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Comunità energetiche rinnovabili: cosa sono? Come si muovono comune e diocesi di Senigallia?

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Il comune di Senigallia si fa promotore attivo delle Comunità Energetiche Rinnovabili (le cd CER). Lo fa aprendo uno sportello per tutti i cittadini e tutte le imprese che potrebbero essere interessate ad aderirvi ma anche con una serie di incontri sul territorio proprio per fare comprendere i vantaggi della produzione e dell’autoconsumo di energia elettrica sul fronte ambientale, sociale ed economico. Questo è l’argomento di questa puntata di “Venti minuti da Leone”, la cui seconda parte sarà dedicata invece ai passi in avanti fatti dalla diocesi di Senigallia che pure ha lanciato una fondazione, la “Fratello Sole” con cui poter avviare alcune comunità energetiche su tutto il territorio diocesano. Le interviste di questo servizio realizzato per Radio Duomo Senigallia (95.2 FM) saranno in onda mercoledì 4 e giovedì 5 dicembre, alle ore 13:10 e alle ore 20, oltre a una replica domenica 8 a partire dalle 16:50 (la seconda di tre interviste audio di fila). L’audio integrale è comunque disponibile in questo articolo assieme a un estratto testuale con i momenti salienti.

All’assessora all’ambiente Elena Campagnolo chiediamo quale sarà il ruolo del comune nella promozione delle comunità energetiche rinnovabili.
Noi saremo sicuramente i promotori di questa nuova iniziativa per quanto riguarda il comune di Senigallia. Ci proporremo sia all’interno delle varie comunità energetiche che sorgeranno nel nostro comune, ovviamente come proprietari di POD, sia per dare un ordine, per regolamentarle all’interno del territorio nostro comunale. Promotore ma anche garante, ovviamente sarà molto più semplice anche per i nostri cittadini potersi in qualche modo fidare del comune stesso di provenienza piuttosto che magari di vari promotori che si aggirano nel territorio e che sicuramente fanno il loro lavoro nel modo più corretto possibile, però il comune è sempre una fonte penso affidabile.

Quale vantaggio per le casse comunali? 
Da un punto di vista ambientale è chiaro che c’è un vantaggio ovviamente di sostenibilità che ci rende orgogliosi anche di questo progetto, poi per quanto riguarda il comune sicuramente il fatto che ci siano delle comunità che si formano, ci aiutano ad andare in autoproduzione energetica come già ci succede per alcuni edifici comunali, come possono essere le scuole, e arrivare ad un autoconsumo e quindi a un consumo zero, ovviamente, di energia fa sì che ci sia anche un risparmio da un punto di vista proprio economico anche per le casse del comune.

Che iniziative per facilitare questa comunità energetica?
Già da gennaio avremo degli incontri ovviamente sia con la popolazione e avremo un incontro lancio dove avremo la presenza anche dell’assessore regionale Antonini e di qualche rappresentante del GSE che ci aiuterà a comprendere meglio questa tematica così importante. Dopodiché noi nel frattempo stiamo già parlando con diversi produttori che in qualche modo ci dovrebbero aiutare a fare degli investimenti per far sì che magari ci possano essere delle prime comunità energetiche.

Ma che cos’è una comunità energetica rinnovabile? Quali sono i suoi criteri per potervi aderire? Quali sono soprattutto i suoi vantaggi che poi si possono riversare sui cittadini e sulle imprese? Abbiamo fatto queste domande al professor Roberto Fazioli che è docente di economia della sostenibilità ed economia della transizione energetica presso l’Università degli Studi di Ferrara ma è anche esperto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, MASE, nonché referente per i progetti del PNRR e del Repower Eu.
Il Comune di Senigallia ha avviato questo portale di supporto al territorio e ai cittadini e alle imprese per prendere in esame la possibilità di costituire comunità energetiche rinnovabili che possono portare beneficio al territorio e a tutti gli utenti e produttori di energia evidentemente con un’iniziativa che parte dall’assunto di dare l’esempio quindi il Comune di Senigallia costituirà presto una prima piccola comunità energetica alla quale potranno aderire tutti in modo non discriminato e in modo positivo per tutti, per l’ambiente e per i cittadini, oltre che per le imprese. 

Come funziona una comunità energetica? Posso entrare se produco o anche solo se consumo energia?
Dentro una comunità energetica possono afferire chi consume energia, chi produce energia in quel territorio e chi fa entrambe le cose che si chiama prosumer cioè chi la produce e la consuma. L’idea di fondo è quella di minimizzare il prelievo di energia da fuori quindi quanto più si è autonomi nella produzione e il consumo di energia e tanto più importante sarà l’incentivo che per 20 anni ricadrà sulla comunità energetica, che potrà utilizzare in parte questo incentivo per attività di contrasto alla povertà energetica, valorizzazione del territorio, politiche di sensibilizzazione sull’ambiente efficientemente energetico ovvero tutte quelle azioni concrete di messa a terra delle politiche di sostenibilità perché altrimenti sono solo parole spese al vento. 

Quali sono le modalità operative per entrare a far parte di questa iniziativa lanciata dal comune? L’abbiamo chiesto all’ingegnera Dora De Mutiis che è la responsabile di posizione organizzativa dell’area 10 del comune di Senigallia, quell’area che si occupa di manutenzioni, lavori pubblici e mobilità. Come funziona lo sportello, che cosa potrà essere richiesto e quali sono le procedure da attivare? 
Lo sportello è stato collocato sul sito istituzionale dell’ente, è un punto di accesso dove si trovano tante informazioni e poi diciamo che da lì il cittadino può decidere se compilare appunto un modulo con i propri consumi in modo tale che poi all’interno del gruppo che ci sta lavorando verranno analizzati questi consumi e la tipologia diciamo di richiesta che il cittadino fa rispetto all’interesse della CER e verranno poi restituiti insomma dei dati anche al cittadino, questo ci serve anche per capire quanto interesse c’è e che tipo di CER possiamo arrivare a diciamo a sviluppare partendo da una prima cellula di CER e poi saranno previsti anche dei contatti email con appunto l’help desk, il gruppo di lavoro e anche la possibilità di prenotare degli appuntamenti in call per esempio dedicati ma questo avverrà dopo i primi eventi di lancio sul territorio cioè vorremmo farlo quando già i cittadini saranno protagonisti di un evento di spiegazione di quello che effettivamente è la CER come insomma abbiamo sostanzialmente fatto oggi quindi è un’attività di disseminazione a cui seguirà poi proprio la possibilità proprio di interloquire con lo sportello quindi con appunto il professor Fazioli e i suoi collaboratori. 

Questo sportello è già ora visibile dal sito comunale?
Lo è già da adesso, c’è una pagina istituzionale e quindi c’è la possibilità di compilare un modulo di raccolta dati, verrà aperto una mail dedicata per poter poi appunto interloquire con lo sportello.

Da sinistra l'ing. Dora De Mutiis, l'assessora Elena Campagnolo e il prof. Roberto Fazioli
Da sinistra l’ing. Dora De Mutiis, l’assessora Elena Campagnolo e il prof. Roberto Fazioli

Un altro soggetto si sta intanto muovendo sul territorio ed è la diocesi di Senigallia, anch’essa impegnata a promuovere le comunità energetiche rinnovabili. Come lo sta facendo? Lo chiediamo a Giovanni Spinozzi, direttore della pastorale diocesana sociale e del lavoro e per la salvaguardia del creato che ci spiega cos’è il progetto Fratello Sole.
La Diocesi ha iniziato con un gruppo di lavoro a chiedersi come poter mettere installare e fare una comunità energetica su ogni parrocchia, è stato incaricato l’ingegnere Giovanni Ciriachi, un giovane ingegnere che fa parte della nostra Diocesi e abbiamo studiato dove poter fare chiedendo a tutti i parroci la prima comunità energetica. E’ stata individuata la parrocchia di Marina e di Marzocca e Montignano, i sacerdoti e i gruppi ci hanno dato la disponibilità e in particolare abbiamo installato 47 kilowatt di potenza nel tetto dell’oratorio di Marina e quindi sarebbe il nucleo della prima comunità. Per fare una comunità energetica, occorre una veste giuridica, un ente non profit che poi riceve gli incentivi dallo Stato e poi li utilizza per il sociale o lo distribuisce ai poveri;, la Diocesi ha pensato di fare una fondazione che si chiama Fratello Sole, ha messo giù la quota per riuscire a fare questa fondazione e da adesso in poi tutti i parroci che volessero fare una comunità energetica possono iscriversi a questa fondazione, non devono creare nessun organismo giuridico, questo è molto importante. 

C’è il contenitore in cui tutti poi possono appoggiarsi, ma nello specifico come funziona esattamente una CER?
Concretamente se io ho un pannello solare e a mezzogiorno a Ferragosto, faccio un esempio, mi avanza l’energia; ogni kilowattora che è condiviso, quindi prodotto da un soggetto ma nella stessa ora in cui viene fatto, ma utilizzato da un altro, quindi non in autoconsumo, riceve un incentivo dai 10 e 14 centesimi al kilowattora. Tutti questi incentivi il GSE li eroga e tu li metti in una cassa comune di un ente non profit per definizione. Poi possono essere usati banalmente per ridistribuirlo a tutti i membri oppure per fare un’opera sociale. La Chiesa Cattolica, come linee guida della CEI, ha chiesto che il 50% di ciò che viene messo in comune sia dato ai poveri, alle necessità sociali del territorio e quindi nel nostro caso noi le chiamiamo comunità energetiche  rinnovabili e solidali. Non è una prerogativa confessionale, cioè chi viene può essere non credente, sa che noi fino al 50% non lo ridistribuiamo, il resto sì. Ovviamente l’opera può essere sia per le povertà energetiche ma può essere anche un’opera sociale, può essere anche rimette a posto un campo da calcio per i ragazzi del quartiere dove è fatta la comunità, cioè basta che sia un’opera sociale. 

Abbiamo il contenitore, questa fondazione Fratello Sole, e sono stati installati i primi pannelli, dunque c’è un primo nucleo di energia che viene prodotta e che può essere redistribuita. Ora che succede?
In questo momento abbiamo costituito la fondazione dal notaio e abbiamo inviato i dati al GSE, quindi tecnicamente noi dobbiamo aspettare che l’ente statale riconosca che lo statuto va bene e che la prima comunità si può fare. Quindi noi abbiamo l’ente giuridico, abbiamo i pannelli, manca il sì dello Stato. Appena arriva il sì, chiamiamo le famiglie e chi vuole, iniziamo a fare proprio la comunità energetica. Possono partecipare anche persone giuridiche e anche le famiglie, quindi anche un negozio, un macellaio, un barbiere o una piccola azienda, anche un condominio con la prerogativa che però ogni iscritto è un uomo un voto, quindi non è che siccome tu ti iscrivi e c’hai il negozio da mille metri quadrati allora comandi di più di un altro. Lo stile è molto da cooperativa, diciamo ogni iscritto conta uno come voto.

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Giovanni Spinozzi
Giovanni Spinozzi