Cinquant’anni per cinque: incontriamo don Domenico Pasquini
Don Domenico, qual è il ‘grazie’ più convinto per questi cinquanta anni di sacerdozio?
In questo momento della mia vita penso che i ringraziamenti da fare sono tanti. Prima di tutto al Signore per la chiamata al sacerdozio e con Lui alla Vergine Santissima per la sua materna vicinanza in questo percorso di vita e di ministero. Ai superiori e alla comunità sacerdotale. Ai familiari. Ai miei preziosi collaboratori in Curia. A tutte le comunità parrocchiali nelle quali ho svolto il mio ministero, le quali mi hanno accolto sempre con tanta disponibilità.
Ci sono luoghi o opere d’arte che più hanno ispirato questo ministero?
Mi viene in mente l’invito che San Francesco ha avuto dal Signore “Va e ripara la mia chiesa”. Nel mio andare nelle varie parrocchie (Mondolfo, Stacciola, Senigallia: Porto e San Silvestro) ho sempre dovuto sistemare le chiese. Questo mi ha sempre stimolato a cercare di portare alle comunità dove ho vissuto il mio servizio sacerdotale, non solo un degno luogo di culto, ma soprattutto un aiuto per conoscere il Vangelo per farle crescere nella fede e nella carità.
Cosa significa prendersi cura dei ‘conti’ della diocesi, cosa insegna questo servizio?
Il mio lungo impegno di Economo della diocesi non è stato tanto per far tornare i conti, perché, a differenza di quello che si sente dire che la chiesa è ricca, la nostra Diocesi, se dovesse essere classificata, sarebbe, per fortuna, classificata come una chiesa povera, come ci insegna continuamente Papa Francesco, attenta in modo particolare ai più bisognosi. L’incarico vero dell’Economo della Diocesi è soprattutto di essere supporto alle parrocchie e ai loro sacerdoti, per aiutarli ad affrontare le problematiche economiche, burocratiche e strutturali cheimmancabilmentesipresentanoeche, spesso, sono tante e complicate. In questi lunghi 26 anni spero di aver fatto, anche se con i miei limiti, ma soprattutto con l’aiutodiDio,unutileservizioallacomunità diocesana. Certo devo ringraziare, per la loro fiducia che mi hanno dimostrato, i tre vescovi che ho avuto nel mio cammino e tutti i sacerdoti che hanno certamente avuto pazienza e comprensione nei miei confronti.
UndesiderioforteperlaChiesauniversale e diocesana…
Il mio auspicio è che la Chiesa continui ad essere sempre presente, nelle vicende del mondo,conilsuoinsegnamento come riferimento sicuro e portatore di verità per il bene dell’umanità, anche se non sempre il suo messaggio, che scaturisce dal Vangelo è accolto e ascoltato. Un augurio a tutti coloro che si impegnano per il Vangelo nella nostra diocesi perché a nessuno venga meno il coraggio di una fede vissuta e della testimonianza.