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Fondazione Città di Senigallia, si infiamma il dibattito politico cittadino

La fondazione Città di Senigallia
La fondazione Città di Senigallia

SENIGALLIA – Non sembra terminare la scia di commenti e polemiche che le dimissioni del consiglio di amministrazione della fondazione Città di Senigallia hanno alimentato nel dibattito politico cittadino. Dalla fine di agosto, quando è stato formalizzato l’atto, l’ente che gestisce la struttura socio assistenziale di via del Seminario – ma che nelle finalità ha anche la promozione della formazione e cultura artistica – è al centro di serrati botta e risposta con i partiti che compongono l’opposizione consiliare, ma con strascichi anche oltre l’aula del consiglio senigalliese.

A sei mesi dall’insediamento avvenuto a febbraio scorso, il cda della fondazione Città di Senigallia si dimette in toto. Già in una relazione al consiglio comunale di maggio, aveva denunciato i pesanti passivi finanziari ma aveva indicato anche una road map per arrivare a un risanamento delle casse dell’ente. Il 30 agosto la doccia fredda con le dimissioni del cda per dare una scossa alla politica cittadina e regionale che devono intervenire per risolvere le criticità più importanti, tra cui il nodo degli investimenti per i moduli delle cure intermedie e della RSA che non sarebbero stati ricompensati con i promessi fondi regionali. Ma sull’ente pende anche la spada di Damocle della Cassazione che si dovrà pronunciare in merito al contenzioso con Società Autostrade per svariati milioni di euro.

Immediata la presa di posizione del centrosinistra che, in vari interventi, ha criticato la scelta del cda come se fosse l’abdicazione al proprio incarico e sollecitato la politica cittadina – quindi la maggioranza e il consiglio comunale intero – a discuterne rapidamente. Dal consiglio regionale anche l’ex sindaco Mangialardi ha criticato nettamente il presidente dell’ente Corrado Canafoglia e gli altri quattro membri del cda; questi hanno però risposto che, finché il consiglio comunale non nominerà un nuovo direttivo, procederanno nell’opera volta al risanamento dell’ente. Il che risponde a quanto aveva chiesto l’amministrazione comunale sotto indiretto suggerimento del cda stesso.

Dopo numerose critiche, più o meno fondate, racchiuse in un paio di settimane di discussione politica, arriva la richiesta da parte del centrosinistra, Pd in testa, di «conoscere quanto prima tutti gli accadimenti, e procedere subito alla nomina del nuovo cda per dare continuità alla gestione e rassicurare ospiti, dipendenti, imprese che collaborano con questo ente e la cittadinanza intera». Tra le voci fuori dal coro c’è quella di Gennaro Campanile, consigliere di Amo Senigallia, che ha ipotizzato anche la possibilità di un commissariamento dell’ente e la contestuale nomina di alcuni esperti che possano mettere su bianco la reale situazione economico-finanziaria della fondazione Città di Senigallia, senza faziosità. 

Ipotesi bocciata dal cda dimissionario che, oltre a riservarsi una «adeguata azione penale agli attacchi personali, a tratti diffamatori» ricorda che «il cda continuerà ad operare come ha sempre fatto, occupandosi con la stessa attenzione delle tante questioni che si palesano giornalmente». Tra i risultati che vantano Canafoglia e gli altri componenti, ci sono l’ottimizzazione delle spese «che secondo una stima prudenziale dovrebbe produrre un risparmio rispetto allo scorso anno di circa 450.000 €»; la rinegoziazione dei contratti agrari che dovrebbe portare nelle casse un aumento dei rispettivi canoni; la cd. spending rewiew gestionale e il riempimento dei posti letto disponibili grazie all’«alto livello delle prestazioni erogate dal personale sanitario».

Fino al 20 settembre, giornata in cui si dovrebbe rendere pubblica la relazione del cda sullo stato della fondazione Città di Senigallia, si registreranno dunque vari interventi politici. L’ultimo in ordine di tempo è quello fuori dall’aula consiliare dei gruppi Senigallia Resistente e Rifondazione comunista: da loro parte la denuncia su come il controllo sull’ente e la discussione consiliare sulla gestione di capitale e beni stimati in 50 milioni di euro sia stata spostata dalla Commissione Consiliare (aperta al pubblico), alla Riunione dei Capigruppo, che si svolge a porte chiuse. Sempre da loro arriva la critica a tutti coloro che fanno finta di non sapere in quali acque versasse la fondazione; sempre loro chiedono la pubblicazione di tutti i documenti, a partire dai bilanci promessi mesi fa, in modo che la cittadinanza sia informata, in linea con le recenti promesse elettorali sbandierate da più parti.

Carlo Leone

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