Come sarà il mondo di domani? A Serra de’ Conti lo spettacolo “Prima della pioggia”
Si intitola “Prima della pioggia” lo spettacolo che si terrà sabato 2 ottobre nella sala Italia a Serra de’ Conti. Un’iniziativa di Luca Violini, una delle più importanti voci nel panorama del doppiaggio cinematografico, televisivo e radiofonico nazionale. In scena con lui in questo momento di radioteatro ci saranno 13 allievi del corso avanzato di lettura, che debuttano su questo palco al termine di un laboratorio teatrale in lettura: Antonella Azzaloni – Lucilla Dubbini – Francesca Cervati – Anna Corsini – Valeria Cupis – Fabiola Fava – Antonella Malvestiti – Lucia Olivi – Luca Romani – Francesca Rossetti – Carla Troiani – Paolo Usmiani – Stefano Vecchi. Suono e luci: Riccardo Vitali. Inizio ore 21:15.
Lo spettacolo “Prima della pioggia”, a ingresso gratuito (con prenotazione al n. 320.5623974) grazie ad alcune aziende del territorio, descrive un mondo che non c’è più. Il mondo che conosciamo oggi, un giorno, senza preavviso, è sparito. O forse no. Forse non è giusto dire “senza preavviso”. I segnali c’erano tutti da parecchio tempo, per chi sa guardare. I segnali che identificavano un mondo vecchio, stanco, senza valori e senza motivo di perpetuarsi nel futuro.
Dopo la pioggia ci sono solo pochi sopravvissuti, che cercano di sopravvivere in piccole comunità che sono il microcosmo di quel che eravamo, e che rappresentano le facce che hanno composto la civiltà di prima, quella che la pioggia ha spazzato via. Dopo la pioggia ci sono solo piccoli sopravvissuti dall’anima lacerata tra il senso di colpa per quel che sono stati, complici di un sistema assurdo e senza assoluzione, e la umanissima voglia di continuare a sperare, di ammettere il peccato, gettarselo alle spalle e guardare avanti.
Prima della pioggia la speranza altro non era che una funzione del sistema, il risultato di un’equazione o di un ingranaggio. Dopo la pioggia la speranza è solo la fiducia nel destino, l’affidarsi al caso o ad un incomprensibile progetto divino, qualcosa che ci traghetti al di là di questi giorni duri, e ci schiuda le porte del futuro. Ma è molto difficile, dopo la pioggia, che si creino le condizioni per sopravvivere e per progettare il domani.
Allora la tentazione è rimpiangere il mondo di prima, non fosse altro perché le sue false certezze permettevano di illudersi ed il sistema era costruito un modo da fornire alibi a buon mercato per tutti. Ma ora, col senno di un domani minacciato, è difficile non vedere quanto fosse assurda, ed ipocrita la vita di prima, e quanto anche quello che poteva sembrare un ideale era, alla fine, fondato sulla menzogna. C’è ancora uno spiraglio di speranza, una possibilità di riprovare a costruire il futuro: ma il prezzo, che forse sarebbe stato meglio non pagare, è salatissimo: ora questo futuro è per pochi.