Bolognesi: «Il tennis sta vivendo un suo momento d’oro ma non ripetiamo gli errori del passato»
Andrea Bolognesi, senigalliese, è stato eletto recentemente, lo scorso ottobre, nuovo presidente della federazione italiana tennis e padel delle Marche. Con lui faremo un viaggio nel mondo tennistico e degli sport di racchetta, concentrandoci sul territorio marchigiano e senigalliese per quanto possibile. L’intervista sarà in onda mercoledì 27 e giovedì 28 novembre alle ore 13:10 e alle ore 20, oltre a una replica domenica1° dicembre a partire dalle 16:50 (la seconda di tre interviste). Ovviamente sempre su Radio Duomo Senigallia (95.2 FM). L’audio integrale è anche in questo articolo assieme a un testo con i momenti salienti dell’intervista.
Partiamo da una panoramica del movimento tennistico regionale e se è possibile anche locale.
Il movimento tennistico regionale segue un po’ quello nazionale, la federazione italiana Tennis sta vivendo un periodo straordinario. Tutto il 2024 è stato un anno di successi, con le vittorie di Sinner e le vittorie della Coppa Davis sia maschile e della Billie Jean Cup per le donne. Risultati che nella storia non si sono mai verificati tutti insieme come in questo momento. La gente è chiaramente entusiasta, non solo dei risultati ma soprattutto anche di quello che esprimono i nostri tennisti di vertice. La figura di Sinner in questo momento è trascinante sia per i suoi risultati ma soprattutto per quello che esprime fuori dal campo. Non c’è solo Sinner, lui è la punta di diamante, ma abbiamo una serie di giocatori, sette in questo momento tra i primi 50 al mondo.
Un movimento quindi in buona salute: da dove nasce il successo?
Non è esploso così all’improvviso chiaramente, ma nasce da un lavoro che parte da 20-25 anni fa, una rifondazione completa e totale di quella che era l’impostazione del nostro movimento e di cui ho avuto fortuna di partecipare perché la mia attività dirigenziale all’interno della federazione parte appunto da quel periodo in cui c’è stato questo profondo cambiamento. E’ nato dalle scuole ed è quello, diciamo, il segreto, un segreto che è una didattica modificata dal nostro istituto di formazione dedicata a Roberto Lombardi, un noto tenista degli anni 60-70, tra l’altro con profondi legami con la nostra città di Senigallia. L’istituto di formazione ha trasformato completamente la didattica, si è dedicata ad un insegnamento molto più semplice, più divertente, è inserito al mini tennis, a tutta una serie di esercizi e di esercitazioni che hanno permesso ai ragazzi di crescere divertendosi, iniziare divertendosi, cosa che magari all’inizio il tennis era uno sport tecnico, uno sport piuttosto difficile e rimaneva magari ostico proprio continuare nella pratica, se non si era più che appassionati. Tra l’altro questa metodologia in questo momento viene presa di riferimento anche per tutte le altre federazioni.
Qual è la situazione, lo stato dell’arte qua nelle Marche e poi se possibile facciamo uno sguardo anche sul locale, sul senigalliese o perlomeno sulla provincia.
La nostra federazione si è trasformata, è diventata una federazione multidisciplinare, abbiamo affiancato al tennis anche il padel, il beach tennis e da quest’anno anche il pickleball. Il tennis nella nostra federazione nelle Marche conta 27 mila tesserati e siamo la prima federazione sportiva per quanto riguarda gli sport individuali e la terza federazione come numero di tesserati in regione, in Italia siamo la seconda perché siamo dietro solo il calcio. Conta 140 circoli affiliati tra 92 tennis e una cinquantina di padel. Abbiamo una serie di tornei molto importante, quest’anno abbiamo sviluppato e organizzato circa 700 tornei in regione, l’attività è molto intensa. Nella nostra regione abbiamo un livello tecnico interessante perché noi in questi ultimi 16 anni da quando appunto abbiamo preso in mano abbiamo conquistato una quindicina di titoli nazionali giovanili.
Quindi una tendenza già in atto da tempo, al di là dell’effetto Sinner?
Non dimentichiamo che qui in regione abbiamo Gianluigi Quinzi a suo tempo grande promessa del tennis marchigiano, aveva vinto Wimbledon a livello juniores una decina di anni fa, ora è diventato un coach di giocatori. Dietro di lui abbiamo diversi come ripeto diversi titoli italiani, la Cocciaretto ha appena vinto la Billie Jean King. Abbiamo Nardi di Pesaro che ha vinto proprio domenica un altro torneo a Rovereto, un challenger importante Rovereto che gli ha permesso di rientrare nei primi 100 giocatori al mondo. Abbiamo Travaglia di Ascoli Piceno che è stato 60esimo al mondo.
E nella nostra città?
Il giocatore in questo momento di punta è un ragazzo che è di Senigallia, Edoardo Principi, ha raggiunto in questo momento una classifica di 2-4 che è una seconda categoria di ottimo livello, ma in crescita costante in questi ultimi anni. E poi abbiamo dei ragazzi convocati nelle nostre rappresentative giovanili, come Lorenzo Gambaccini, che anche lui è un ottimo giocatore. Come livello tennistico ci siamo, siamo ben rappresentati.
Quali progetti volete portare avanti per il futuro?
In questo momento il tennis ha bisogno solo di essere un po’ governato e diretto nella giusta maniera perché appunto è così attrattivo che non c’è difficoltà ad avere un seguito. Il nostro obiettivo è quello di mantenere questo livello così alto che abbiamo raggiunto e non cadere nell’errore che fu commesso in passato. Mi riferisco al periodo degli anni 70, gli anni post Panatta, post Barazzutti, che vinsero la prima Coppa Davis nel 76, dove ci si adagiò sicuramente e si persero poi negli anni successivi quei ben risultati che si erano raggiunti. Questo è l’obiettivo principale che la federazione si è posta, cioè quella di aver raggiunto un ottimo livello e di mantenerlo. Sta investendo tanto sui giovani, soprattutto per un progetto messo in atto in collaborazione col ministero dell’istruzione, si tende a portare il tennis, il ping pong e il padel nelle scuole. La metodologia verrà poi applicata da quest’anno anche con gli adulti: sono pochi coloro che fanno attività sportiva agonistica.
Lei come si è avvicinato al tennis?
Da bambino, era una passione che aveva mio padre, mi portava a vedere il famoso torneo che si svolgeva a Senigallia negli anni 70 al Ponte Rosso, al Circolo Tennis Gino Cremonini, in cui potevamo vedere i giocatori, quelli che sono, sarebbero adesso, a livello mondiale, a livello internazionale. Senigallia era diciamo nel calendario dei tornei internazionali, imposta la settimana prima di Cincinnati, che adesso è Master mille, mentre noi non ci siamo più, però è normale. Quello che dispiace è che non solo non ci siamo più come torneo, ma non ci siamo più neanche come struttura di campi, struttura sportiva. Quello è veramente una macchia nella nostra città che sarebbe bene poter cancellare prima o poi.
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