Covid, università e futuro
Margherita Cimarelli è una giovane studentessa universitaria di economia. Ecco la sua testimonianza dopo due anni di “convivenza forzata” con la pandemia, con il covid-19, con le restrizioni e con una società che si è ritrovata sola di fronte ai propri limiti e paure.
Come hai vissuto questi due anni così strani, che emozioni hai provato?
Questi due anni di pandemia sono stati psicologicamente faticosi. Ho combattuto un conflitto interiore tra la demotivazione da affaticamento psico-fisico e quell’innata voglia di fare che caratterizza noi giovani. La vita sociale che improvvisamente è venuta a mancare è stato un cambiamento improvviso e difficile. Tuttavia la fitta rete di comunicazione, che è sempre attiva ed è ormai quotidianità nella vita di ognuno di noi, mi ha permesso di tenermi in contatto con gli amici e di restare aggiornata sull’attualità. Sapere di non essere l’unica a sperimentare quella nuova sensazione di sfasamento, unita alla paura dell’ignoto e al turbamento emotivo, mi ha aiutata a non sentirmi sola. E allo stesso tempo è stata la cura: mi ha permesso di accogliere queste nuove emozioni, di prenderne consapevolezza e di accettarle, in quanto normali.
Cosa della tua esperienza universitaria è stata fortemente penalizzata, cosa invece è stato potenziato?
La mia esperienza universitaria ha subito alti e bassi. Allo scoppio dell’evento pandemico avevo appena iniziato il secondo anno di triennale e ciò mi ha permesso di avere una visione nitida della differenza pre e post pandemia. Il primo anno l’università era un luogo di aggregazione. L’ateneo era vivo in qualsiasi angolo, respiravi l’odore di libri ovunque. I ragazzi si incontravano per studiare insieme e i ricevimenti davano luogo ad un confronto diretto con i professori. Tutto ciò mi motivava, perché sentivo di far parte di qualcosa. A un certo punto, però, mi sono ritrovata a non poter più entrare in ateneo, a seguire le lezioni con il filtro del computer. Semplicemente, a dover dare degli esami. Tanto di ciò che caratterizza la vita universitaria era sparito. Mi sentivo improvvisamente scoraggiata, demotivata. A quel punto mi sono resa conto che mi sarei dovuta rimboccare le maniche…
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