Dopo l’alluvione: azioni, lavori e progetti sul fiume Misa
A colloquio con il prof. Maurizio Brocchini, docente di Ingegneria idraulica all’Università Politecnica delle Marche. L’intervista a cura di Laura Mandolini per parlare dello stato del fiume Misa precedente agli eventi del 15 settembre 2022, allo stato attuale e alle necessità future perché certi disastri non si ripetano più.
Prof. Brocchini, come sta il fiume Misa dopo gli eventi del 15 settembre scorso?
Anche se con alcune incertezze dovute all’esatta conoscenza delle opere di ripristino degli argini in seguito all’evento del 15 Settembre, mi sembra ragionevole affermare che lo stato attuale del Misa-Nevola non è migliore di quello che era il suo stato prima dell’evento. Dai giorni successivi all’evento si sono susseguite alcune campagne conoscitive da parte di enti diversi e con finalità diverse e vari sopralluoghi, tuttora in atto. L’evento del Misa potrebbe diventare un caso-studio per la comunità scientifica internazionale.
Cosa è emerso da queste indagini?
Dai sopralluoghi risulta evidente uno stato di sovralluvionamento dei corsi d’acqua, con grandi quantità di sedimento accumulato all’interno dell’alveo fluviale. Questa condizione accresce significativamente il rischio potenziale di esondazioni locali ed il trasporto a valle dei sedimenti, a detrimento della sicurezza degli abitati vallivi, quali, ad esempio, quello di Senigallia. Anche lo stato della vegetazione nelle aree golenali non è rassicurante, per l’esistenza di grandi quantità di vegetazione riparia secca, sradicata o facilmente sradicabile. Resta, infine, la questione delle arginature che, pur consolidate a tratti, richiederebbero una attenta analisi di stabilità per successivi estesi interventi di consolidamento.
Da quel 15 settembre è cambiato lo sguardo scientifico ed istituzionale sul fiume?
Direi di sì. L’evento del 15 Settembre ha evidenziato alcuni temi di rilevanza scientifica e pratica…
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