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I minatori del Guizhou

Nell’affascinante borgo di Castiglioni d’Arcevia, all’interno della piccola galleria d’arte AtelierPhōs, è possibile ammirare fino al 24 settembre 2022 una particolare mostra fotografica tratta da un reportage realizzato in Cina, nella provincia del Guizhou, dal giornalista e reporter Giuseppe Chiucchiù.
L’esposizione, “Cina. I minatori della provincia di Guizhou”, raccoglie una serie di scatti eseguiti, ormai oltre 20 anni fa, in un remoto villaggio del distretto di Pingba, all’interno di una miniera di carbone gestita dagli stessi abitanti.

Le foto, molte scattate in condizioni estreme, all’interno di cunicoli bassi e bui in cui il lavoro di estrazione era eseguito con metodi obsoleti, rappresentano un importante documento storico che testimonia le condizioni lavorative alla periferia delle grandi città cinesi. Un racconto per immagini unico, realizzato, come più volte ha riferito lo stesso Chiucchiù, in circostanze non ripetibili. Come spesso accade, tutto ha avuto inizio dalla condivisione di un pasto ed è così che Giuseppe Chiucchiù si è ritrovato dal vagare per un mercato della regione di Pingba ad entrare tanto in confidenza con gli abitanti di questo lontano villaggio, che probabilmente mai avevano avuto modo di incontrare un viaggiatore occidentale, da avere la possibilità di scattare loro delle foto e di seguirli all’interno delle anguste gallerie della miniera, dove adulti e ragazzini scavavano il ventre della terra per tornare poi in superficie trasportando pesanti canestre di vimini cariche di carbone.

Probabilmente quella miniera oggi non esiste più e magari quel villaggio, allora formato da un pugno di case, si è sviluppato e ha trovato per i suoi abitanti un’alternativa fonte di guadagno. Negli ultimi decenni, infatti, la provincia di Guizhou che, nonostante il suo nome (in cinese significa “terra preziosa”), per secoli era rimasta ai margini del contesto economico e produttivo della Cina, si è tramutata in una delle realtà protagoniste, anche attraverso una trasformazione socio-culturale, dello sviluppo economico cinese, contribuendo decisamente alla crescita del PIL nazionale.

Giuseppe Chiucchiù, formatosi artisticamente in Germania presso l’Accademia di Belle Arti di Francoforte e insignito del prestigioso premio “Nikon Photo International” e, nel 2018, del premio “Senigallia – Io Fotoreporter”, ha alle spalle un’interessante carriera professionale iniziata nel 1988 come fotoreporter free lance per l’Agenzia Ansa, passando poi per importanti collaborazioni con i gruppi editoriale de L’Espresso, Rizzoli, Rusconi e Mondadori.
Molto attivo tra il 1989 e il 1997 Giuseppe ha prodotto una straordinaria serie di reportage in Salvador, nella zona di guerra del Fronte Farabundo Martí per la Liberazione Nazionale, in Romania, in occasione della rivoluzione che aveva portato alla caduta di Ceausescu, in Germania, sul fenomeno dei naziskin, in Bosnia Erzegovina, sui fronti di guerra di Mostar e Sarajevo, negli Usa, al seguito della campagna presidenziale di Bill Clinton e nelle riserve degli Indiani d’America, e poi in Israele, dopo il sanguinoso attentato di cui fu vittima il premier Yitzhak Rabin, e in Albania, durante l’anarchia albanese. 

Tantissimi sono i reportage prodotti – tra i più recenti quelli realizzati in California, nel parco nazionale di Yosemite, a New York, dopo l’attentato alle torri gemelle, o in Uzbekistan, in Tajikistan e in Afghanistan – ed è possibile ritrovarli tutti nelle coinvolgenti parole e negli avvincenti racconti che Chiucchiù riporta illustrando la mostra fotografica sui minatori cinesi.
Andando infatti a visitare l’esposizione e incontrando l’autore degli scatti non si scopre soltanto la realtà che quelle foto hanno reso immortale ma anche lo stesso Giuseppe, nella sua grande professionalità e umanità, e non si può che rimanere affascinati e rapiti dal nostro mondo visto attraverso l’obiettivo della sua macchina fotografica.

Marco Pettinari

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