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Enzo D’Alò e i colori più belli del cinema: all’arena Gabbiano il suo film di animazione

Scritto da Laura Mandolini il . Pubblicato in , .

Esistono altri effetti speciali. Toccano l’anima e parlano al cuore, fanno stare in religioso silenzio un’intera arena, popolata principalmente da bambine e bambini, con gli occhi sgranati sul grande schermo per prendere parte ad una storia dal sapore antico, mentre dice tanto di noi oggi.

Enzo D’Alò ha portato al ‘Gabbiano’ il suo ultimo film di animazione ‘Mary e lo spirito di mezzanotte’, meraviglioso ed avvincente viaggio di una bambina alle prese con i suoi desideri più belli, mentre la sua amatissima nonna, gravemente malata, lasciava questo mondo. Con lui il disegnatore Marco Zanone, la scenografa di animazione Alessia Cordini e la doppiatrice Maricla Affatato.

C’è un altro modo di raccontare la vita. Senza entrare in rotta di collisione con le fantasmagorie dell’animazione contemporanea, eventi come questi hanno il potere di riportarci a casa. Nello scorrere delle immagini, nelle parole, nella delicatezza avvincente dei tratti. Ci permettiamo il lusso di fermarci sul dettaglio, di camminare con calma accanto ai personaggi, anche quando sono alle prese con le loro paure ed incertezze, di ammirare luoghi e paesaggi riconsegnati con rara efficacia. Perfino i mostri, ci sono anche loro, fanno meno paura: in bianco e nero si dimenano in mezzo ai colori, ma alla fine si fanno da parte e sanno stare al loro posto.

È eroica la volontà di D’Alò e della sua ciurma di non spuntare le matite per regalarci un’ora e mezza di Bellezza animata. La loro è una fatica immane, devono nuotare controcorrente in mercati e industrie culturali, specialmente quelle a misura di più piccoli, che non lasciano spazio ad opere fatte così. Nemmeno il servizio pubblico, quello di tutti noi, ha il coraggio di scommettere su linguaggi e proposte di questa qualità e poesia.

L’arte di D’Alò è terapeutica, per piccoli e grandi. Abbiamo diritto di concederci questa leggera intensità. Il cinema può e sa fare anche questo, spezzare ritmi forsennati, donarci colori aggraziati, restituire parole che risuonano familiari e aprono riflessioni autenticamente umane. Significa scommettere sulla parte più bella di ogni persona, donarle la possibilità di connettersi con le dimensioni più profonde.
Per stordirci abbiamo l’imbarazzo della scelta. Anche al cinema, dove pullulano tempi incalzanti, colori fluo, dialoghi sincopati, montaggio serrato, la stessa frenesia di fuori la ritroviamo in sala. Non si tratta di rallentare, ma di sintonizzarci con i battiti che più ci appartengono. Quelli che scandiscono il tempo dell’ascolto, per capirci meglio ed accogliere con più gratitudine i flussi e gli eventi della vita.

Nell’album dei ricordi del ‘Gabbiano’, pagine così speciali sono da custodire con cura.

Laura Mandolini

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