Skip to main content

Commento al Messaggio dei Vescovi per la 45a Giornata per la Vita

“La morte non è mai una soluzione”, questo il Messaggio dei vescovi italiani per la Giornata per la vita 2023. Le creature del mondo sono portatrici di salvezza, in esse non c’è veleno di morte. Osservando lo svolgersi delle vicende umane in questi ultimi tempi di radicali mutamenti, ci rende perplessi il succedersi repentino ed accelerato di attacchi spregiudicati, aggressivi e minacciosi nei confronti di princìpi e sentimenti che avevano sin qui ispirato le istituzioni fondamentali dell’esistenza e del vivere civile e morale dell’umanità.

“Il diffondersi di una cultura di morte”, come affermano i nostri Vescovi, si sta riversando sulle nostre società spacciandosi come “ragionevole e misericordiosa”. Si tratta di “tentativi di risolvere i problemi eliminando le persone”, creando così, a poco a poco, una cultura della morte che si diffonde e contagia.

Un concetto elevato, ma straordinariamente operativo, che il Messaggio ribadisce più volte è che le creature sono “portatrici di salvezza” grazie “all’azione misteriosa e vivificante delle Spirito”.

Se non teniamo conto di questa intrinseca sacralità e immortalità della persona non avremo argomenti da opporre a chi “vedendo soffrire una persona cara ritiene che la via di uscita può consistere nell’eutanasia e nel suicidio assistito”.

Quanto alle guerre, esse non hanno perduto nulla della brutalità omicida e distruttiva dei conflitti del XX secolo, anzi ora si minaccia ad ogni piè sospinto di ricorrere all’arma atomica. “Mentre Dio porta avanti la sua creazione, e noi uomini siamo chiamati a collaborare alla sua opera, la guerra distrugge. Distrugge anche ciò che Dio ha creato di più bello: l’essere umano. La guerra stravolge tutto, anche il legame tra i fratelli. La guerra è folle, il suo piano di sviluppo è la distruzione”.

Il Messaggio si sofferma anche sull’essere umano concepito ma non ancora nato. Lo sbandierato diritto della madre di disporne a proprio piacimento è una battaglia inserita nell’ambito dei cosiddetti “diritti civili”. “Quando un figlio non lo posso mantenere, non l’ho voluto, quando so che nascerà disabile o credo che limiterà la mia libertà o metterà a rischio la mia vita… la soluzione è spesso l’aborto”.

A questi e ad altri spunti di riflessione che i nostri pastori ci propongono, vorrei aggiungere, a mo’ di conclusione, poche righe tratte dal Vangelo della Vita a cui il Messaggio ci invita ad aderire, perché esse riassumono in breve la cultura di morte che siamo chiamati a contrastare, in nome della gioia della Vita che Dio ci ha donato.

Così scriveva San Giovanni Paolo II rivolgendosi a Maria, Madre dei viventi: “Affidiamo a te la causa della Vita: guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere, di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall’indifferenza o da una presunta pietà. Fa’ che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini e alle donne del nostro tempo, il Vangelo della Vita”.

Lino Crucini

Sostieni La Voce Misena: registrati e scarica gratuitamente l’app da Google Play o da App Store

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.