Destate la Festa compie 36 anni di divertimento unito a riflessioni, musica e testimonianze – INTERVISTA
Destate la festa è la “protagonista” della nuova puntata di Venti minuti da Leone. Perché? Perché l’evento di punta della pastorale giovanile, promosso e organizzato dai giovani di tutta la diocesi, è giunto ormai alla 36esima edizione. Un traguardo importante, soprattutto se si pensa che DLF è stata una delle prime manifestazioni estive ideate per Senigallia, coniugando divertimento e riflessione, cultura e cucina, musica e testimonianza. Allora ne abbiamo approfittato per fare due domande a chi Destate La Festa l’ha vista nascere e a chi l’organizza oggi. L’intervista sarà in onda venerdì 9 alle ore 13:10 e 20; sabato 10 agli stessi orari; domenica 11 a partire dalle 16:50 (la terza di tre interessanti interviste). Dove? Su Radio Duomo Senigallia (95.2 FM) ovviamente, ma anche in questo articolo c’è il file audio integrale, oltre a un estratto di testo.
Alessandra Ciotti, una delle responsabili dell’edizione 2024: che cosa dobbiamo attenderci? Che programma avete ideato?
Inizierà sabato 10 per finire martedì 13 agosto, il tema è l’intelligenza artificiale e la pace. Si parte già dalle 19 con gli aperitivi nello stand bar per poi passare alla cucina dei piatti tipici del territorio aperta dalle 19:30 di tutte le quattro sere. Un pensiero anche ai bambini perché delle animatrici penseranno a far divertire i vostri figli. Alle ore 18 di sabato 10 agosto ci sarà la messa di apertura della festa in piazza Garibaldi; alle 21:30 ci sarà l’incontro “EduchIAmoci. Intelligenze umane e artificiali” con Matteo Saudino ed Emanuele Frontoni, una serata culturale per approfondire e confrontarsi con esperti sul tema dell’IA.
Domenica 11 torna dopo una lunga assenza il musical: si tratta di “Notti d’oriente. Tra desideri e realtà”, ed è ispirato alla storia di Aladin e realizzato dai ragazzi della festa.
Parliamo ora della serata con la testimonianza…
Lunedì 12 ci sarà una serata dedicata e in memoria di padre Matteo Pettinari intitolata “Ha fatto bene e belle tutte le cose” con padre Ariel Tonsoni, compagno missionario e amico di padre Matteo e accompagnamento musicale di Roberto Pagani, Pio Spiriti e Lele il Saraceno. Martedì 13 si chiuderà con una serata in musica e divertimento con la band Il Diavolo e l’AcquaSanta che farà ballare tutta la piazza.
Ma com’è nata Destate la festa? Lo chiediamo a Laura Mandolini che era presente alla prima edizione e si è messa poi a organizzare le successive.
36 anni fa io c’ero, tra un gruppo di giovani che ruotava intorno alla Casa della Gioventù ma che passava giornate senza fare niente. Così venne a don Gesualdo Purziani e ad altri educatori l’idea di organizzare qualcosa che unisse divertimento e riflessioni, rispettando la vocazione turistica di Senigallia. Le prime due edizioni furono sperimentate nel cortile del centro Palazzolo al Ponterosso, poi il salto di qualità fino in centro storico nel vallato della rocca roveresca e in piazza del Duca. Per alcune edizioni fummo spostati, con tanto di polemiche, ai giardini Morandi, equiparati alle feste di partito: il nostro era l’unico esperimento di protagonismo giovanile ma le nostre ragioni non furono ascoltate. Un’edizione si fece pure in discoteca, ma poi si tornò alla rocca. Oggi in questa edizione viene meno il giocone a squadre in stile giochi senza frontiere, ma la struttura è più o meno sempre quella. Decidemmo già da allora di legare il tema di Destate la Festa al messaggio del papa del primo gennaio, giornata dedicata alla pace.
Ma allora non c’erano ancora i giochi senza barriere che si organizzano ad agosto con la parrocchia del Portone…
No, per alcuni anni giocammo in autonomia, poi si creò una sorta di simpatica competizione, risolta poi con il fatto che noi eravamo nella prima metà di agosto e loro nella seconda. Ma è stata un’avventura bellissima e quando l’estate senigalliese era molto meno animata, Destate la Festa era quasi l’unico evento a vivacizzarla.
Si componeva già di momenti di gioco, musica e riflessioni?
Serata cultura, animazione, giocone, serata musicale, spazio bambini, gli stand gastronomici, una fatica mostruosa per portarli lì, anche perché giustamente la soprintendenza tutelava la rocca. Oggi anche il Summer Jamboree ne sfrutta gli spazi. Abbiamo invitato negli anni gente del calibro di Luciana Littizzetto, Ennio Remondino che ci parlò da un sottoscala quando Belgrado era sotto i bombardamenti. Oggi c’è una sensibilità diversa ma la tradizione viene portata avanti sempre dai giovani ed è bello sapere che lo stesso format continua.
Che significato ha la festa? Quali sono le aspettative sui giovani, quali le ricadute sulla loro formazione? Lo chiediamo a don Paolo Vagni, direttore della pastorale giovanile della diocesi di Senigallia.
E’ una festa per tutti ma anche un cammino di fede, si sta insieme, si condivide la vita, si cresce, una specie di oratorio in strada mi verrebbe da dire.
Che sfide propone?
La sfida è quella di stare insieme, di costruire qualcosa, di condividere la vita e il lavoro, le riflessioni. Ci proviamo sempre e i ragazzi rispondono bene perché hanno voglia di approfondimento e di crescita. Ma devono sentirli come momenti loro: spesso le occasioni derivano dalla scuola o da aspettative che vengono riversate loro addosso. Questo è invece un cambiamento: è qualcosa per loro, per la loro vita, e che quindi non li fa scappare.
Come direttore della pastorale giovanile, hai potuto misurare le ricadute sulla vita dei giovani?
Destate la Festa è una porta d’ingresso, l’ho visto negli anni che anche ragazzi totalmente fuori dal giro, sono affascinati e poi rimangono nel giro finendo per provare anche altre esperienze come il punto giovani. Ed è meraviglioso perché non stiamo proponendo esercizi spirituali a chiunque, ma si può vedere come sia il primo passo di un percorso che può portare sempre più in profondità. Ce ne sono tanti che ricordo hanno cominciato così, accompagnando un percorso di crescita spirituale a una fase di formazione personale che li ha visti divenire donne e uomini.
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