Italia.

Quali i temi e le istanze per voi più urgenti
Sicuramente la sanità e il dissesto idrogeologico ma anche il tema delle fragilità sociali: gli indicatori ci dicono che sono in crescita povertà e disuguaglianze sociali. I poveri nelle Marche, in questi ultimi anni, sono aumentati di numero ed è cresciuta la distanza sociale tra loro ed i ricchi. Le politiche del governo nazionale e regionale non sembrano andare in direzione di un sostegno a queste fasce della popolazione.

a cura di Laura Mandolini

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