Giornata mondiale del rifugiato, a Senigallia un centinaio di persone seguite dai progetti Sai
Anche Senigallia celebra la giornata mondiale del rifugiato. Si tratta di un appuntamento che ricorre ogni 20 giugno, promosso dall’UNHCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite) per ricordare i milioni di persone nel mondo che sono costrette a fuggire a causa di guerre, violenze, persecuzioni e violazioni dei diritti umani.
Persone quotidianamente seguite dal personale dei vari progetti SAI, il Sistema Accoglienza Integrazione, con l’obiettivo di agevolare le loro condizioni, permettere di ricostruirsi la vita lontano da casa, le relazioni affettive e sociali nella comunità, di formarsi e trovare lavoro per quanto riguarda gli adulti o di andare a scuola e completare l’istruzione per i minori.
I numeri diffusi dalla Caritas senigalliese sono questi: attualmente il SAI Senigallia e il SAI Ambito Territoriale 8 accolgono 83 persone, prevalentemente provenienti da Ucraina, Nigeria e Afghanistan. Il SAI minori conta invece 25 giovani stranieri non accompagnati (di cui solo due ragazze), giunti in Italia dal Gambia, dall’Egitto, dall’Albania e dal Bangladesh.
La giornata mondiale del rifugiato a Senigallia verrà celebrata il 22 giugno, nella biblioteca Antonelliana, grazie a un programma di iniziative elaborato dalla fondazione Caritas e dalla cooperativa sociale Casa della Gioventù (enti gestori dei SAI territoriali), in collaborazione con altre realtà del territorio.
La mattina si terrà un incontro formativo dedicato a operatori sociali, sanitari e legali che lavorano a contatto con i migranti. Seguirà la presentazione della mostra collettiva “Trasguardi” a cura di Cristina Panicali, Andrea Simonetti e l’associazione Lapsus, a cui hanno partecipato anche i beneficiari del SAI.
Nel pomeriggio eventi aperti a tutta la cittadinanza: si inizia con la presentazione del progetto “Comunità in crescita”, si continua con la storia della popolazione Hazara e si concluderà al foro annonario con il concerto di Javad, musicista afgano scappato dalla persecuzione talebana e oggi accolto nella nostra città.
Laura Mandolini
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