Benedire è anzitutto ‘dire bene’
Tempi duri per il pensiero articolato. Se non ti adegui o hai altri punti di vista, sei spacciato. E Papa Francesco non sfugge a questa legge, anzi. Se si permette di dire, magari in modo sbrigativo come spesso gli capita, che un bambino non è paragonabile ad un cane, apriti cielo! Vallo a spiegare che non ce l’ha con gli animali, che ha scritto un’enciclica per ribadire il valore assoluto del Creato, che porta il nome di un santo che con gli animali ci parlava. Basterebbe attingere alla secolare tradizione della chiesa cattolica nella festa di Sant’Antonio abate, quando viene benedetta ogni sorta d’animale, per fugare ogni sospetto di discriminazione, ma non c’è niente da fare, è reo di lesa maestà animale. Benedire significa proprio ‘dire bene’: un bambino è un bambino, un cane un cane e confondere i piani non fa bene a nessuno dei due.
Laura Mandolini
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