Collegamenti viari moderni, sviluppo economico e sociale: è il piano infrastrutture Marche 2032
Sostenibilità, sicurezza, inter-multimodalità e interconnessione, da realizzare con il passaggio dall’attuale struttura di collegamenti “a pettine” ad una “a maglia” con vantaggi sia per l’ambiente (abbattimenti di CO2 per una riduzione dei tempi di percorrenza), sia di omogeneità di sviluppo dei territori. Sono questi i principi ispiratori di Marche 2032, il piano delle infrastrutture presentato dalla Regione Marche che ha una dotazione di 4 miliardi di euro grazie a un mix di risorse regionali, fondi ministeriali, fondi PNRR e fondi europei.
«Quella delle infrastrutture è una tematica centrale e imprescindibile per guardare al futuro delle Marche nel breve e nel medio-lungo periodo: vie di collegamento pensate e realizzate per migliorare la qualità della vita dei cittadini, la competitività delle imprese e l’attrattività turistica di una regione piena di straordinarie bellezze da scoprire» ha affermato il presidente della Regione Francesco Acquaroli. Alla base, sostiene il governatore di Fratelli d’Italia, un’approfondita concertazione per uno sviluppo sociale, ambientale ed economico. Di cambio di passo ha parlato l’assessore alle infrastrutture Francesco Baldelli illustrando i quattro punti chiave.
Gli obiettivi
Il primo
Riconnettere Ancona alle Marche e le Marche all’Italia e all’Europa – è pensato per colmare quella carenza di collegamenti che ha pesato in maniera determinante sul declassamento, nel 2018, nella classificazione europea della nostra comunità regionale da regione sviluppata a regione in transizione. Obiettivo da raggiungere facendo leva sulla piattaforma logistica delle Marche, che deve diventare un’alternativa più vantaggiosa, dal punto di vista dei tempi di percorrenza e dei costi di trasporto, a quei traffici commerciali internazionali che oggi si dirigono verso le direttrici che comprendono i porti del nord Europa.
Il secondo obiettivo
Costruire un nuovo corridoio europeo ten-T diagonale che colleghi i Balcani e l’oriente con la penisola iberica e l’Atlantico – è strettamente legato al primo, scegliendo una inter e multi modalità che preveda trasporti su acqua, gomma e ferro, per collegare meglio il porto di Ancona con i porti di Civitavecchia nel Lazio, Piombino e Livorno in Toscana, La Spezia in Liguria. Di conseguenza si potranno incentivare i traffici merci e passeggeri da e verso l’oriente e da e verso l’Atlantico.
Il terzo obiettivo
Riguarda il cambio di paradigma alla rete infrastrutturale, con il passaggio da una conformazione “a pettine” ad una “a maglia”, sia su gomma sia su ferro. In particolare, su gomma l’intento è quello di far incrociare le quattro superstrade marchigiane, SS 4 Salaria, SS 77 e 76 (Quadrilatero) e l’E78 Fano-Grosseto (da completare), con le longitudinali rappresentate dall’A14 e dalla cosiddetta “Autostrada dei Territori Interni” (sistema pedemontano-intervallivo che si sviluppa, in parallelo all’A14, da Urbino ad Ascoli Piceno e che va completata). A questa “maglia” di strade si aggiunge quella di “ferro”, con l’Anello Ferroviario Ascoli-Porto d’Ascoli-Civitanova Marche-Fabriano, che questo Piano prevede, in prospettiva, prosegua verso Urbino, attraversando Pergola lungo la tratta della Subappennina Italica riattivata nel 2021 a fini turistici, ricongiungendosi poi a Fano con la Ferrovia Adriatica. Un Anello da agganciare sempre di più anche alla diagonale Orte-Falconara, oggi in piena fase di realizzazione per raddoppio e velocizzazione, con lo scopo di unire senza interruzioni tutte le province delle Marche e connettersi con le principali direttrici ferroviarie italiane. Al centro della “maglia” gommaferro, il triangolo Porto di Ancona-Aeroporto di Falconara-Interporto di Jesi, il cuore della piattaforma logistica delle Marche.
Il quarto obiettivo
Si ispira ai principi della sostenibilità ambientale, sociale ed economica, e si basa su un concetto di fondo. Infrastrutture moderne ed efficienti sono in grado di coniugare in maniera equilibrata tre componenti: il rispetto dell’ambiente, con percorsi più performanti che migliorino le condizioni di sicurezza e i tempi di percorrenza nella mobilità di persone e merci, abbattendo i costi di trasporto e riducendo le emissioni di gas serra; la creazione, infine, delle condizioni favorevoli per “fare impresa” e per attrarre investimenti, anche da fuori regione; il rafforzamento della struttura sociale, sia con il sostegno alle fasce più deboli che con la diffusione di benessere per le famiglie e di opportunità di lavoro, soprattutto per i giovani, intendendo, così, le infrastrutture anche come efficace strumento di welfare sociale.
Il piano infrastrutture Marche 2032 è scaricabile dal sito della Regione Marche cliccando QUI.
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