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CircOPLA’: a Serra de’ Conti il magico spettacolo della scuola di circo

Oplà, il circo è servito. In tanti, con il naso all’insù, per vedere volteggiare tra trapezi, tessuti e cerchi giovanissime e meno giovani in occasione del saggio finale di circOPLA’, Scuola di circo, a Serra de’ Conti, nella serata di lunedì 29 maggio scorso.

C’è sicuramente qualcosa di ancestrale che riesce ad ipnotizzare lo sguardo su questi movimenti, abilità ed evoluzioni. Attorno a semplici strumenti, che si trasformano in luoghi sospesi dalle meravigliose possibilità, nasce la magia: un cerchio diventa casa, il tessuto terreno da esplorare, il trapezio sfida la gravità, sospende tempo e spazio. Tutto tanto fluido, oggetti e corpi che si incrociano, si fondono, si parlano con familiarità. Pròtesi che divertono e svelano a chi non le teme tanti sé sconosciuti, terreni inesplorati, forze impensabili.

Intuisci la fatica di una tecnica che fa incrociare sapientemente disciplina e poesia, muscoli ed eleganza, terra e cielo, ma è tutto tanto naturale, armonico. È come riprendere familiarità con l’alfabeto più spontaneo di un corpo nato per esprimersi anche così, osare i limiti, giocare con l’aria. E se nel tempo è stato via via relegato in spazi sempre più ristretti e codificati, quel corpo finalmente può riprendersi la sua libertà primigenia per tornare a respirare davvero.

CircOPLA’ è un’esperienza proprio originale che, nata da una passione condivisa di coraggiosi visionari, ha saputo consolidarsi e richiamare tante persone, grandi e piccoli, nelle sue diverse proposte creative. La ‘Ginnastica acrobatica’, la ‘Circomotricità’, il ‘Circomix’, il ‘Parcour’, la ‘Ginnastica a terra’, questo il ricco pacchetto che miscela sapientemente attività ludiche e ginnastica, fantasia e lavoro fisico. Possiamo soltanto immaginare quanta libertà e consapevolezza delle proprie capacità possano sprigionarsi nei più piccoli; o come, anche da adulti, ci si possa sorprendere nel vedere all’opera tante potenzialità, che forse si pensavano esaurite. Basta fidarsi ed affidarsi, rompere la routine e buttarsi in un’avventura condivisa.

Abbiamo goduto di un saggio colorato, ironico e ritmato che scombina gli schemi rigidi dello spettacolo, l’agonismo esasperato e le ‘solite’ modalità di espressione artistica. Fa bene sapere che esiste un posto così, che ci siano persone che hanno ancora a cuore i bisogni più sani dell’essere umano e che hanno fatto di un anonimo capannone industriale una piccola fabbrica di felicità accessibili.
In una dolce sera di primavera, ci siamo staccati da terra, acrobati e spettatori, abbiamo capito che sì, a qualunque età, giocare è la cosa più seria che possiamo fare!

Laura Mandolini

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