Gli sguardi per tornare a vivere davvero
“Da questa esperienza che ho vissuto mi ha insegnato che dopo un brutto periodo un brutto momento ci si può sempre venirne fuori basta crederci. Infatti è come stato ritornare a vivere, sono tornato a parlare con i miei amici, sono ritornato ad uscire, andare a giocare a calcetto con i miei ex amici delle medie ed ho cercato lavoro e l’ho trovato; un lavoro che mi piace e che mi soddisfa farlo e sono molto fiero di me perché grazie al mio lavoro, al mio impegno do’ un grandissimo sostegno alla mia famiglia. Mi piace molto vedere persone intorno a me a cui voglio bene. Se anche adesso quando penso quello che ho vissuto che ho passato in quel momento lì ringrazio ancora adesso le persone che sono state intorno a me a sostenermi a darmi una mano perché se no non ce l’avrei fatta a ritornare a vivere. In tutto questo, ricorda che sono un essere umano e non c’è niente di male nell’avere bisogno di un po’ di tempo per ricominciare. Mi hanno detto che non è tanto la tua storia a definire chi sei. Ma quanto ti lasci influenzare da essa nel momento presente. Adesso ho fatto anche un’esperienza come volontario al centro X dove ho fatto un’esperienza piacevole, ho conosciuto nuove persone e ho ascoltato anche le loro storie. E’ una esperienza che sono soddisfatto di averla fatta: ho dato una mano a preparare la cena insieme ai ragazzi; io ho conosciuto anche tanti volontari che gli piace dedicare un po’ del loro tempo della vita ad altre persone in difficoltà.”
E’ bello lasciarci toccare dalle parole di questo ragazzo che ho incontrato nella mia vita professionale di operatrice sociale che lavora dentro un articolato sistema di servizi ed istituzioni destinate a ragazzi/e con varie difficoltà. Semplice ma efficace traspare la possibilità che ha ciascuno di noi di poter ri-partire, ri-fiorire, ri-iniziare dagli imprevisti sul cammino, avvenuti per agiti irregolari della condotta, voluti più o meno inconsapevolmente o comunque spesso per molteplici situazioni intrecciate.
Incontro gli sguardi di molti ragazzi e delle loro famiglie nella mia vita professionale, che sono segnati entrambi da vicende- incidenti di percorso; il cammino a volte sembra pesantemente precluso e destinato ad una conclusione negativa. Ma voglio soffermarmi in questa riflessione sulle parole del ragazzo che ha superato quei momenti grazie “alle persone che sono state intorno a me a sostenermi”.
Le parole utilizzate dal ragazzo sono l’esempio di quanto sia importante il mondo delle persone che ruotano intorno al mondo dei ragazzi (famiglia, servizi, amici, …); quanto sia importante l’ascolto dell’altro, il tempo dedicato, le persone intorno significa esserci fisicamente, con la propria presenza fisica nella sua interezza di mente e cuore, prima di tutto, intorno ai ragazzi del nostro tempo. Sembra emergere anche nella narrazione successiva del ragazzo l’importanza per i ragazzi di incrociare adulti significativi, per “riprendere a vivere” come dice il ragazzo.
Cosa serve per attraversare i momenti di difficoltà e riprendere il cammino? Cosa aiuta a ri-fiorire? A riprendere un percorso che possa far proseguire il processo di maturazione di un giovane/a che ha un futuro da costruire?
La testimonianza conferma quanto davvero sia fondamentale la relazione nei percorsi di vita delle persone; incrociare gli sguardi tra adulti e ragazzi, raccontare, narrare la propria storia permette di poterla guardare e attraversare per superarla.
Un altro elemento chiave che emerge dalla breve testimonianza del ragazzo è l’esperienza; non bastano le parole per spiegare le cose e i loro significati valoriali. Occorre che ciascuno si “sporchi” le mani, che ci metta il suo cuore e la testa nelle esperienze sociali e civili delle nostre comunità di appartenenze intanto per conoscere la realtà che li circonda (troppo spesso la realtà dei ragazzi è solo quella conosciuta dentro il video del telefono!) e poi che gli permetta di donare gratuitamente qualcosa di sé, il proprio tempo, le proprie emozioni, le proprie azioni e relazioni. In questo tempo in cui tutto ha un prezzo, le parole del ragazzo ci raccontano la fondamentale importanza di vivere esperienze di gratuità che permettono di incrociare volti di persone segnate dalla vita come me e di allargare il proprio mondo e la propria cultura. Allora vicinanza, ascolto profondo, relazioni significative queste sono le ricette che permettono di far rifiorire l’uomo, l’uomo che è sempre fatto di bene e di male, che non è mai il suo errore o il suo imprevisto di cammino ma è una persona, soggetto di dignità e rispetto.
Le parole di Nazim Hikmet concludono in modo significativo questi pensieri “Prima di tutto l’uomo. Non vivere su questa terra come un estraneo o come un turista nella natura. Vivi in questo mondo come nella casa di tuo padre: credi al grano, alla terra, al mare ma prima di tutto credi all’uomo. Ama le nuvole, le macchine, i libri. Ma prima di tutto ama l’uomo. Senti la tristezza del ramo che secca, dell’astro che si spegne dell’animale ferito che rantola ma prima di tutto senti la tristezza e il doloro dell’uomo. Ti diano gioia tutti i beni della terra: l’ombra e la luce ti diano gioia le quattro stagioni ti diano gioia ma soprattutto, a piene mani ti dia gioia l’uomo!”.
Questo articolo è stato pubblicato
nel numero di maggio
de La Voce Misena
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