Grazie, Benedetto XVI
Diverse le ragioni per cui sono grato a Papa Benedetto; due mi riportano al passato. La prima risale a quando, studente di teologia nel Seminario diocesano, ho accostato uno dei suoi testi più apprezzati, “Introduzione al cristianesimo”, ammirando la lucidità della sua riflessione che introduceva alla comprensione della ricchezza della fede cristianae all’apprezzamento della sua “ragionevolezza”.
La seconda mi riporta all’insegnamento come docente di Antropologia teologica, dove parlando della reciproca “sfida” che la teoria evoluzionista e la fede si lanciavano riguardo alla comprensione della creazione del mondo e dell’uomo, ho apprezzato la soluzione indicata da Papa Benedetto: suggeriva di superare non solo la “contrapposizione” tra fede e ragione, ma anche la stessa “complementarietà” tra le due; il tutto a favore della loro “coappartenenza” nella ricerca e conoscenza, della verità che le accomuna, con il guadagno di abbandonare una concezione del rapporto, dove la “fede” e la “ragione” restano estranee tra loro, operano per conto proprio, fino a quando sono costrette a incrociarsi e a cercare un qualche accordo tra loro. Una concezione del genere aveva favorito e alimentato il conflitto, col tentativo (maldestro), come documenta la vicenda storica, di risolverlo, scegliendo tra le due: a favore della fede contro la ragione o a favore della ragione contro la fede.
La terza ragione mi è offerta dalle ultime parole con cui Papa Benedetto…
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